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L'Uisp su La Repubblica: nuovi modelli di gestione degli spazi verdi

Da Trento a Roma sta crescendo una nuova idea di gestione degli spazi verdi. Openpolis ricostruisce il quadro degli impianti scolastici. Parla Tommaso Iori

 

In molte città italiane, grandi e piccole, stanno crescendo esperienze di nuovi modelli di gestione, cura e uso sportivo delle aree verdi grazie agli accordi tra le società e le amministrazioni comunali. Un articolo de La Repubblica ha raccolto alcune di queste esperienze, provenienti dai territori più diversi. “E’ necessario uscire dai confini degli impianti sportivi tradizionalmente intesi - dice Tommaso Iori, responsabile Impiantistica e Beni comuni Uisp nazionale, interpellato dal quotidiano - e cominciare a immaginare i luoghi dello sport per tutti che, in questo senso, può diventare uno dei fattori da integrare nella pianificazione urbana, e al contempo può essere uno strumento per attivare processi partecipativi che valorizzino le reti sociali e il capitale sociale di una comunità e di un territorio”.  

Si va dalle ragazze della "Liberi e Forti", squadra di pallavolo fiorentina in serie B2, che quattro volte la settimana si ritrovano nel parco di San Donato, quartiere Novoli, al progetto “Green city Cesena”, che prevede un modello su larga scala di utilizzo e gestione delle aree verdi della città. A Roma c’è chi balla fino a notte fonda al parco della periferia di Centocelle, chi simula gli scacchi viventi, chi salta a canestro al Parco della Palme di Ottavia e chi pattina a San Lorenzo, nel cuore della cittadella universitaria. L’iniziativa “Sport nei parchi” è partita a luglio e oggi sono una quarantina i giardini e i playground coinvolti. Dal Trentino arrivano le esperienze di Trento con l’iniziativa “Sport nel verde”, grazie a cui oltre tremila persone hanno preso parte agli allenamenti di calcetto e basket al parco Fratelli Michelin, e quella di Lavìs, comune di 10mila anime nella Val d’Adige, in cui sono stati sottoscritti 20 Patti di collaborazione per la messa a disposizione e la co-gestione di aree all'aperto, per tornare a fare sport in sicurezza, rivitalizzare gli spazi pubblici, rianimare una borgata segnata dal “rumoroso silenzio” del lockdown e saldare il rapporto virtuoso tra sport e beni comuni. “Per lo sviluppo di queste nuove forme di aggregazione sportiva - aggiunge Iori - è fondamentale l'alleanza tra l’Uisp, le associazioni sportive e le amministrazioni locali: lì dove si realizza un'alchimia vincente, si creano le condizioni per aprire nuovi fronti di attività e sviluppo dello sportpertutti. Amministrazioni comunali grandi, come quella di Milano, o piccole come quella di Lavis (Trento), dimostrano con i fatti che ora più che mai è necessario mettere in campo competenze e capacità innovativa: gli strumenti ci sono, ma vanno utilizzati con coraggio, tempismo e in una logica di dialogo alla pari tra istituzioni e cittadini”.

Queste innovazioni nella gestione degli spazi pubblici potrebbero avere risvolti interessanti anche per il mondo scolastico: è stata pubblicata in questi giorni una ricerca di Openpolis sulla presenza delle palestre scolastiche nelle maggiori città italiane. Lo sport, infatti, è fondamentale nello sviluppo dei minori e le palestre scolastiche assumono un ruolo centrale nel garantire questo diritto, anche perchè, sempre più spesso, la condizione economica della famiglia d’origine può limitarne l’accesso. “Secondo i dati raccolti dal ministero dell’Istruzione - scrive Openpolis - nel nostro paese le scuole dotate di impianti sportivi sono meno della metà. Sono il 40,8% gli edifici scolastici con palestra o piscina in Italia. Ciò ovviamente non significa che gli alunni che frequentano le altre scuole non possano fare attività fisica in altri istituti o in impianti sportivi del territorio. Ma i dati sulla diffusione delle palestre ci possono aiutare a capire quale sia il livello di accessibilità allo sport per i ragazzi nelle varie zone del paese. Tra le regioni italiane, solo in Friuli Venezia Giulia (57,8%) e Piemonte (51%) i plessi scolastici dotati di impianti sportivi sono più della metà. Altre 9 regioni sono sopra al dato medio nazionale (40,8%). Tra queste Toscana (48%), Lazio (46,8%) e Marche (46,7%). Agli ultimi posti invece Calabria (20,5%), Campania (26,1%) e Umbria (31,9%). Il maggior numero di strutture sportive scolastiche (6.835) si concentra nei comuni polo e nei poli intercomunali. In questi centri infatti sorge circa il 44,4% di palestre. Seguono poi i comuni di cintura che fanno parte dell'hinterland dei poli (40,9%), i comuni intermedi (36,3%), quelli periferici (36%) e ultraperiferici (35,9%)".

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