Il calcio è un potente strumento di socialità: "Matti per il calcio", ad esempio, ne è la dimostrazione. Dal 25 al 27 settembre, San Benedetto del Tronto (AP) ospiterà la XVII Rassegna nazionale dei Dipartimenti di salute mentale organizzata dall'Uisp.
La manifestazione è talmente originale che ha stimolato un team di quattro giovani, due ragazze e due ragazzi, in servizio civile all'Uisp nazionale: e se realizzassimo uno spot creato da noi per lanciare questa iniziativa? Detto fatto, si sono messi al lavoro e hanno realizzato due video, curandone il testo, le riprese, la realizzazione. Ne abbiamo parlato durante una delle riunioni della redazione nazionale Uisp e ci hanno colpito. Ci siamo detti? Proviamo a pubblicarli?
Elena, Francesca, Federico e Michele si sono messi in gioco, hanno accettato questa sfida di comunicazione sociale. Segno che il coinvolgimento emotivo di questo evento non è solo per chi lo vive ma anche per chi lo racconta.
Lavorare a questo progetto non è stato solo un esercizio creativo o un compito che ci è stato assegnato, ma è un viaggio. Noi ragazzi, in servizio civile presso Uisp nazionale, ci siamo cimentati nella realizzazione di contenuti video in cui abbiamo cercato di raccontare con rispetto e autenticità questo evento. “Matti per il Calcio non è stato solo l’oggetto del nostro impegno, ma un’esperienza che ci ha fatto crescere.
Abbiamo capito che il calcio non è solo uno sport, ma un ponte che unisce, un’occasione per sentirsi parte di una comunità più ampia e accogliente”, ha detto Francesca, 23 anni, studentessa di Scienze della comunicazione, che insieme a Michele, futuro musicista, agli ultimi anni di conservatorio ed Elena, laureanda in Mediazione linguistica, ha realizzato un cortometraggio sull’evento.
“Abbiamo pensato di presentare Matti per il calcio in maniera diversa e originale. Ci è sembrato quello del cartone animato il modo migliore per dare leggerezza a un tema serio, parlando con un linguaggio immediato e vicino a tutti, soprattutto ai più giovani”, ha aggiunto Michele, sottolineando come in questo lavoro è risultato fondamentale il supporto di programmi di video editing. Sulla scelta, infine, della scena rappresentata, è intervenuta Elena: “Abbiamo scelto di raccontare la storia di una ragazza esclusa, senza amici, che trova accoglienza attraverso il calcio. È una scena semplice, ma per noi rappresenta il cuore di Matti per il Calcio: lo sport che non lascia indietro nessuno. Per rendere l’esperienza più coinvolgente per noi stessi abbiamo pensato di essere noi i protagonisti del corto, creando la nostra versione cartoon”.
Federico, 22 anni, laureando in Scienze della comunicazione e alleatore di calcio, invece, ha realizzato un altro corto sull’evento: "Ho deciso di raccontare Matti per il Calcio partendo da me stesso. Mi sono ripreso mentre preparavo il borsone e lavo i guanti, gesti che normalmente compio prima di una partita. Nel frattempo ho pensato di dare qualche informazione sulla storia dell'evento rivolgendomi direttamente allo spettatore, cercando di mostrare come in ogni momento di gioco ci sono attesa, emozione e voglia di condividere. Realizzare questo video è stata un’esperienza davvero interessante; mettermi in gioco in autonomia mi ha fatto capire quanto sia stimolante, seppur complicato, trovare un modo semplice e diretto per parlare di temi importanti come l’inclusione e la salute mentale. Alla fine ho capito che la semplicità, spesso, è la strada migliore per arrivare al cuore delle persone".
“Matti per il calcio” si conferma così non un semplice appuntamento sportivo ma un’esperienza capace di unire storie, voci e sensibilità diverse. Vedere e sentire come dei giovani percepiscono e parlano dell’evento è la conferma di come lo sport sia strumento di relazione e di crescita personale. Alla fine, ciò che rimane non è solo il ricordo di un evento, ma la consapevolezza che il calcio, nella sua forma più autentica, può essere un linguaggio universale di accoglienza e speranza. (di Elena Del Grosso, Francesca Spano, Federico Cherubini, Michele Teofani)