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N.29 - Giro d’Italia di Handbike, dieci tappe in sette regioni sognando il grande salto

Dieci tappe, sette regioni, nove categorie di atleti – cinque maschili e quattro femminili – e una manifestazione che ogni anno cresce sempre di più e che, prima ancora di dare il via all’edizione 2012, già si proietta in quella del 2012, sognando il “grande salto”, sperando di poter concretizzare l’idea di incontrare, almeno per una tappa, il ben più grande e famoso Giro d’Italia per professionisti.

Il Giro di Handbike parte domenica da Marina di Massa per concludersi a Sulmona, in Abruzzo, fra cinque mesi, il 23 settembre prossimo. Dieci appuntamenti concentrati nei soli giorni festivi perché, come dice l’ideatore (e direttore) Andrea Leoni, “la gran parte degli atleti è gente che lavora e può correre solamente durante il fine settimana”: inevitabile, per favorire la partecipazione del più alto numero di persone, spalmare il calendario lungo tutti i mesi primaverili ed estivi. Andrea Leoni non è uno qualunque: come direttore della carovana pubblicitaria, da tempo fa parte dell’organizzazione del Giro d’Italia principale, quello dei ciclisti professionisti. L’idea e la realizzazione della versione per atleti con disabilità la condivide con Maura Macchi, che oggi è presidente del Giro d’Italia di Handbike: “Le due edizioni passate - dice lei - ci hanno regalato un successo di pubblico clamoroso, abbiamo girato per le piazze più belle, abbiamo vissuto ogni gara a fianco dei nostri atleti, ci siamo emozionati, entusiasmati e anche commossi”. Hanno messo in piedi tutto esclusivamente per passione: tecnicamente, ad organizzare il Giro è un’associazione sportiva senza fini di lucro, e tutti coloro che ci collaborano lo fanno nel proprio tempo libero, e senza percepire – va da sé – neppure un euro. Cruciale è l’aiuto delle singole società dilettantistiche locali, che hanno e mantengono la titolarità delle gare disputate sul proprio territorio.

L’edizione 2010 (sei tappe) ha rappresentato l’esordio, quella 2011 (dieci tappe) la dimostrazione che il progetto è serio e i risultati possono arrivare; ora, in questo 2012, l’obiettivo è osare ancora di più, in attesa del definitivo colpo grosso fra dodici mesi. “In questi anni abbiamo pensato – racconta Leoni – di estendere il più possibile l’evento sul territorio italiano: i corridori che praticano handbike vivono per la gran parte al nord, dove hanno sede la quasi totalità delle società dilettantistiche coinvolte in questo sport, ed è per questo che le regioni coinvolte sono quasi tutte nella parte settentrionale del paese”. Ad ogni gara partecipano mediamente fra i 60 e gli 80 atleti, con punte massime di un centinaio di corridori: “Lo scorso anno – continua – con grandi difficoltà siamo riusciti a farli arrivare a Sulmona per la tappa abruzzese del Giro: un’esperienza che ripeteremo anche in questo 2012, con la città in provincia dell’Aquila che ospiterà l’ultima gara”.

Il Giro 2012, rispetto agli anni passati, toccherà due nuove regioni, il Lazio con la tappa di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, e il Veneto con la gara di Verona: per il resto si gareggia in Toscana, in Piemonte, in Friuli - Venezia Giulia e in Lombardia (quattro appuntamenti). “Negli anni – confida Andrea Leoni – la speranza è quella di riuscire ad andare un po’ più a sud e di ampliare così il bacino d’utenza: pian piano, facciamo qualcosa in più ogni anno”. E questo “qualcosa in più”, fra dodici mesi, per l’edizione 2013, potrebbe essere un colpo grosso: “Abbinare una nostra tappa con il Giro d’Italia professionisti”, si lascia scappare Maura Macchi; “far combaciare una delle nostre gare con un circuito di un loro arrivo di tappa”, conferma Andrea Leoni. Mettere dunque in uno stesso luogo, sotto l’attenzione della stampa e delle televisioni di tutto il mondo, i grandi campioni del ciclismo e gli atleti della handbike. Un’occasione di promozione unica per il Giro Handbike, oltre che un’opportunità preziosa per veicolare un messaggio culturale di grande rilevanza sociale

 

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