Ecco le parole del Presidente della UISP Lega Tennis Nazionale in merito alla questione dei rapporti Fit-Uisp
La UISP Lega Tennis
preso atto della situazione venutasi a creare con la Federazione Tennis allo scopo di tutelare i propri circoli e chiarire ai propri soci e a quanti si sono rivolti alla Uisp per praticare il tennis considerato l'atteggiamento formalistico e restrittivo della Federazione (che dovrà essere valutato nelle sedi opportune) circa l'interpretazione delle carte federali, che finisce per penalizzare in maniera evidente chi ha voglia di giocare al tennis precisa che nessuno ha l'esclusività dell'organizzazione dello sport, in particolare del tennis, in Italia.
Ognuno deve fare la sua parte secondo il proprio ruolo e la propria vocazione.
La Uisp continua ad essere disponibile a lavorare per giungere al più presto ad una intesa che disciplini i rapporti tra enti e federazioni, nel comune obiettivo di diffondere la pratica sportiva nel nostro paese.
Questa è la situazione che si è venuta a creare per gli oltre 1000 circoli di tennis della UISP e di molti altri Enti di Promozione Sportiva :
Nello stabilire le quote annuali di adesione per il 2011 la Federazione ha inteso applicare una quota superiore di oltre il 300% per quegli affiliati che nell'ambito della disciplina del tennis si affilino anche ad altri Enti di Promozione Sportiva (EPS).
Laddove la quota 2010 in caso di prima affiliazione era pari ad € 100 (per
tutti), adesso la medesima quota viene inspiegabilmente innalzata sino ad € 250
per quei circoli che avessero l’unica “colpa” di aderire, oltre che alla FIT, anche
ad un Ente di Promozione Sportiva. L’intento di ampliare le opportunità di
pratica per i propri soci anche a livello amatoriale e/o promozionale viene
dunque punito con l’applicazione di una quota superiore più di 3 volte rispetto
agli affiliati che non aderissero a nessun EPS per i quali la quota viene fissata in €80.
Le “penalizzazioni” per i circoli che intendessero partecipare all’attività
federale ed a quella di un EPS non si limitano alla quota di prima affiliazione ma
sono riscontrabili anche per la riaffiliazione (€ 400 contro € 160 per la
procedura “tradizionale” ed € 250 contro € 80 per chi, invece, procedesse “online”).
Analoga sperequazione è presente anche per le associazioni o società sportive dilettantistiche che praticassero le discipline del beach tennis o del paddle.
Sempre connessa alla differenziazione di quote sopra prevista è la “tassa
annua per ciascun campo” che ammonta ad € 15 per i Circoli che non
diminuiscono il numero dei campi rispetto al 2010 mentre è elevata ad € 25 per
i soggetti che, invece, riservassero alle attività FIT un numero inferiore di campi
rispetto a quello dell’anno scorso. Anche in questo caso, sembra chiara intenzione della FIT di vessare i circoli che vogliano aderire anche ad un EPS destinando magari alle attività amatoriali uno o più campi prima riservati esclusivamente alla pratica di attività FIT.
Le condotte abusive da parte della Federazione non si sono, però, “limitate”
al versante affiliati (circoli), ma si sono estese anche a quelle dei tesserati
praticanti e, più precisamente, dei tecnici. Per tale categoria di tesserati, infatti,
viene espressamente previsto che coloro che “operano in via esclusiva per la FIT
e/o per le Società ad essa affiliate, prestando quindi la loro opera solo in favore di
tesserati FIT, hanno diritto alla riduzione del 50% sugli importi delle quote di
iscrizione all’Albo o agli Elenchi”. Ed anche in questo caso gli importi hanno
subito notevoli aumenti rispetto a quelli della stagione sportiva precedente
(circa il 100% in più).
Il disegno appare chiaro. Prevedere un aumento generalizzato delle quote di affiliazione, riaffiliazione, tasse-campo e tesseramento tecnici (raddoppiando o triplicando le quote rispetto al 2010) per poi far ricadere integralmente questi ingiustificati rincari solo su chi non “giurasse fedeltà” alla Federazione Italiana Tennis.
E non ci si celi dietro l’ eventuale aumento di costi o di servizi in quanto, ad esempio, la quota di prima affiliazione per i circoli è calata del 20% rispetto al 2011 ove non si aderisse ad un EPS, mentre è aumentata del 250% se, invece, si intende dare la possibilità ai propri soci di svolgere attività anche in seno ad un EPS.
E se parlare di giuramento o di fedeltà potrebbe, a prima vista, anche apparire ingeneroso o addirittura fuorviante, in realtà non lo è nella maniera più assoluta in quanto la FIT, per accordare la “riduzione”, chiede ai legali rappresentanti dei circoli di sottoscrivere un modulo in cui campeggia un impegno a non richiedere fino al 31 dicembre (termine della stagione sportiva), l’affiliazione, la riaffiliazione o l’aggregazione del proprio circolo ad altro ente od organizzazione cioè ad un ente di promozione.
Tale modello, scaricabile dal sito, è peraltro denominato “Dichiarazione esclusività affiliazione”.
Noi della Uisp non abbiamo alcuna intenzione di mettere in discussione la posizione (anche “dominante” se si vuole) della FIT in quanto unica Federazione in Italia ad essere riconosciuta dalla corrispondente Federazione Internazionale e, pertanto, in possesso di riconoscimento da parte del CONI quale Federazione Sportiva Nazionale (FSN).
Detto riconoscimento non implica, però, alcuna esclusività nel panorama sportivo nazionale se non con riferimento ai rapporti con le autorità sportive internazionali per la pratica e la disciplina dell’attività agonistica di alto livello, per la partecipazione alle competizioni continentali, mondiali nonché alle Olimpiadi.
La posizione Uisp tennis è che il riconoscimento quale FSN non comporta, invece, esclusività di altro genere tese ad escludere dal territorio altre organizzazioni, con evidenti danni anche per i cittadini che vedono compresse le opportunità di praticare sport anche a livello amatoriale o promozionale seppur, talvolta, con modalità competitive.
È inevitabile ed indubbio che, se da una parte le attività della Federazione e degli EPS divergono sensibilmente (l’una punta alla preparazione degli Atleti per i Giochi Olimpici ed all’agonismo di alto livello - gli enti, alla diffusione dello sport in tutte le fasce della popolazione), dall’altra parte vi possono essere, e vi sono, delle aree di attività o dei campi di azione che, nel supremo interesse della pratica dell’attività sportiva, possano giungere quasi a
sovrapporsi.
Non si può negare, infatti, che la Federazione, svolge anche un’attività di “promozione”, esercitata anche senza perseguire direttamente l’obiettivo del “risultato”, mentre gli Enti come la Lega Tennis, pur senza rinunciare alle proprie finalità di promozione e diffusione delle attività sportiva, talvolta giungano anche ad organizzare manifestazioni ed eventi a carattere competitivo.
Pur nel rispetto della rispettiva mission non si può, pertanto, negare alla Federazione la possibilità di fare attività promozionale così come agli EPS di organizzare dei tornei che prevedano una classifica. Lo Sport senza un vincitore ed uno sconfitto non sarebbe tale e per promuoverlo e contribuire alla sua diffusione non si può negare ad un Ente riconosciuto dal CONI la possibilità di organizzare delle manifestazioni a carattere competitivo.
E di questo la Federazione Italiana Tennis appare assai ben consapevole nel momento in cui pone in atto delle misure che, sembrerebbero non impedire l’affiliazione ad un EPS o lo svolgimento di attività da parte di questo ma che invece, in considerazione della posizione dominante di cui gode, comportano una grave lesione delle regole del mercato
con un effetto discriminatorio per le altre organizzazioni che operano sullo stesso mercato.
Ciò che è importante chiarire, infatti, è il ruolo e la differenza tra le Federazioni e gli Enti di Promozione Sportiva anch’essi riconosciuti dal CONI. A norma dell’art. 27 dello Statuto dell’Ente Pubblico CONI (approvato con D.M. 7 aprile 2008 e, pertanto, atto avente forza di legge) “sono Enti di promozione sportiva le associazioni riconosciute dal CONI, a livello nazionale o
regionale, che hanno per fine istituzionale la promozione e la organizzazione di attività fisico-sportive con finalità ricreative e formative, e che svolgono le loro funzioni nel rispetto dei principi, delle regole e delle competenze del CONI, delle Federazioni sportive nazionali e delle Discipline sportive associate”.
Laddove, invece, l’art. 2 dello Statuto FIT dispone che tra i propri fini istituzionali sono “lo sviluppo dell'attività agonistica finalizzata all'attività internazionale ed alla partecipazione alle Olimpiadi, nell'ambito delle direttive impartite dall'International Tennis Federation e dal C.O.N.I.”.
Di curare e definire i rapporti tra FSN ed EPS si è, del resto, sempre occupato il CONI quale garante dell’unicità dell’ordinamento sportivo nazionale.
Il continuo confronto tra le varie componenti e l’istituzione di una specifica Commissione, ha portato nel 2006 la Giunta Nazionale CONI ad assumere una specifica delibera col modello di convenzione tra FSN ed EPS.
In questa convenzione deliberata dal CONI si prevede espressamente, già nelle premesse, che l’Ente di Promozione Sportiva “promuove ed organizza attività sportive multidisciplinari con finalità formative e ricreative, ancorché con modalità competitive”.
È chiaro, poi, che, come riportato all’art. 2 della convenzione quadro, i termini “Campionati Italiani” e “Campione Italiano” - per tutte le categorie - e, riferiti all’attività internazionale, “Squadra Italiana” o “Nazionale” (Atleti Azzurri)”, possono essere utilizzati esclusivamente dalle Federazioni. Mentre gli EPS possono utilizzare i termini “Campionati Nazionali EPS” e “Rappresentativa Nazionale EPS”. Questo gli EPS non hanno alcuna intenzione di metterlo in discussione nel pieno rispetto del deliberato del Comitato Olimpico.
Sembra arduo non rilevare come la FIT abbia, per noi, impropriamente abusato del proprio ruolo di Federazione Sportiva Nazionale imponendo dei prezzi e delle condizioni ingiustificatamente gravosi ed adottando dei comportamenti inequivocabilmente volti ad ostacolare l’accesso e la permanenza sul territorio degli EPS “concorrenti”.
Quello che non è tollerabile è, però, che in spregio alle norme contenute nelle leggi, nello Statuto CONI oltre che in atti deliberativi interni del CONI medesimo, la FIT metta in discussione l’essenza stessa del riconoscimento degli Enti di Promozione Sportiva e quindi della Lega tennis Uisp che con i suoi 30.000 soci e 1100 circoli è l'esponente più rappresentativo di questo movimento tennistico che non si riconosce nella federazione.
Il Presidente Uisp Tennis
Massimo Moschini