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Non più diverse abilità ma nessuna differenza

Il sogno di un unico comitato italiano che unisca sport olimpico e paraolimpico senza più alcuna distinzione. E’ questa l’idea lanciata da Luca Pancalli, vicepresidente Coni e presidente Comitato Italiano Paraolimpico, durante la conferenza titolata provocatoriamente “Non è uno sport per handicappati”. Il CIP, nei suoi 10 anni di attività, è riuscito a trasformare il mondo della disabilità da disvalore a valore, a dare possibilità a persone che prima non ne avevano ed ha posto, in particolar modo, le basi per un superamento di se stesso. “Sono stati attivati processi inclusivi e di integrazione sociale che vanno verso il concetto normalizzante dello sport praticato da qualcuno e non creato per qualcuno. Il passo ulteriore sarà quello di consentire reale parità d’accesso a tutti e la cancellazione della differenza, cosa possibile solo con un cambiamento della mentalità culturale ed il superamento del concetto dello ‘sport praticato da disabili’”. Per raggiungere tale obiettivo è necessario un patto tra Federazioni ed enti di promozione sportiva, un lento processo riformatore che porti alla morte del CIP e alla nascita del Comitato Olimpico e Paraolimpico Italiano. “Un grande segno di responsabilizzazione di tutto il movimento sportivo italiano che darà un segnale all’ intero mondo sportivo, attuando una vera politica sportivaed ottenendo risultati e successi per i quali – conclude Pancalli – non si scende mai dal podio”.

Il dibattito si era aperto con la domanda di Giuliano Bellezza, responsabile settore Diritti sociali Uisp: “C’è ancora bisogno di un focus sulla disabilità?”. A cercare di dare una risposta al provocatorio interrogativo di partenza sono intervenuti Giuseppe Battaglia, Comitato Uisp Noto e responsabile regionale Baskin Sicilia, Alessandro Palazzotti, vicepresidente Special Olympics Italia, Lorenzo Giusti e Andrea Panizzi, rappresentanti Anpis, e Mirko Panizzi e Stefano Curti, atleti Anpis. 

In particolare Palazzotti ha sostenuto: “Lo sport con persone con disabilità è uno sport più difficile perché non basta che uno vinca e l’altro perda, è necessario che ognuno sia soddisfatto e si senta protagonista. La difficoltà aumenta con gli atleti con disabilità intellettiva, altra cosa rispetto ai disabili mentali”. Battaglia ha, invece, portato all’attenzione dei presenti l’esperienza di umiltà, buonsenso e razionalità del baskin, basket integrato, sport in cui giocano assieme atleti normodotati e disabili, inventato dall’ingegnere italiano Bodini nel 2002 e che oggi conta oltre 1200 atleti in tutta Italia. Il baskin modifica le regole del basket e, per necessità, le moltiplica, ma, soprattutto, crea qualcosa che prima non esisteva, segna un cambiamento epocale in quanto lo sport per disabili aggiunge e non toglie nulla alla pratica sportiva.
Lorenzo Giusti, rappresentante Anpis, è convinto che la strada intrapresa sia quella giusta per cui bisogna continuare ad “articolare proposte che non escludano nessuno, l’Uisp e gli enti di promozione sportiva devono analizzare, captare e rispondere ai bisogni percepiti nella società civile per arrivare all’obiettivo finale che è quello del benessere e del miglioramento della persona”. Gli fa eco Andrea Panizzi della Polisportiva Aurora: “La malattia mentale può dividere e unire, ma soprattutto ci può dire che fare le cose assieme è costruttivo e che ognuno deve essere un po’ responsabile dell’altro”.

L’attività Uisp permette il recupero delle persone con il coinvolgimento delle istituzioni e della società civile in grandi iniziative pubbliche come Bicincitttà, Vivincittà e NeveUisp. Ne sanno qualcosa Mirko Panizzi e Stefano Curti, atleti Anpis che a queste iniziative hanno preso parte come anche a Confondiamoci con la neve, manifestazione in cui atleti normodotati e non hanno potuto usare ciaspole sci e snowboard. Stefano Curti, atleta ipovedente, oggi impegnato a livello paraolimpico e olimpico, non si accontenta di quanto fatto fino ad oggi e punta a partecipare alle Paraolimpiadi del 2014, pur essendo cosciente della mancanza di fondi ai disabili nella pratica di attività sportiva.

Le conclusioni spettano a Bruno Chiavacci, presidente Area Neve Uisp, che sintetizza: “Lo sportpertutti significa dare a tutti il diritto di cittadinanza. Le società sportive e di base devono essere pronte a superare le differenze e lo stigma per arrivare ad avere una cultura dell’accoglienza, della non differenza, dello stare insieme”.

Antonella Totaro

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