Numero chiuso per gli atleti professionisti senza cittadinanza italiana. Il Coni, come stabilito da una norma della legge Bossi-Fini sull'immigrazione, ha deliberato che per la stagione 2012/2013 non potranno tesserarsi nelle federazioni sportive italiane come professionisti più di 1.352 atleti stranieri non comunitari, 25 in meno dello scorso anno. La decisione, approvata oggi, ha scatenato qualche polemica e quattro federazioni sportive si sono astenute. "È un problema anche per i figli di immigrati nati o cresciuti in Italia e che rischiano di non poter accedere al professionismo", commenta Filippo Fossati, presidente Uisp e membro del consiglio del Coni, motivando così la sua astensione. Insieme a lui hanno deciso di non votare Claudio Barbaro dell'Asi (Alleanza sportiva italiana), Ciro Turco dell'Aics (Associazione italiana cultura e sport) e Ugo Salines del Csen, (Centro sportivo educativo nazionale). "Il problema non è il numero in sé, 50 in più o in meno - sottolinea il presidente Uisp - ma il fatto che una legge ponga dei limiti assurdi". Limiti che spesso portano alla fuga di talenti. "Conosco diversi casi di ragazzi che compiuti i 18 anni - afferma Fossati - scelgono di giocare per la nazionale di un altro Paese perché in Italia hanno difficoltà con il permesso di soggiorno".