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L’Uisp condivide e rilancia gli appelli di Forum terzo settore e Aoi

A Gaza è in atto una tragedia che sta scuotendo le coscienze in tutto il mondo. La società civile chiede il rispetto del diritto internazionale
 
A Gaza è in atto una tragedia che sta scuotendo le coscienze in tutto il mondo. In questi giorni la società civile, italiana e internazionale, si mobilita per Gaza e per la Global Sumud Flotilla. Chiede il rispetto del diritto internazionale, il rispetto del diritto umanitario, aiuto per le vittime di una violenza cieca e disumana. L'Uisp si unisce al Forum Terzo Settore e alle sue organizzazioni, nel sostegno di chi opera per la pace e per la dignità dei popoli.
 
Anche AOI- Associazione delle Organizzazioni Italiane di Cooperazione e Solidarietà Internazionale ha espresso profonda indignazione e condanna per l’attacco delle forze armate israeliane contro la Global Sumud Flotilla, missione civile e pacifica che trasporta aiuti umanitari con l’obiettivo di rompere l’assedio illegalmente imposto dal governo israeliano alla popolazione di Gaza.
“L’abbordaggio della Flotilla è un atto di estrema gravità e rappresenta una palese violazione del diritto internazionale – dichiara Silvia Stilli, presidente di AOI – Da oltre 18 anni l’assedio israeliano ha prodotto condizioni disumane nella Striscia di Gaza, con carestia e sofferenze immani. La Flotilla è un’iniziativa di pace e solidarietà, non un atto di provocazione: al governo italiano dico che andava tutelata e accompagnata, non lasciata sola nel Mediterraneo”.
 
L’attacco avviene mentre la comunità internazionale resta sostanzialmente inerte di fronte al genocidio in corso a Gaza da quasi due anni.
AOI sostiene ogni azione volta ad aprire i valichi e a porre fine all’occupazione dello Stato di Israele della Palestina, all’apartheid e al genocidio in corso nella Striscia di Gaza. Siamo al fianco del popolo palestinese nella sua battaglia per la giustizia e l’autodeterminazione, delle nostre colleghe e dei nostri colleghi palestinesi, delle organizzazioni di AOI che non hanno mai smesso di lavorare in Palestina. A loro va la nostra gratitudine, anche oggi che mettono a disposizione i propri corpi e le proprie barche per sostenere la missione della Global Sumud Flotilla.
Al Governo italiano e all’Unione Europea chiediamo ancora una volta una cosa semplice: rispettare e far rispettare il diritto internazionale.
AOI continuerà a mobilitarsi per difendere la vita e la dignità del popolo palestinese, anche laddove i governi hanno deciso di voltarsi dall’altra parte.
 
Per questo sosteniamo lo sciopero generale del 3 ottobre e le iniziative di piazza convocate in questo fine settimana, chiedendo:
- un cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza e la sospensione di trattamenti crudeli, punizioni collettive, torture, e di ogni altro crimine commesso da Israele nei confronti dei e delle palestinesi
- l’apertura e il funzionamento di tutti i valichi per permettere l’ingresso degli aiuti e degli operatori umanitari e per garantire cure a malati e feriti dentro e fuori dalla Striscia di Gaza
- la fine dell’occupazione illegale della Palestina da parte di Israele
- la cessazione immediata di qualunque commercio di armi, componenti d’arma, tecnologie e servizi militari con lo Stato di Israele
- la decisione ferma di procedere in sede nazionale, e promuovere in sede europea, con sanzioni immediate nei confronti di Israele e con la sospensione dell’accordo di associazione tra Unione Europea e Israele
- il pieno sostegno ai meccanismi di giustizia internazionale, inclusa la Corte Penale Internazionale, la Corte Internazionale di Giustizia e gli organi e le procedure speciali delle Nazioni Unite
- assicurare che gli equipaggi della Global Sumud Flottilla, qualora fossero deportati in Israele, siano immediatamente rilasciati
“Non distogliamo lo sguardo da Gaza – conclude Stilli – La Global Sumud Flotilla è un simbolo di resistenza nonviolenta e di speranza. Non fermarla, ma sostenerla, è un dovere politico e morale. Continueremo a mobilitarci con ogni mezzo, insieme a centinaia di migliaia di persone in tutta Italia, per chiedere la fine della complicità del nostro Paese e ribadire che difendere i diritti del popolo palestinese significa difendere l’umanità intera”.