Tornando indietro nel tempo, il suffragio universale in Italia è diventato realtà solo nel 1946. In quell’anno, per la prima volta nella storia della Repubblica, il popolo italiano fu chiamato a scegliere tra monarchia e repubblica, e anche le donne poterono finalmente votare. Da allora, il voto è diventato uno dei pilastri della democrazia italiana.
Oggi, siamo chiamati nuovamente a esercitare questo dirittto: l’8 e 9 giugno 2025 si voterà in tutta Italia per cinque referendum abrogativi su temi fondamental come licenziamenti, contratti a termine, risarcimenti, sicurezza negli appalti e cittadinanza italiana.
In un momento storico in cui la partecipazione civica sembra spesso trascurata, questo appuntamento rappresenta molto più di una scelta su singoli temi: è un invito a esercitare uno dei diritti fondamentali conquistati con fatica e sacrificio, il diritto di voto.
Ogni volta che scegliamo di non votare, contribuiamo, anche senza volerlo, a perdere la nostra voce come cittadini. Il voto è uno strumento potente per influenzare le decisioni che riguardano il nostro presente e il nostro futuro.
Un diritto, però, vive solo se viene esercitato. Ogni astensione, ogni scelta di “non scegliere”, rischia di indebolire il potere collettivo che ci unisce come cittadini.