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Sportpertutti e transizione sportiva: nuova puntata del podcast Uisp

“La sfida è aperta, vedo una Uisp forte e vivace, capace di rappresentare al meglio la nuova frontiera dello sportpertutti": parla Vincenzo Manco

 

L’Uisp pubblica su Spotify un nuovo episodio di “Sportpertutti, non basta dirlo”, un podcast sull’attualità e sul significato dello sport per tutti oggi, sul ruolo sociale, culturale ed economico che ha assunto il fenomeno, sulle sue innovazioni nel corso degli anni e sulle tendenze in atto.

In questo episodio di “Sportpertutti, non basta dirlo” insieme a Vincenzo Manco, responsabile del Centro Studi e terzo settore dell'Uisp e già presidente nazionale dell'associazione, dal 2013 al 2021, abbiamo fatto il punto sulla situazione attuale dello sportpertutti, con un occhio puntato al futuro.

ASCOLTA L'EPISODIO N.4 DEL PODCAST "SPORTPERTUTTI, NON BASTA DIRLO". PARLA VINCENZO MANCO

Sportpertutti, a che punto siamo? Rappresenta una visione adeguata agli attuali bisogni di benessere delle persone?
Lo sport per tutti è legato ai corretti e sani stili di vita, che ancora oggi coinvolgono la gran parte delle persone di ogni età nel nostro Paese. Ad oggi, notiamo una fortissima diffusione e un allargamento importante della pratica sportiva. Lo sport per tutti, che l’Uisp rappresenta appieno, fa parte di una trasformazione culturale, che è avvenuta e che ha ancora bisogno di evolversi sempre più nella cultura delle politiche pubbliche e della trasversalità.

Qual è il rapporto tra il modello associativo e di partecipazione dello sportpertutti Uisp e il sistema politico e istituzionale?
"Lo sportpertutti è un movimento in grado di rigenerare partecipazione e democrazia nel nostro Paese. La Uisp continua a fare bene il proprio lavoro e a rimarcare con forza il capitale sociale che oggi rappresenta. Ancora oggi, dopo tanti sforzi e dopo tanti passi in avanti, c’è distanza con la politica e le istituzioni, nonostante le importanti riforme legislative che sono state attuate. Tutto questo è una grande conquista. Dal 2013 in poi l’Uisp ha chiesto al sistema sportivo, alla politica e alle istituzioni di riconoscere la promozione sociale dello sport come un movimento che non può più appartenere solo ed esclusivamente all’ambito della rappresentanza olimpica".

Qual è in sintesi il tuo giudizio sull'attuale fase?
"Di fronte alla forza dello sportpertutti, noi ancora oggi registriamo una distanza da parte della politica e delle istituzioni che è frutto di una questione culturale e politica da scardinare. Si continua a sottovalutare la portata di questo movimento, che può essere invece un grande volano per il rilancio delle politiche pubbliche".

Sportpertutti e terzo settore fanno parte dello stesso movimento?
"Vedo un grande futuro per questo movimento che deve ancora spingere per essere riconosciuto, soprattutto perchè l'Italia rimane un Paese sostanzialmente sedentario e l'impegno per la diffusione di sani stili di vita rappresenta un obiettivo permanente. Il movimento dello sport sociale deve essere riconosciuto come uno degli asset di ricostruzione e rigenerazione della politica pubblica. Ci deve essere la consapevolezza, da parte di chi organizza attività sportive e sociali, di far sentire la propria voce e di poter essere ascoltati e rappresentati nei tavoli della politica e dell'amministrazione pubblica. Un esempio significativo di coprogettazione e di coprogrammazione è quello della rigenerazione urbana, ambito nel quale lo sportpertutti sta realizzando importanti esperienze ed esprimendo competenze di alto livello. Queste buone pratiche possono essere parte attiva, insieme alle istituzioni, della costruzione e di come si ridisegna una città: sviluppo sostenibile, politiche di salute, coesione sociale e inclusione".

Come si è trasformata l'Uisp in questi anni? Come è maturato, ad esempio, un rapporto sempre più stretto, con la visione europea dello sportpertutti?
"Oggi molto e cambiato e molto si è trasformato. Con il bilancio sociale Uisp vogliamo far vedere a tutti quale è l’impatto sociale della nostra organizzazione, che è parte integrante del movimento sociale dello sport per tutti. La transizione sportiva è intesa come percorso di piena emancipazione dello sport sociale. Nel futuro dello sportpertutti è necessario che ci sia un nuovo rapporto con la corporeità, una nuova ecologia del corpo".

Qual è la nuova frontiera, per così dire, dello sportpertutti?
"Lo sportpertutti mette in crisi l’elemento della performatività. Il rispetto del corpo e la centralità della persona sono il fulcro della transizione sportiva, così come lo sono il rispetto delle differenze, la tutela della libertà di espressione, la ripresa dell’alfabetizzazione motoria, il divertimento. La sfida è aperta, vedo una Uisp forte e vivace, capace di rappresentare al meglio questo movimento, che lancia questa nuova sfida della transizione sportiva. Dobbiamo essere in grado di interpretare le varie forme della transizione sportiva e anche di portare a casa gli obiettivi che la rappresentano". (A cura di Ivano Maiorella e Miriam Palma)

Episodio 1 - Nicola Porro

Episodio 2 - Intervista impossibile con Gianmaria Missaglia

Episodio 3 - Sergio Giuntini

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