Un gruppo di appassionati della bicicletta che, come in tante altre parti d'Italia, la Domenica mattina si danno appuntamento per un'uscita in bici,per coltivare la loro passione, per stare con gli amici, per pedalare insieme, per.....e sono tanti i motivi, che ritroviamo in molti angoli di questa nostra penisola, giustificare la pedalata domenicale. Purtroppo una Mercedes, con alla guida un giovane marocchino , risultato sotto effetto di stupefacenti, ad alta velocità, in fase di sorpasso ha sbandato ed ha travolto ed ucciso 7 ciclisti ed altri in gravi condizioni.
Una tragedia che ci colpisce profondamente oltretutto trovandosi a condivire lo stesso "gioco" ,la stessa passione, che ci fa essere vicini alle famiglie esprimendo le nostre sentite condoglianze. Un'ennesima tragedia di ciclisti morti sulle nostre strade che segue allo stillicidio continuo che purtroppo si ripete. Speriamo che passato lo sgomento, la commozione, non si cancelli quanto è avvenuto; Non possiamo e non dobbiamo dimenticare quanto avviene sulle strade, quanti rischi ci sono per coloro ( e sono tanti) che salgono sulla bicicletta. Ci sono rischi a prescindere, c'è disattenzione da parte del legislatore,delle Istituzioni, c'è la convinzione che le strade appartengono a chi è motorizzato e gli altri, ciclisti o pedoni, sono un intralcio, un impedimento alla velocità, alla potenza del "rombo del motore". Iniziamo a ragionare diversamente, a pensare che le strade debbono essere di tutti, automobilisti,ciclisti,pedoni e tutti devono potersi muovere in sicurezza e sentirsi liberi cittadini, con uguali diritti e doveri. Una diversa visione della mobilità, con investimenti sul trasporto pubblico, maggiori piste ciclabili ma anche politiche sulla sicurezza sulle strade dove chi utilizza la bici trovi adeguate attenzioni dalle Istituzioni nelle città, con la creazione di aree di circolazione riservate e sulle strade extraurbane corsie, anche parallele alla dx. della striscia bianca, con tutele artificiali.
La notizia passa nelle varie testate, sulle pagine dei giornali ma resta l'inquietudine, il rimorso di non aver fatto tutto il possibile, perché ciò non si ripeta. Come Uisp, come appassionati della bicicletta, vogliamo correre anche questa volta per far cambiare le cose, portando con noi la nostre conoscenze, le nostre professionalità per affermare i diritti di libertà, di chi sceglie di usare la bici sulle strade italiane.