Nazionale

Paolo Tisot ci ha lasciati, aveva 74 anni

Era stato per molti anni responsabile formazione e protagonista della stagione dello sportpertutti. Funerali sabato a La Spezia

 

Nella mattinata del 13 agosto ci ha lasciati Paolo Tisot, 74 anni, da una settimana ricoverato nell’ospedale di Pontremoli (Massa Carrara). Era stato colpito da ischemia cerebrale e nei giorni successivi una polmonite non gli ha dato scampo. I funerali si terranno sabato 16 agosto alle 15 nella chiesa di Sant'Anna del Felettino a La Spezia.

Tutta l’Uisp si stringe intorno ai fratelli Glauco e Michele, alle loro famiglie e ai nipoti Andrea, Lorenza e Francesco. Paolo Tisot è stato dirigente nazionale Uisp in un periodo decisivo per la storia dell’associazione, a partire dall’inizio degli anni ’80, contribuendo per oltre un ventennio alla costruzione di saperi e competenze autonomi rispetto a quelli del sistema sportivo Coni e dello sport di alta prestazione. Negli anni della presidenza Uisp di Gianmario Missaglia contribuì a definire l’identità dello sportpertutti, occupandosi in prima persona della formazione e del Centro studi dell’associazione. E’ stato un punto di riferimento nel Consiglio e nella segreteria nazionale Uisp, oltre che dirigente dell’Uisp Toscana e dell’Uisp Firenze.

“Oggi la rete associativa dell’Uisp si stringe in un abbraccio commosso per Paolo Tisot, un uomo buono, generoso, uno studioso, dirigente a tutto tondo -dice Tiziano Pesce, presidente naionzale Uisp -  comunicatore sempre attento e formatore competente, che ha dedicato tanti anni della sua vita alla nostra associazione, lasciando un'impronta indelebile nella storia dello sportpertutti. Paolo, in periodi molto complessi, ha contribuito a tracciare il cammino della UISP, del livello nazionale e non solo”. 

“La sua passione e la sua dedizione hanno contribuito a fare della nostra associazione un punto di riferimento per lo sport sociale in Italia. Lo ricordo con il suo sorriso, un sorriso che era lo specchio della sua generosità, della sua capacità di ascoltare e di accogliere sempre le idee, i punti di vista di tutti. Che si parlasse o scrivesse di equitazione, di ciclismo, di attività equestri, di sci, di giuochi tradizionali, di calcio e di tutela sanitaria, di sostenibilità ambientale, e quant’altro, Tisot era sempre in prima linea, per promuovere uno sport davvero a misura di ciascuno, per promuovere diritti e solidarietà”. 

“L’ultima volta che lo vidi ci divertimmo una sera intera giocando a biliardino, ci confrontammo poi su questioni di tesseramento e di organizzazione e si andò a letto davvero tardi. Ricordo che quella sera mi disse: “Caro Tiziano, la Uisp è una grande associazione, per esserne bravi dirigenti occorre dedicarle molto tempo; quel tempo che è il bene più prezioso che si possa avere e spesso la fretta ce lo sottrae”. Sono parole che mi rimasero impresse e che non ho mai dimenticato. Ai suoi cari, a chi lo ha conosciuto e quindi apprezzato, giungano le condoglianze più sentite a nome mio e dell’intera Uisp”.

Paolo Tisot nacque a Bolzano il 2 gennaio 1951. Il papà era impiegato e poi dirigente Inail e per questo costretto a continui spostamenti che portarono la famiglia prima a L’Aquila e poi a La Spezia, alla fine degli anni ’60. Quando si iscrisse all’Università scelse la Facoltà di Medicina e si spostò a Firenze all’inizio degli anni ’70. Lì si stabilì e incominciò a conoscere e praticare l’Uisp, divenendone dirigente territoriale e regionale. All’inizio degli anni ’80 iniziò la sua esperienza di dirigente nazionale Uisp come Coordinatore nazionale della sezione legislazione, ricerca e formazione dell’Uisp. Terminava un decennio di fusione con l’Arci e l’Uisp aveva bisogno di costruire una nuova leva di quadri, valorizzando e ripartendo da specifiche competenze, in grado di fondere impegno sociale e cultura sportiva.

Nel 1983 fu autore di “Traumatologia e pronto soccorso”, uno dei primi testi che l’Uisp pubblicava autonomamente come Commissione Sanitaria nazionale e Centro studi Il Discobolo. Negli anni successivi fu protagonista della stagione che schiuse la strada al Congresso nazionale del 1990 in cui l’Uisp passò dallo sport “popolare” allo sport per tutti. Come responsabile formazione si occupò di promuovere approfondimenti nazionali sulle tematiche dell’attività giovanile, della scuola e dell’extrascuola, dei soggetti della pratica sportiva in tutte le età della vita, del diritto allo sport per tutti e per tutte. 

Paolo Tisot fu anche giornalista e fu parte attiva delle redazioni delle riviste nazionali Uisp, dal Discobolo a In Bicicletta. La sua attività pubblicistica fu sempre intensa, con articoli e testi che al rigore scientifico accompagnavano l'intento divulgativo. E la passione per il ciclismo,  che lo portó ad occuparsi di riviste specializzate dai primi anni Duemila.

Nell'ultima stagione della sua vita fu colpito da una lieve insufficienza cognitiva che ne limitava l'attività e gli procurava dei vuoti di menoria, anche se recentemente aveva ripreso a scrivere.  Da una dozzina d'anni era ospite di Villa Verde a Comano, in provincia di Massa Carrara, circondato dall'affetto dei fratelli e dei nipoti, residenti a La Spezia. A chi l'ha conosciuto mancherà la sua gentilezza e la sua proverbiale ironia, che non perse mai, neppure negli anni di permanenza a Villa Verde, come ci ha raccontato suo fratello Glauco. Paolo Tisot era convinto che il mestiere del medico fosse innanzitutto di tipo sociale, una vicinanza alle persone fatta di relazioni e di rispetto reciproco. E forse è proprio così, perchè un amico che ti conosce e ti accompagna sa curarti meglio di un medico. E lui aveva scelto l'associazionismo e l'Uisp, non a caso. Ciao Paolo. (di Ivano Maiorella)