Mantenersi lucidi per poter scegliere liberamente e consapevolmente. Per poter decidere della propria vita, in un campo sportivo e fuori. Parlare di doping non è mai semplice, farlo di fronte a ragazzi di 15 anni lo è ancora meno. Ma l’Uisp ha scelto questa strada attraverso il progetto europeo #DopOut, di cui è capofila. Gli studenti dell’Istituto superiore Rutelli di Palermo hanno ideato un video che è stato presentato in anteprima a Roma, mercoledì 6 giugno nella Scuola dello sport del Coni. Un video che ti interroga e ti fa riflettere, in un rapporto peer-to-peer, alla pari, proprio come si propone il progetto. Perché se non c’è disponibilità all’ascolto, non c’è comunicazione. E Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, nel presentare il video di fronte ai ragazzi del Liceo sportivo di Roma, ha scelto proprio questa strada. Ha citato don Luigi Ciotti, li ha invitati a rimanere lucidi e a prendere in mano il loro destino.
L’Uisp promuove una pratica sportiva inclusiva e lavora per garantire l’accesso allo sport per tutti. Punta a costruire cittadinanza attiva e a sviluppare la coscienza dei singoli e delle comunità in tema di diritti attraverso l’attività motoria. “Per fare questo è anche necessario costruire una narrazione di comportamenti positivi, di benessere, di socializzazione – ha detto Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, nell’ambito della presentazione del video del progetto europeo #Dopout – Bisogna modificare il racconto della pratica sportiva, rilanciando l’etica della sconfitta per evitare di alimentare frustrazioni legate soltanto all’etica del risultato. Anche attraverso la formazione di genitori ed educatori alla filosofia del “nessuno escluso”. La bellezza dello sport è quella di costruire buoni cittadini, non solo perchè insegna il rapporto con le regole, ma perché può costruire e valorizzare il tema della sconfitta”.
La comprensione della sconfitta è un tema che emerge frequentemente anche in merito alla violenza di genere, che spesso è scatenata negli uomini dalla incapacità di accettare le decisioni della propria compagna. “A mio figlio insegno che il no di una donna va affrontato con il sorriso – prosegue Manco - hai perso una battaglia ma è legittimo: dire no fa parte dello spazio di libertà di ogni ragazza”.
La ricerca della vittoria a tutti i costi può portare a comportamenti che danneggiano te stesso e gli altri, che falsano la vertigine del gioco e minano la salute: “Capita a tutti di commettere errori e stupidaggini nella propria vita – continua Manco - ma è importante mantenere sempre la mente lucida, perchè altrimenti non sei più tu a fare scelte e prendere decisioni, ma sei in balia della volontà e degli scopi altrui. È in gioco l’identità di ognuno di noi: il doping la tiene prigioniera. Ogni persona è diversa dalle altre ed ha delle caratteristiche specifiche, pregi e difetti, che la caratterizzano e che vanno salvaguardate. Essere un campione non è indispensabile. Essere te stesso, sì. E questo aiuta a diventare buoni cittadini, di riferimento per gli altri. Il sistema sportivo e la cultura della società in cui viviamo devono costruire le condizioni affinchè possiamo essere buoni cittadini. Poi ognuno sceglie, l’importante è poterlo fare con lucidità e consapevolezza. E queste condizioni devono poter essere uguali per tutti”.