Questo è l'articolo di Filippo Fossati, presidente nazionale Uisp, pubblicato sull'Unità di ieri mercoledì 6 maggio.
La parola sport non basta più. E' ormai povera e fatica ad esprimere tutte le storie e i significati che le si vogliono far rappresentare. Che cosa hanno in comune il circo del calcio, quello dei motori e l'anziano che fa ginnastica dolce o il bambino che gioca nelle scuole presportive? Che cosa lega il fitness estetico delle palestre e l'istinto di sopravvivenza dei giovani delle favelas che prendono a calci un pallone di stracci? Lo sport é plurale, lo sport è una chiave di lettura e di intervento sul mondo e su chi lo abita. La missione dell'Uisp è tutta qui: di questo parleremo nel corso del nostro XVI Congresso nazionale, che si terrà a Milano dall'8 al 10 maggio (www.uisp.it).
Un milione duecentocinquantamila persone, 17.500 società e gruppi sportivi affiliati: questi sono i numeri dell'Uisp. Una missione: dare a tutti i cittadini, nessuno escluso, la possibilità di muoversi e giocare. Secondo le possibilità, le abilità di ciascuno. Adattando, stravolgendo, se serve, quando serve, regole e dogmi delle discipline sportive. Per questo la parola sport, da sola, non basta più.
E il complesso di queste attività danno significato alla vita: milioni di individui (34 milioni fra praticanti costanti e saltuari, dice l'Istat) le considerano parte di un moderno sistema di welfare e chiedono che siano indirizzate, sostenute, incentivate dalle istituzioni pubbliche. Perchè? Perchè migliorerebbero la salute collettiva. Perchè aiuterebbero a concepire città migliori, per tutti: più camminabili, più ciclabili, più verdi, più orientate a favorire le relazioni e il dialogo tra diverse culture. Il nostro Congresso nazionale lancerà questo obiettivo, peraltro suggerito dall'Unione Europea: lo sport nelle politiche di welfare, dell'ambiente dello sviluppo.
Mentre cambiano abitudini di massa e processi economici, il Coni, il mondo sportivo "ufficiale" viene relegato in un sostanziale immobilismo. Illuminato ogni tanto dal riflesso delle medaglie, il cui merito va a Petrucci, uomo peraltro cosciente della complessità dei problemi. Non abbiamo condiviso, anche in questa vicenda elettorale del Coni, il comportamento di una politica che si occupa dello sport per occuparne i posti di comando. Chiediamo invece al Governo, ai parlamentari, di intervenire con indirizzi, mandati, riforme, a cui il mondo sportivo deve essere chiamato per svolgere un ruolo attivo nella crescita della cultura e della pratica dello sport fra tutte le persone. Noi saremmo pronti a rispondere.