Nazionale

Uisp Imperia: a Ventimiglia l’integrazione passa dal calcio

Con il progetto Sportpertutti che vede il Comitato Uisp capofila, lo sport diventa strumento di inclusione e conoscenza. Parla L. Garzia

 

Uisp Imperia scende in campo per l’inclusione con un progetto che mira ad avvicinare, attraverso lo sport, persone distanti per storie e provenienze ma vicine nello spazio. “Siamo convinti che attraverso l’attività motoria, di tutti i tipi, le persone possano dialogare ed arricchirsi reciprocamente - spiega Lucio Garzia, presidente Uisp Imperia - lo sport è proprio questo collante tra le persone, che fa bene a tutti”.

Dalla primavera di quest'anno e fino a tutto il 2023, l’Uisp insieme ad una rete di partner locali, mette in campo una serie di azioni diverse, in vari ambiti, per coinvolgere settori svantaggiati della società, ognuno con le proprie caratteristiche e peculiarità. “Con il nostro Comitato siamo i capofila di un progetto regionale, che coinvolge diversi partner operativi e di sostegno, uniti dall’obiettivo comune di utilizzare lo sport come strumento inclusivo. Lavoriamo con detenuti, migranti, persone con disabilità: siamo partiti nella scorsa primavera, ed in questa fase siamo concentrati sul calcio, con cui cerchiamo di intervenire nel territorio di Ventimiglia, una zona di confine, sia geograficamente che a livello sociale. La città fatica a sopportare la situazione: ci sono moltissime persone che transitano e stazionano, chi non riesce a trovare assistenza presso organizzazioni come la Caritas è costretto a vivere per strada. Ogni giorno sentiamo le notizie di persone che tentano di passare il confine, rischiando anche la propria vita: il nostro intervento vuole essere anche un’occasione di confronto. Molti giovani che incontriamo vorrebbero integrarsi col tessuto sociale, il calcio può essere un veicolo e un canale di comunicazione che si apre”.

Al progetto partecipano 18 migranti provenienti da Marocco, Ghana, Liberia, Sudan, Pakistan, Bangladesh, Tunisia e Armenia, quasi tutti ospitati a Villa Catina, nella città di confine, le cui età oscillano tra i 20 e i 42 anni. Il progetto si svolge al campo Morel, frazione Peglia, e prevede 100 ore di attività sino a fine 2023, con due ore di allenamento a settimana.  

Oltre al calcio al confine, sono molte altre le proposte che l’Uisp mette in campo, rivolte a diversi gruppi di persone: “Ad Imperia abbiamo intercettato insieme all’Arci la comunità pakistana, con cui vogliamo iniziare a giocare a cricket; abbiamo sperimentato la vela d’altura e l’orienteering, in particolare per far tornare a relazionarsi con il mondo esterno persone con disabilità che si erano isolate con il lockdown. A dicembre terremo un torneo di calcio nel carcere di Sanremo, mentre nella nostra città ai detenuti abbiamo proposto basket ed attività motoria, cercando di andare incontro a più esigenze e sfruttando al meglio gli spazi che le strutture ci mettono a disposizione”.

Fino ad ora il progetto ha coinvolto già oltre 200 persone, per il futuro Garzia ci dice che vuole lavorare in particolare con le famiglie di ragazzi con disagio: “Il nostro compito è portare fuori di casa ragazzi con difficoltà che ancora non abbiamo intercettato, vogliamo raggiungerli tutti: le famiglie devono capire che lo sport è uno strumento importante che porta all’autonomia”. (Elena Fiorani)

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