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Nasim Eshqi l’arrampicata: è sinonimo di libertà

Il 18 febbraio abbiamo incontrato Nasim Eshqi al Circolo dei Lettori di Torino, in occasione della presentazione del libro “Ero roccia, ora sono montagna. La mia battaglia per la libertà delle donne in Iran e nel mondo”

"Ero roccia, ora sono montagna. La mia battaglia per la libertà delle donne in Iran e nel mondo". E' il titolo del libro, che Nasim Eshqi, sta presentando in giro per l’Italia. Un racconto che ci fa conoscere una donna straordinaria; la sua storia è quanto mai attuale, un excursus per riflettere sui temi di grande attualità, come la libertà, l’oppressione e la lotta per i diritti delle donne. Nasim, 42 anni, è iraniana di Teheran e sin da bimba ha ritenuto che il mondo non la volesse “Pensavo che nessuno mi vedesse, mi sentivo come un sasso buttato in un angolo, inutile”. Passa il tempo e in lei si forgia il carattere di donna determinata, che ama lo sport, si sente più sicura e riesce a vedere l’altro lato del mondo. La passione per la kickboxing, sport che adorava, le permette di diventare dieci volte campionessa nazionale, fino a quando deve fare i conti con il regime dittatoriale del suo paese. Dovrebbe partecipare a competizioni internazionali, ma con il velo. Lei non ci sta e la carriera della kickboxing si chiude amaramente. Casualmente scopre l’amore per la montagna, la natura e l’arrampicata, un’attività quanto mai semplice per lei con un fisico particolarmente allenato. Nasim diventa una perfetta climber e apre tante nuove vie a cui dedica nomi di donne. Fino a quando decide che è arrivato il momento di scappare da un paese, che fino alla precedente generazione aveva vissuto “come nella dolce vita” e adesso si trova dominato dal regime degli ayatollah. La guerra, le sanzioni durissime e una vita psicologicamente devastante la mettono a dura prova, Nasim però tra lo sport e la fantasia che le offrono i libri come il Piccolo Principe, Nietzsche e Schopenhauer, trova la forza per fuggire dall’Iran, si reca a Dubai, in Turchia e Armenia, si sente cittadina del mondo e decide di rompere il muro del silenzio e dare voce alle proteste fino al 16 settembre 2022. Quel giorno arriva la notizia della morte di Mahsa Amini, arrestata dalla polizia morale perché non aveva indossato il velo e poi massacrata di botte. “Mi sono sentita morire, anche perché anch’io sono stata arrestata molte volte. La montagna è stata la mia via di fuga, simbolo di libertà. Si scala senza vestiti lunghi e veli, siamo tutti uguali” Nasim da climber professionista qual è ha trovato casa sportivamente in UISP nella asd Supergiù. Da guida alpina certificata e ha acquisito la qualifica di tecnico UISP e continua ad aprire vie sui monti e ad insegnare la disciplina.

Alla fine della presentazione del libro, abbiamo salutato Nasim che ci ha rinnovato il suo amore per la UISP: “Nella UISP c’è l’idea dello sport per tutti, dell’attività ludica oltre quella agonistica, c’è il rispetto per ogni individuo e il supporto dei diritti umani e delle opinioni di ognuno. Uno sport che unisce e che include, capace di ascoltare tutti e dare voce anche a battaglie e temi sociali importanti

(Articolo di Alma Brunetto – Comunicazione Uisp Piemonte)

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