Nazionale

Quanto ha inciso il tunnel del Covid nell’equilibrio psichico delle persone?

Una ricerca Uisp per potenziare le iniziative rivolte ad adulti, a partire da quelli con disagio psichico. I progetti sul territorio. Parla M. Gasparetto

 

La pandemia ha segnato un spartiacque nella vita di tutti e tutte noi sotto diversi punti di vista. Certamente il periodo di forte stress e paura, unito all'isolamento forzato hanno inciso sulla salute mentale della popolazione: secondo l'OMS, infatti, nel primo anno della pandemia di Covid-19 la prevalenza globale di ansia e depressione è aumentata del 25% e anche chi soffriva già di un disagio psichico ha visto peggiorare la propria condzione.

Quale può essere dunque il ruolo dello sport sociale e per tutti nella cura delle persone, con particolare riferimento a quelle con disagio psichico, dopo la pandemia? Questa è la domanda che Uisp ha deciso di porsi, invitando tutti i suoi Comitati territoriali a partecipare a un questionario che mappa i progetti già attivi sul territorio. Sarà possibile contribuire compilando il modulo a questo indirizzo. C'è tempo fino al 10 maggio per farlo.

“E' necessario incontrare chi lavora con le persone con disagio psichico per capire come dare continuità ad un’attività storicamente importante per l'Uisp, soprattutto dopo la pandemia - dice Massimo Gasparetto, responsabile Politiche per la promozione della salute Uisp - Sappiamo infatti che il disagio è aumentato in tutte le fasce d’età dopo la pandemia, ma con questo modulo vogliamo raccogliere informazioni da chi lavora con gli adulti: capire se le modalità con cui lavorano sono cambiate, sia in termini qualitativi che quantitativi. Vogliamo sapere come si stanno muovendo i Comitati, con quali associazioni o istituzioni fanno rete, con che tipo di fondi finanziano i progetti". 

Cominciando dalla più nota, Matti per il calcio, sono molte le iniziative che negli anni l'Uisp ha messo in campo per promuovere processi di cura e inclusione sociale per chi vive con questo genere di disagio. Sono due i filoni principali in cui si struttara solitamente l'attività: "Nel primo caso usiamo lo sport adattato, modificando le regole per far partecipare squadre composte da persone con disagio e operatori. Viceversa è anche possibile strutturare attività in cui il corpo, la motricità, non sono inseriti nel paradigma sportivo, ma in quello del corpo in movimento, dove si mette al centro il 'sentire' del corpo", spiega Gasparetto.

Dalle informazioni raccolte con il questionario, l'Uisp trarrà nuovi strumenti utili ai Comitati per gli sviluppi futuri delle attività destinate a persone adulte in condizione di disagio psichico, secondo un paradigma di arricchimento reciproco attraverso il confronto tra i singoli approcci, sia dal punto di vista metodologico sia in termini di capacità progettuale futura. In questo senso, la diversità delle esperienze è fondamentale poichè permette di costruire percorsi basati su un approccio multidisciplinare: "La vita delle persone è fatta di tante cose e dunque i modi della cura devono essere plurimi: più i soggetti che hanno questo scopo si parlano e costruiscono percorsi condivisi, più l’impatto nella vita delle persone sarà efficace e strutturato". (Lorenzo Boffa)

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