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L'Uisp sulla Rai con l'approfondimento sui Centri estivi multisport

Il responsabile delle Politiche educative Uisp, Michele Di Gioia, è intervenuto durante la trasmissione "Formato Famiglia" di Radio 1 Rai

 

I Centri estivi sono, anche in periodi normali, un’oasi di serenità e una soluzione a tanti problemi per tutte quelle famiglie con figli che d’estate devono trovare un modo sicuro e interessante per far trascorrere le giornate senza scuola ai ragazzi. Si tratta, quindi, di una proposta divertente per i bambini ma anche di un’esigenza familiare, ancor più in questa fase di uscita dall’emergenza, dopo oltre tre mesi senza attività e soprattutto senza contatti sociali, che ha pesato molto sulla vita quotidiana dei più piccoli. L’Uisp è in prima linea su questo fronte con i Centri estivi Multisport che, ogni anno, vengono organizzati su tutto il territorio nazionale dai Comitati Uisp e dalle società sportive affiliate. Quest’anno, ovviamente, è tutto un po’ speciale, in un certo senso più difficile, ma l’Uisp garantisce la capillarità dell’offerta e la cura e l’attenzione per tutti i protocolli di sicurezza, per tutelare i partecipanti ai centri multisport ed anche gli operatori. Partecipano complessivamente circa 20.000 bambini in tutta Italia.

Proprio per approfondire caratteristiche e difficoltà delle proposte Michele Di Gioia, responsabile politiche educative Uisp è stato ospite, mercoledì 8 luglio, di Radio 1 Rai all’interno della trasmissione “Formato famiglia”.
“Anche quest’anno migliaia di bimbi stanno partecipando in tutta Italia ai nostri Centri, con 3600 operatori coinvolti - ha detto Di Gioia - anche se non è stato semplice partire, perché le regole sono cambiate e sono anche differenti sul territorio, cosa che sicuramente non ha aiutato. I numeri però stanno premiando la nostra capacità di essere riconosciuti come un'agenzia educativa importante”.

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“I Centri estivi Multisport sono un’attività che ci caratterizza e per noi molto importante perché esprimono effettivamente la nostra capacità di educazione non formale basata sullo sport - ha proseguito Di Gioia - con cui diamo vita ad un percorso educativo alleviando, allo stesso tempo, il peso che grava sulle famiglie e fornendo ai minori la possibilità di fruire di uno spazio all'aperto. Il nostro intervento è stato molto apprezzato perché si stanno riattivando tutti i rapporti interrotti con l’inizio dell’emergenza sanitaria e questo permette di riprendere la normali attività lavorative, affidandosi ad una realtà che nel tempo ha costruito una credibilità riconosciuta dal punto di vista delle attività educative, attraverso la proposta di una pratica sportiva multidisciplinare”.

“In molte Regioni abbiamo organizzato percorsi formativi, necessari per affrontare una nuova impostazione delle attività, non più basata sul contatto e sulle possibilità di interagire tra i bambini". Sono stati ripensati molti giochi e attività, cercando di rispettare sempre la distanza personale. "Queste attività prendono spunto dall’aspetto ludico del gioco e dello sport per poi raccontare un po' le nostre città e ripensarle come luoghi vivibili e a misura dei bambini”.

Nelle regioni più colpite dal virus, la Uisp ha proposto le attività estive con l'intento di ricreare le condizioni per tornare il prima possibile a una parvenza di normalità. "Sia in Lombardia che in Piemonte e in Veneto, i numeri e la preparazione ci permettono di creare le occasioni in cui i bambini possano riappropriarsi dei luoghi. In queste regioni, come anche in Liguria e in Toscana, abbiamo molti riscontri positivi, a riprova di quanto questa attività può avere un impatto educativo e di sollievo per le famiglie".

“Le difficoltà più grandi sono state adempiere a tutte le regole, diverse da regione a regione, e intercettare quelle fasce di popolazione a cui noi siamo particolarmente attenti, che in questo periodo hanno vissuto in maniera maggiore le difficoltà legate alle questioni educative". Particolare attenzione è stata data a quei bambini che rischiavano di non poter provare questa esperienza: "Abbiamo creato il giusto equilibrio tra l’esigenza lavorativa dei genitori e le situazioni di disagio socioeconomico. Tutto questo testimonia quanto ci sia bisogno di particolare attenzione al mondo dei bambini e degli adolescenti, per tutelarli dal punto di vista dei diritti e delle attività da proporre”. (di Elena Fiorani)

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