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Genova

Judo, oggi a Reggio Emilia un corso sull'insegnamento ad allievi con sindrome di Down

Oggi, sabato 3 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità, il Centro Studi Judo di Reggio Emilia ospita un importante incontro di formazione per l'insegnamento del Judo ad allievi con sindrome di Down. L'iniziativa, promossa dall'Area nazionale discipline orientali Uisp insieme alla Fijlkam, rappresenta il primo appuntamento di approfondimento monotematico dell'area "judo adattato" per la stagione sportiva 2011-2012. A coordinare i lavori il maestro genovese Pino Tesini (cintura nera 7° dan), tra gli "antesignani" del progetto judo e disabilità. La giornata prevede momenti formativi importanti basati proprio sulle esperienze delle attività organizzate dall'Uisp a Genova, in collaborazione con l'Anffas. Si partirà con l'approfondimento della conoscenza della sindrome di Down, con l'intervento della dottoressa Umberta Cammeo, direttore sanitario dell'Anffas di Genova, e con lo scambio di esperienze di insegnanti, famiglie ed operatori. Si passerà poi alla pratica del judo, con la dimostrazione pratica dei ragazzi sulle materassine, dalla cintura bianca alla cintura nera, provenienti, oltre che da Genova, da Alpignano, Cremona, Imperia e Milano. L'Area nazionale discipline orientali Uisp. La giornata "Judo e Down" non è che il proseguimento ideale di un ciclo di appuntamenti che si è svolto tra il 2010 e il 2011 a livello nazionale sulle disabilità mentali. Queste iniziative nascono dalla necessità degli operatori di confrontarsi sulle diverse abilità, per meglio comprendere chi arriva nelle palestre delle associazioni sportive, per sostenerne al meglio non solo il percorso sportivo, ma soprattutto quello personale.

Ma in che modo il Judo può essere d'aiuto ai soggetti Down e, più in generale alle persone con disabilità fisiche e mentali?

La dottoressa Cammeo ha risposto spiegando che: «Le arti marziali in genere e il judo in particolare, hanno la specificità coniugare la motricità propria di ogni disciplina sportiva ad un senso fortemente educativo e quindi anche terapeutico. L'esperienza intrapresa nel 2006 a Genova tra Anffas e Uisp sui ragazzi con disabilità intellettive ha dato ottimi risultati e prosegue tuttora. Il judo - ha precisato la dottoressa Cammeo - mette tutti sullo stesso livello dando la possibilità ai ragazzi di imparare a gestire le proprie emozioni e il proprio corpo soprattutto grazie allo scambio con il compagno, che non è mai basato sull'antagonismo, ma sulla fiducia».