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Uisp Imola Faenza: nuotare verso l'autonomia

L'esperienza della piscina in cui si allenano con istruttrici Uisp quaranta ragazzi di Special Olympics: "Il primo obiettivo è renderli autonomi"

 

Il Nuovo Diario Messaggero di Imola racconta la bella esperienza in corso alla piscina di via Ortignola di Imola: qui istruttrici di nuoto dell'Uisp Faenza-Imola seguono la formazione e gli allenamenti degli atleti Special Olympics. "Eric ha 14 anni, ha impiegato un po' di tempo a comprendere le gare di nuoto, ma adesso è determinato a diventare forte. Le lezioni individuali ora si sono trasformate in allenamenti. Così è nata la passione per il nuoto di uno dei ragazzi di Special Olympics, il team Specibili Imola SportUp che permette a 42 ragazzi con disabilità cognitive di allenarsi".

"Special Olympics è un programma che al momento coinvolge più di 4 milioni di famiglie di atleti con disabilità intellettive che si cimentano ogni giorno in più di 32 discipline sportive differenti, in oltre 170 Paesi nel mondo - spiega Alexia Malascorta, psicologa clinica e istruttrice di nuoto Uisp - Malgrado la grande diffusione di questa iniziativa, soprattutto all'estero, io stessa non ne ra a conoscenza. Dopo anni di lavoro come istruttrice di nuoto ho iniziato ad interessarmi alle realtà che permettono a ragazzi con disabilità cognitive di praticare sport". Cercando sul web ha scoperto Special Olympics e da allora non ha più lasciato questa esperienza e i suoi ragazzi. Le disabilità cognitive, infatti, sono meno presenti nel mondo sportivo: le Paralimpiadi prevedono diverse categorie per le varie disabilità fisiche ma non comprendono opportunità per altri tipi di problemi. "Per questo - spiega Malascorta - con l'aiuto di Anna Africa Esposito, educatrice sanitaria professionale e istruttrice di nuoto Uisp, abbiamo deciso di intraprendere questo nuovo percorso".

Al momento sono 42 i ragazzi che prendono lezioni di nuoto individuali, essenziali per sviluppare un rapporto di fiducia tra istruttore e atleta. 30 di questi fanno parte del team Speciabili con il quale svolgono lezioni di gruppo. L'istruttrice speiga gli obiettivi delle lezioni: "Il primo obiettivo non è quello di perfezionare la tecnica con cui nuotano i nostri atleti ma piuttosto quello di renderli autonomi: per molti di loro essere in grado di cambiarsi e prepararsi per l'allenamento senza un aiuto esterno è un traguardo raggiunto con molta fatica. Anche attendere prima di entrare in acqua o prima di salire sui blocchi per l'inizio di una gara deve essere insegnato. Inoltre, ogni ragazzo è diverso: alcuni di loro hanno uno spirito di competizione innato, altri invece devono essere spronati maggiormente in vista delle gare. Ma l'obiettivo principale di tutti deve rimanere quello di riuscire a partecipare divertendosi e vivendo un'esperienza appagante”.

Le famiglie hanno un ruolo fondamentale, per questo Special Olympics organizza riunioni in cui spiega ai genitori i comportamenti più opportuni che dovrebbero avere quando portano i figli ad allenarsi o a gareggiare. Oltre ad essere disponibile a portare i figli in piscina, i genitori devono gradualmente mettersi da parte per favorire l'autonomia dei ragazzi che nei contesti sportivi hanno imparato a fare riferimento agli istruttori: "Quello che ricordo sempre a tutti è: siate orgogliosi dei vostri ragazzi. Ogni risultato per quanto piccolo deve essere festeggiato". (Fonte: Il Nuovo Diario Messaggero)

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