[PIETRO CINQUINO - LA CONTAGIOSA PALLAVOLO]
Dirigenti Uisp Piemonte: in questo numero Pietro Cinquino, responsabile regionale UISP della Struttura Pallavolo.
Non ci sono più i palleggi e i bagher di una volta, vero Pietro Cinquino? La nostalgia da parte di Pietro per il gioco degli anni ‘80, coordinatore della struttura regionale della pallavolo, c’è sicuramente, quando i fon- damentali erano la base della tecnica. Poi i tempi televisivi e la spetta- colarità hanno lasciato lo spazio ad una pallavolo meno tecnica e più scenografica. Pietro ha giocato a calcetto e a pallavolo a livello amatoria - le e poi per seguire la figlia Donatella, che frequentava la Sportincontro (polisportiva Uisp) per il minivolley, si è ritrovato a fare il segnapunti (la società in quel periodo ne era carente). La passione ha preso il soprav- vento e così è diventato arbitro, dirigente Uisp della polisportiva, entrato a far parte delle commissioni disciplinari, responsabile arbitri, designan- te, insomma tutta la gavetta nel Comitato di Torino. La sua dedizione al volley è stata premiata, quando è stato creato il Coordinamento Pallavolo ed è diventato responsabile dello stesso. Cinquino ricorda molto bene quei periodi “Le regole sono cambiate per snellire i tempi e le partite che una volta duravano fino a 3 ore e con continui cambi pal- la, oggi si sono notevolmente ridotte. Quando la pallavolo Uisp era agli esordi molte squadre provenivano dalle gradi polisportive Rivermosso, Corvo rosso, Sportidea, Sportincontro, Meneghetti, Dravelli e il Comitato di Torino aveva investito molto in questa disciplina che più di tutte veicolava i valori associativi dello Sport per Tutti. Nel tempo è nata la necessità di allargare il campionato che si stava ingrandendo ed è nato il Coordinamento provinciale con i comitati territoriali di Settimo e Valle Susa. L’anno scorso abbiamo chiuso la stagione con 12mila tesserati” Qual è il momento che ricordi con più piacere? “Intendi emotivamente? Sicuramente il torneo dei centri di salute mentale, è il più bello ed emozionante, e i campionati i tornei i concentramenti di miny volley e giovanili. E poi dopo un anno di momenti bellissimi arrivano le feste finali, quella di tutte le categorie dove giocano almeno 140 squadre in due weekend e la festa dei centri di salute mentale che si svolge nell’impianto del Valle Susa con partite di pallavolo e beach volley”. I prossimi appuntamenti con la pallavolo regionale sono l’8 Marzo con il Torneo della Mimosa a Trofarello, dove non si gioca solo a volley, ma anche a ping pong e a calcetto, si prosegue il 25 Aprile con il Torneo della Liberazione e le finali, il 23 e il 24 Maggio per i giovani e il 6 e 7 Giugno per gli adulti. Pietro nonostante non possa più esercitare il ruolo di arbitro per incompatibilità con la sua carica di coordinatore, nel 2019 ha indossato il fischietto in occasione del Torneo della Mimosa e ricorda ancora con piacere quando tempo fa è stato in Finlandia. Si è ritrovato ad arbitrare un’importante semifinale e finale under18 tra Russia e Finlandia, un incontro di alto livello. La pallavolo è contagiosa e in famiglia, come anticipato c’è anche Donatella, che ha seguito le orme di papà e a sua volta fa parte del coordinamento regionale “Ho iniziato a 10 anni - racconta la dolce Donatella - con i corsi di pallavolo della Sportincontro che organizzava nel post scuola, mi ero stancata di praticare nuoto. Sono stata inserita nella squadra delle mie coetanee, dove ho gio- cato fino ai 25 anni. In quegli anni papà seguiva me e mia sorella e la dirigenza della società lo ha coinvolto come segnapunti refertista e poi come dirigente. Lo ricordo come un accanito tifoso, a volte persino troppo turbolento” La vita cambia e Donatella mette su famiglia, ma 5 anni fa dopo una pausa di ben 15 anni, ritor- na a giocare in Uisp in un campionato “Giocare per divertirsi” dedicato ai “giovani di ieri”. Quest’anno ha cambiato squadra e si è ritrovata per compagni di volley due coetanei con cui giocava nella Sportincontro. “Negli anni ho aiutato papà ad occuparsi della “lega pallavolo” - continua Donatella - prima da casa e poi in veste di segreteria "ufficiale". Negli anni la pallavolo ha subito moltissimi cambiamenti, spesso per dar risalto allo spettacolo, ma a discapito della tecnica e dei fondamentali. Una cosa però non è cambiata e spero non cambi mai per la tecnica dello sport: non si possono avere individualismi - senza ricezione non c’è l’alzata e senza alzata non si può schiacciare - questo lo rende uno sport aggregativo. Il suo fascino e la sua bellezza lo rendono uno sport bellissimo, il più bello... almeno per me!”.
Buon sangue non mente...
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