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Inclusione e diversità: prevenire le discriminazioni nello sport

Si è svolta a Saint Denis, in Francia, la conferenza finale del progetto europeo Sentry, coordinato dall'Uisp. Parlano D. Conti e T. Pesce

 

Il progetto Sentry Sport giunge al termine dopo quasi tre anni di lavoro che ha visto coinvolta la Uisp come coordinatrice di un gruppo di validi partner: Rete Europea EFUS, Rete Internazionale ISCA, VIDC Austria, Red Deporte Y Cooperacion Spagna, Koinsep En Drasei Grecia.

Il progetto, finanziato dal programma Eramus+ Sport della Commissione Europea, ha avuto come obiettivo principale quello di validare una metodologia volta a monitorare, comprendere e analizzare il fenomeno della discriminazione nel mondo dello sport, che spesso porta le persone vittime ad abbandonare l’attività sportiva.

Molti i materiali e le attività realizzati durante questi anni: due guide metodologiche, una collezione di buone pratiche, un corso di formazione online per educatori sportivi, un video di sensibilizzazione, un elenco di raccomandazioni politiche e organizzative per quelle organizzazioni ed enti locali che intendono lavorare nel campo della prevenzione e lotta contro ogni forma di dicriminazione nello sport. Tutti i materiali sono consultabili a questo link

Per concludere il progetto e presentare i risultati il 19 settembre è stata organizzata una conferenza finale a Saint Denis (Francia) che sarà una delle sedi delle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi 2024. L’incontro si è svolto presso il Municipio ed è stata Oriane Filhol, delegata del sindato di Saint Denis e assessora alla Solidarietà, alle Politiche Sociali, ai diritti delle donne e alla lotta contro le discriminazioni, insieme al presidente Uisp Tiziano Pesce, ad accogliere i partecipanti, sottolineando l’importanza del lavoro congiunto e trasversale svolto sia dalle istituzioni governative che dalle organizzazioni sportive nel campo della lotta alle discriminazioni.

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"La conferenza - ha detto Daniela Conti, responsabile delle Politiche per la Multiculturalità e la Cooperazione Uisp, nonché coordinatrice del progetto - è stata l’occasione non solo per fare il bilancio del lavoro svolto e presentare i materiali, ma per ascoltare la voce dei partecipanti, capire i bisogni e ragionare su prospettive future”.

Infatti, alla conferenza hanno partecipato 70 fra educatori sportivi, mediatori culturali, policy makers in rappresentanza di ASD, ONG, organizzazioni nazionali ed internazionali di sport, istituzioni nazionali ed europee provenienti da sette paesi europei. La conferenza ha avuto dei momenti in plenaria con l’intervento di relatori che hanno dato degli spunti importanti per i successivi lavori di gruppo. Infatti, al termine di ogni plenaria tutte le persone sono state divise in gruppi di discussione misti per competenze e ruoli, che hanno avuto il ruolo di discutere di bisogni, buone pratiche, idee e spunti per il futuro. 

La prima sessione di lavoro ha riguardato le opportunità e le raccomandazioni politiche: moderato da Marta Pellon Brussosa di Efus, ha visto la partecipazione del presidente Uisp Tiziano Pesce, di Mogens Kirkeby, presidente ISCA e di Catherine Moyon de Baecque, presidente della Commissione conto la violenza sessuale e la discriminazione nello sport del CNOS, il Comitato Olimpico francese.

La seconda sessione di lavoro si è concentrata sulla sfida di come comprendere le discriminazioni nello sport. Hanno partecipato Mattia Peradotto, direttore dell’Unar e Agnese Canevari dirigente UNAR, Gabriela Matei, responsabile del progetto per combattere i discorsi di odio nello sport del Consiglio d’Europa, Michael Schmied, della VIDC, il coordinamento è stato di Kurt Wachter, presidente della rete Sport Inclusion-SPIN.

La terza sessione, forse quella che ha impressionato emotivamente di più le persone partecipanti, è stata quella dedicata alle testimonianze. Hilal Erkoca di ISCA ha invitato gli speaker a raccontare le proprie esperienze di discriminazione e come ora sono impegnati in prima linea per combatterle e sensibilizzare il mondo sportivo. Sono intervenuti: Alpha Camara, allenatore dell’associazione parigina Championnet Sports, Omar Daffe, responsabile per le attività antirazziste della Lega Serie A e Valentina Petrillo, atleta trans e paralimpica.

Durante le conclusioni, Tiziano Pesce raccogliendo gli stimoli provenienti dall’intera giornata di lavoro ha sottolineato ancora una volta l’importanza del lavoro in rete e della formazione: “Non possiamo combattere la discriminazione nello sport senza un vero lavoro congiunto che veda in prima linea le organizzazioni sportive, ma anche le istituzioni a tutti i livelli. Per farlo occorre che i nostri educatori sportivi siano formati e informati, non dobbiamo mai abbassare la guardia. Come ci hanno fatto notare i nostri testimoni privilegiati, la parte più dura, quando si viene discriminati, è essere lasciati soli, questo non deve accadere mai più”. (Daniela Conti)