Nazionale

"Matti per il calcio”: l'XI edizione della Rassegna nazionale Uisp

Le storie non comuni di 200 calciatori con disagio mentale che attraverso lo sport sfidano i pregiudizi e migliorano la loro vita

 

“Matti per il calcio”, non basta dirlo: per vedere l’effetto che fa bisogna unirsi alle persone con disagio mentale, ai medici, agli infermieri e agli operatori di tutta Italia che sono scesi in campo nello stadio comunale di Montecatini Terme (Pt).  Le partite sono iniziate giovedì 21 settembre con le prime otto squadre scese sui quattro campi disegnati nello stadio “Daniele Mariotti”. Da quel momento una non stop di partite da quaranta minuti, venti minuti per tempo. Sabato 23 settembre si terrà la giornata conclusiva, con tutte le squadre impegnate e alle 10.30 si disputeranno le finali. A seguire, le premiazioni e la cerimonia di chiusura. 

L’obiettivo dell’XI Rassegna nazionale dei Centri di salute mentale organizzata dall’Uisp è quello di mettere in fuorigioco discriminazione e pregiudizio.  E il calcio, ancora una volta,  può dimostrare di essere valore sociale e integrazione.

Lo confermano le storie e le testimonianze dei molti protagonisti che scenderanno in campo. “Pignatta” è il soprannome di Max Elio, per via del suo cognome Calderon, che in genovese si dice appunto pignatta: ha 40 anni, il suo idolo è Farfan attaccante peruviano, ha una disabilità fisica che non gli permette di giocare a lungo ma lui fa finta di niente. Bernardo, anche lui di Genova, 50 anni, ha frequentato l’Università poi in seguito a un problema psichiatrico sorto da ragazzo ha subìto un forte isolamento sociale. Il calcio è stata la prima attività riabilitativa che ha scelto, all’inizio era un po’ aggressivo, poi si è integrato ed ora è il capitano della squadra e cura l’orto all’interno del centro Basaglia. 

Giuseppe di Ragusa ha 30 anni e gioca a calcio con l’Uisp da circa sei: è un paziente psichiatrico che è partito da terapie farmacologiche importanti e ora, anche grazie allo sport e al calcio, ha abbassato i dosaggi delle medicine, è riuscito ad aprirsi e a tornare a casa, dove vive con la madre, lasciando finalmente l’ospedale. 
Massimo gioca a calcio da nove anni e da due non prende più medicinali. Ha ripreso a lavorare e fa parte della protezione civile di Fabriano: lo scorso anno non ha potuto partecipare alla rassegna nazionale perché era ad Amatrice nei giorni successivi al terremoto. 
Ci spostiamo in Sardegna per raccontare la storia di Christian: quando è arrivato al Centro di Salute Mentale di Oristano si relazionava solo con un pallone, non parlava né giocava con nessuno. Progressivamente si è inserito nella squadra sarda e l’anno scorso è stato invitato da Totti a fare una sfida di palleggi. Vuole diventare il goleador di questa edizione di Matti per il calcio.

Alessandro, 50 anni, è l’ariete della squadra romana "Real…Mente": spinge gli altri a venire agli allenamenti ed ha ripreso fiducia dopo un lungo periodo di depressione. Questa estate, insieme alla sua squadra, ha partecipato ai Campionati nazionali Uisp di calcio a Rimini, riservati a squadre amatoriali. Le partite sono finite tutte con delle sonore sconfitte per la sua squadra ma Alessandro è riuscito comunque a segnare due gol.
Leonardo, 38 anni, ha perso in poco tempo i genitori e successivamente il fratello in un incidente stradale. Ha cominciato a fare avanti e indietro tra casa e ospedale, con trattamenti sanitari obbligatori e costanti. Poi ha incontrato la squadra di Parma “ Va' Pensiero” ed è affiorata una passione per il calcio. Si è messo a dieta, ha incominciato ad aprirsi e ad uscire di casa con alcuni compagni di squadra. Oggi, a distanza di sette anni dalle vicissitudini che lo hanno colpito, Leonardo è un’altra persona, è il regista della sua squadra e sarà uno dei protagonisti di Matti per il calcio edizione 2017.

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