Nazionale

Quella volta che Manlio Pasqualini ricevette in dono la maglia di Pelè

Nel 2012 l'Uisp Bologna comprò una maglia indossata dal fuoriclasse brasiliano per finanziare la ricostruzione a Crevalcore dopo il terremoto

 

Al termine della stagione calcistica 1970-71, che aveva visto il Bologna piazzarsi al quinto posto in Campionato, la dirigenza rossoblù organizzò una trasferta in Nord-America di cinque partite: due contro gli inglesi del West Ham e tre contro il Santos, la formazione brasiliana in cui militava Edson Arantes do Nascimento, meglio noto come Pelé. La squadra emiliana allenata da Edmondo Fabbri riuscì a imporsi per ben due volte contro gli inglesi, mentre le partite contro il Santos terminarono con un pareggio e due sconfitte. Ma è proprio al termine dell’ultima partita, vinta per 1 a 0 dai brasiliani grazie al gol del solito Pelé, che comincia una storia che vedrà la Uisp protagonista.

Il 1 luglio 1971, infatti, il ventitreenne Mauro Pasqualini, giovane ala del Bologna, originario di Crevalcore, piccolo paese all’ombra della Dotta, riceve un dono inaspettato proprio da O Rey: “A fine partita, tutti i compagni chiedevano sempre la maglia a Pelè ma lui non la dava a nessuno - ha raccontato Pasqualini in diverse interviste (tra cui questa) - Ma io non avevo il coraggio di chiedergliela perchè se non la dava agli altri, vuoi che la desse a me? Invece dopo l’ultima partita lui mi fa cenno di avvicinarmi con la mano, io gli vado in contro, lui si toglie la maglietta e me la dà. Io con le uniche parole di inglese che conoscevo gli chiedo ‘why?’ (perchè?) e lui mi dice che gli piaceva come giocavo”. 

In effetti, Pasqualini ai tempi era un esterno molto propenso al dribbling e alle serpentine, uno stile di gioco molto apprezzato dal campione brasiliano e l’attaccante bolognese racconta al Corriere della Sera di essersi reso protagonista di un’azione offensiva di questo tipo proprio durante quell’ultima gara: “A un certo punto il portiere Adani mi diede palla, tra rimpalli e serpentine dribblai tutti e arrivai a tirare in porta”. Sempre al Corriere, Pasqualini racconta di essersi portato la maglietta in doccia, averla incellophanata e nascosta sotto il materasso per tutta la durata della trasferta, per paura che qualcuno potesse sottrargliela. Putroppo, la sua carriera nel professionismo terminò poco dopo, a causa di una serie interminabile di infortuni.

A 40 anni di distanza sarà proprio Pasqualini a mettere all’asta la maglietta regalatagli dal fuoriclasse brasiliano, con lo scopo di raccogliere fondi per sostenere la ricostruzione del suo paese natale, Crevalcore pesantemente danneggiato dal terremoto che colpì l’emilia nel maggio 2012. Ed è qui che entra in gioco l’Uisp Bologna che, mentre coordina diverse iniziative in tutto il territorio per aiutare la popolazione colpita dal terremoto, decide di acquistare la maglia, riuscendo a raccogliere 9.200 euro per sostenere Crevalcore, anche grazie a un importante contributo degli arbitri Uisp. Ma non è finita qui, perchè poche settimane dopo, il 18 novembre 2012, l’Uisp restituisce la maglia al suo legittimo proprietario, durante una cerimonia presso lo stadio Dall’Ara di Bologna, che precede la partita fra i rossoblù e il Palermo: “Abbiamo pensato che fosse per lui un grandissimo ricordo, una cosa importante e quindi glel’abbiamo restituita”, commentava l’allora dirigente Uisp Umberto Molinari, coordinatore del calcio per Uisp Bologna fino al 2019. 

Intervistato nel corso della cerimonia, Pasqualini si dirà molto felice per il regalo dell’Uisp, sostenendo che, tuttavia, sarebbe stato ugualmente contento anche se la maglietta non gli fosse tornata, perchè soddisfatto dello scopo raggiunto attraverso l’asta. In effetti non era la prima volta che Pasqualini decideva di usare quella che probabilmente è una delle cose più preziose che possiede per uno scopo benefico. L’ex attaccante del Bologna ha raccontato al Corriere di aver messo all’asta la stessa maglia già negli anni ‘90, raccogliendo 3,5 milioni di lire per aiutare una bambina malata del paese dove ormai risiedeva da anni, Foiano della Chiana, in provincia di Arezzo. Anche allora la maglia gli fu restituita, ed è bello pensare che allora questo cimelio potrebbe tornare a fare del bene in futuro, grazie alla generosità di Pasqualini, un campione a tutti gli effetti, sia dentro che fuori dal campo. (Lorenzo Boffa)