Alla fine del mese di novembre la sostenibilità è al centro delle iniziative Uisp grazie al progetto ‘Woman on bikes’, che promuove l’uso della bicicletta tra le donne come gesto quotidiano per l’ambiente, per la salute e come forma di autonomia e libertà di movimento.
Ci troviamo nel nord Italia, nella città di Bolzano, dove la bicicletta non rappresenta solo un mezzo comodo ed ecologico ma anche un passo importante per le persone che praticano il ciclismo. Si tratta di una bicicletta destinata alla discarica, quella affidata dall’ufficio ambiente della città di Bolzano ai detenuti della ciclofficina del carcere di via Dante.
Quest’ultimi, in gruppo, si sono impegnati ad aggiustarla e migliorarla per regalarla alle partecipanti donne del progetto. La TgR Rai Bolzano ha realizzato un servizio sull'iniziativa: Kadija, donna di origini marocchine, è una delle iscritte che non aveva mai avuto l’opportunità in passato di imparare ad andare in bicicletta e ringrazia, all'interno del servizio, l’organizzazione per averle dato la possibilità di coltivare nuove passioni e scoprire nuovi orizzonti.
UISP SULLA RAI CON IL PROGETTO A BOLZANO "WOMAN ON BIKES". SERVIZIO DI TGR RAI BOLZANO
L’iniziativa dell’Uisp che si tinge al femminile ha ottenuto tante adesioni: “Negli ultimi 3 anni abbiamo insegnato l'uso della bici a circa 65 donne, italiane e straniere - spiega Agnese Ruscelli, responsabile politiche di genere Uisp Bolzano - e tutte si sono mostrate particolarmente attive e collaborative”.
Quelli come “Woman on bikes” rappresentano percorsi di autoaffermazione e indipendenza, come quelli organizzati dalla Cooperativa Sociale Savera O.N.L.U.S., in cui “le protagoniste del progetto sono proprio le donne, per le quali l’acquisizione delle competenze ciclistiche rappresenta emancipazione, sicurezza e autostima”, aggiunge Mamadou Gaye, cooperativa Savera.
Il circolo virtuoso coinvolge anche i detenuti, che collaborano alla riparazione delle biciclette utili alle iscritte per poter pedalare. “Si sentono molto coinvolti. Abbiamo realizzato un percorso di formazione finanziato da un fondo sociale europeo - sostiene Erjon Zeqo, coordinatore ciclofficina del carcere di via Dante - grazie al supporto della cooperativa ‘Alfa & Beta’, che punta a dare competenze spendibili per l’inserimento lavorativo”. In fondo, il semplice gesto di salire su una bici può segnare l’inizio di un percorso verso la libertà. (A cura di Elena Del Grosso)