Dal mondo del terzo settore è forte l’invito a recarsi alle urne per compiere il proprio diritto-dovere civico del voto. Don Luigi Ciotti, copresidente di Libera ha condiviso un video messaggio, in cui ricorda che è importante esserci: "Mancano 48 ore: come ben sapete l'esercizio del voto è un dovere civico, non un obbligo ma un impegno che come cittadini siamo invitati tutti a rispettare - dice Don Ciotti - Nello spirito di contribuire alla costruzione di quell'Italia che proprio la nostra Costituzione immagina come un progetto sempre in divenire".
Anche l'Uisp si è espressa nella direzione della partecipazione e dei cinque SI' ed insieme a Federazione Arci ha diffuso questo comunicato unitario: "L’8 e 9 giugno abbiamo un’occasione cruciale: possiamo cambiare il futuro del nostro Paese con un gesto semplice ma potente. Possiamo farlo votando SÌ ai 5 referendum su lavoro e cittadinanza"
Molte sono le reti interassociative che si sono pronunciate per la partecipazione al voto e per esprimere cinque SI', dal Forum Disuguaglianze Diversità a Libera, da La via maestra alla Campagna Sbilanciamoci. Anche l'Uisp si è espressa nella direzione della partecipazione e dei cinque SI' ed oggi, insieme ad Arci e alle altre associazioni che fanno parte della Federazione Arci, ha diffuso questo comunicato unitario: "L’8 e 9 giugno abbiamo un’occasione cruciale: possiamo cambiare il futuro del nostro Paese con un gesto semplice ma potente. Possiamo farlo votando SÌ ai 5 referendum su lavoro e cittadinanza. Viviamo un tempo difficile.
Dal mondo del terzo settore è forte l’invito a recarsi alle urne per compiere il proprio diritto-dovere civico del voto. Don Luigi Ciotti, copresidente di Libera ha condiviso un video messaggio, in cui ricorda che è importante esserci: "Mancano 48 ore: come ben sapete l'esercizio del voto è un dovere civico, non un obbligo ma un impegno che come cittadini siamo invitati tutti a rispettare - dice Don Ciotti - Nello spirito di contribuire alla costruzione di quell'Italia che proprio la nostra Costituzione immagina come un progetto sempre in divenire. L'avvenire è dove scegliamo di andare, non è un destino ineluttabile che stiamo lì ad aspettare; il futuro è la forma che scegliamo noi, di essere e di fare. Abbiamo bisogno di mettere la nostra faccia per il cambiamento che tutti quanti sogniamo. Questo è un invito a non restare passivi di fronte alle sfide dell'oggi, per evitare l'avanzata del disinteresse, della delega, della notorietà e anche della rassegnazione. E' un atto di democrazia: l'avvenire non è solo l'impegno di un singolo e possiamo plasmarlo soltanto insieme".
Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum del Terzo settore, intervenendo in un webinar promosso da Caritas e Focsiv ha auspicato l’attivazione di un processo che faccia uscire i cittadini dalla passività. “Oggi quando si parla di crisi democratica si sottolinea proprio questo. Iniziamo come cittadini a rifrequentare la cosa pubblica a credere di nuovo nelle istituzioni e nelle opportunità”
In Italia e in Europa avanzano populismi e destre estreme che minacciano diritti, libertà e giustizia sociale. Il nostro Paese è governato da una destra autoritaria che, con decreti e riforme costituzionali pericolose, sta cercando di accentrare i poteri, zittire il dissenso e smantellare i presidi democratici.
Nel frattempo crescono le disuguaglianze: milioni di persone, pur lavorando, vivono in povertà; i diritti si riducono, il lavoro è sempre più precario, i servizi pubblici sempre più svuotati. E milioni di ragazze e ragazzi nati e cresciuti in Italia continuano a essere considerati stranieri nel loro stesso Paese.
Noi diciamo basta.
Come associazioni aderenti alla Federazione Arci, in nome della nostra storia, delle nostre radici e soprattutto del lavoro che ogni giorno svolgiamo nelle e per le nostre comunità territoriali, insieme a tante delle nostre realtà sociali, sindacali e politiche, ci sentiamo parte attiva di questa campagna referendaria.
Crediamo che questi referendum siano uno strumento concreto per:
• rafforzare le tutele dei lavoratori,
• combattere la precarietà,
• riconoscere pienamente il diritto alla cittadinanza.
Votare SÌ significa scegliere un’Italia più giusta, inclusiva, democratica.
Un’Italia dove chi lavora non è povero.
Un’Italia che non esclude, ma accoglie.
Per questo ci mettiamo la faccia e ci mettiamo il voto.
Invitiamo tutte e tutti a fare lo stesso.
L’8 e 9 giugno andiamo alle urne.
Votiamo SÌ a tutti e 5 i quesiti referendari.
Facciamolo per noi, per le nostre comunità, per chi verrà dopo di noi".