Seguiamo con apprensione l'evolversi delle situazioni che vedono il diffondersi della pandemia a fronte del quale ognuno di noi è chiamato a dare un proprio contributo, attenendosi scrupolosamente alle indicazioni istituzionali per limitare il contagio e/o svolgendo il proprio lavoro con ritrovato senso di solidale comunità, dal settore sanitario in questo momento in prima linea, ai lavoratori delle tante categorie che contribuiscono a garantire la nostra sussitenza quotidiana.
La diffusione planetaria del Covit 19 è l'ultimo dei frutti avvelenati di quella stessa globalizzazione che ha omologato a sistema il perseguimento di interessi particolari, altri e diversi dal concetto di bene comune, a parole tanto sbandierato ma mai come oggi disatteso nella concreta realtà.
Alla doverosa attenzione nel superamento dell'emergenza si affianca l'auspicio per un ritorno ad una normalità nuova e diversa, che dia centralità alle ragioni dell'uomo e dell'ambiente consapevoli del ruolo che lo sport pertutti può svolgere nel farsi strumento e veicolo di promozione dei valori etici di sensibilità civica, di attenzione ai temi del "ben essere", della solidarietà e sostenibilità, quegli stessi che informano anche le nostre attività d'Acquaviva, nella convinzione che l'adesione alla UISP rappresenti la condivisione ed il coinvolgimento attivo in un costruendo percorso di democrazia partecipativa "dal basso" legata allo sport e al territorio.
Perché l'Acquaviva-UISP pone al centro delle proprie attività il tema dell'identità e dell’appartenenza alla UISP: tema che si declina nei cento modi e cento tempi diversi che caratterizzano i club, le associazioni e i singoli soci sul territorio ma che, sempre e ovunque, si concretizza nell’inclusione (disabilità, immigrazione, disagio sociale, ecc.), nella partecipazione attiva e nell’attenzione all’ambiente.
Perché non è riconducibile al primato dell’etica del risultato, propria dello sport di prestazione assoluta, ma è, invece, riconducibile alla tutela della salute, all'attenzione alla qualità della vita di ciascuno, al primato dell'educazione e della socialità.
Perché non è il fine ma il mezzo per la ricerca della felicità propria e di tutti a cominciare dai più deboli:
Perché è partecipazione alla tutela dei “luoghi in azione” siano essi le sorgenti dei torrenti d’alto corso o i parchi acquatici cittadini o, ancora, i canali e i tratti fluviali urbani da troppo lasciati all’incuria e al degrado.