Può lo sport e in particolare l'Uisp contribuire allo sviluppo di un nuovo umanesimo? Di una cultura e di un modello di welfare che metta al centro il benessere delle persone e un rinnovato patto tra i generi fondato sulle pari opportunità tra uomini e donne, nella vita e nello sport? La due giorni di seminario, “La cura del corpo. Riflessioni sull'intreccio fra corpo, movimento, emozioni: oltre l'analfabetismo emotivo”, promosso dal coordinamenteo donne Uisp e dalla Lega le ginnastiche, ha indicato una strada. A giudicare dai volti commossi, dal clima d’intesa e di fratellanza trai i partecipanti al workshop che si è svolto il 13 e 14 novembre a Bologna, l’Uisp può fattivamente contribuire alla costruzione di una società migliore attraverso la cura e la riscoperta del primo ambiente che si abita: il corpo, inteso come importante strumento di relazione e conoscenza di sé. E la sperimentazione del corpo nel suo intreccio indissolubile e troppo spesso “negato” tra movimento ed esternazione delle proprie sensazioni e del proprio vissuto emotivo, è stato al centro delle attività proposte durante la prima giornata di seminario.
Sono oltre 60 le donne, tra dirigenti ed istruttrici dell’Uisp che sabato pomeriggio, suddivise in tre gruppi, uno dei quali misto, si sono messe in gioco partecipando ad una serie di attività laboratoriali e focus group incentrati sul respiro consapevole, sull’espressività e sul movimento del corpo. Una fase di lavoro caratterizzata da proposte di movimento e di respiro giocose utili a costruire un setting idoneo a superare la naturale diffidenza verso l'altro, a sospendere ogni forma di giudizio e ad esprimersi in piena libertà, prendendo coscienza di sé anche attraverso la ricerca del contatto fisico con gli altri componenti del gruppo. L’alternanza tra momenti di lavoro e momenti di riflessione collettiva, ovvero il continuo transitare dalla parola all'uso del corpo e viceversa, ha inoltre spinto le/i partecipanti ad elaborare ed esternare le proprie emozioni verbalizzandole: un modo per narrare e condividere l'esperienza del "corpo agito", nel nome del superamento dell’analfabetismo emotivo.
In un modello di società che trasforma il corpo in merce, in un oggetto di scambio che ha tanto più valore quanto più risponde a determinati canoni estetici, il Coordinamento donne Uisp ha inoltre lanciato un'ulteriore sfida: rinnovare il proprio impegno civico ponendo le basi per un aggiornamento della Carta dei diritti delle donne nello sport. Nel lavoro del seminario, pensato come una sorta di viaggio, non si poteva quindi prescindere dal rapporto tra corpo e memoria, dal ripercorrere la storia della carta, a partire dalla testimonianza di alcune donne dell'Uisp che nel 1985 contribuirono alla sua stesura: Valeria Frigerio, Gigliola Venturini e Raffaella Gentile. Il dibattito è stato poi alimentato con gli interessanti spunti tratti dalle video interviste a Lorella Zanardo, autrice del documentario “Il corpo delle donne”, alla campionessa olimpica di canoa Josefa Idem, alla giornalista Rai Ivana Vaccari. Al seminario che rientra tra le attività di Olympia, il progetto promosso dal Dipartimento internazionale dell'Uisp e finanziato dalla Commissione europea, è intervenuta anche Gertrud Pfister, dell'università di Copenaghen che ha presentato i risultati di una interessante ricerca europea “Donne e sport” che punta il dito sull’emarginazione delle donne nel mondo dello sport. Il seminario si è chiuso con le indicazioni per proseguire il viaggio intrapreso dal Coordinamento, con gli interventi di Stefania Marchesi, ex vice-presidente nazionale dell'Uisp, Filippo Fossati, presidente nazionale Uisp e Rita Scalambra, presidente della Lega le ginnastiche Uisp.
(S.S.A.)
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