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Al cinema il matematico con la passione per la corsa

Come può una mente geniale , essere associata ad un perfetto corpo da atleta? Si domandava chi guardava correre Alan Turing.

Tra i primi film del 2015 usciti  nelle sale, troviamo “The imitation game”, la storia avvincente e dolorosa del matematico e maratoneta Alan Turing, morto perché era gay.

E’ grazie a lui se quotidianamente, digitiamo messaggi, condividiamo post e facciamo ricerche online. Chiamato nel 1942 dal governo inglese a decrittare il codice Enigma, ideato dai nazisti per comunicare tra loro, con caparbietà e genio riuscì a costruire la prima “macchina pensante”, nonché il primo computer, con cui decrittò il codice e sventò alcuni attacchi dei nazisti, contribuendo a far terminare il conflitto mondiale almeno due anni prima del previsto.

Nel film viene descritto un personaggio introverso e appassionato agli studi matematici, a cui dedica una vita, un breve cenno alla sua grande passione sportiva c’è, pochi sanno di essa e anche il regista la racconta poco ma non la omette, ne fa quasi uno strumento di narrazione.

Non molti conoscono l’animo sportivo del genio britannico, che sfiorò le Olimpiadi di Londra nel 1948. Genio sì, ma anche maratoneta sin dai tempi del college, Valerio Piccioni scrive così “Lo si vedeva passare veloce come una palla di cannone, disse un testimone delle sue abbuffate podistiche, senz’alcun desiderio di socializzare i chilometri che accumulava”.

Iniziò quasi per caso, da solo a Sherbourne, quando il maltempo rendeva impraticabili i campi di calcio. Si allenò sempre, con costanza, facendo della velocità il suo obiettivo, alternando ininterrotte corse mozzafiato ai suoi successi scolastici.

Il regista Morten Tyldum sceglie di far entrare nel suo piano narrativo anche lo sport, protagonista della quotidianità del personaggio. Ma non ne narra le lodi, scompone il valore che lo sport ha per Alan e ne fa elemento di contorno. Alterna gli allenamenti di Alan, in due distinte fasi della narrazione, utilizzandoli come sequenze per rafforzare l’intensità dei momenti salienti. Le sue corse veloci e affannose, diventano specchio delle emozioni. Turing era appassionato agli studi matematici e alla corsa, d’altronde tra i numeri e la corsa ci sono molte connessioni: si può calcolare la distanza, i chilometri, i battiti del cuore e il ritmo dei respiri che scandiscono il movimento e forse Tyldum fa sua questa  teoria e la applica, montando  pochi frame dedicati allo sport, per enfatizzare, creando un’alternanza di emozioni e chilometri, respiri e calcoli, falcate e ingranaggi.

Anche la vita di Turing corse veloce, troppo veloce e della sua morte non ne parlò nessuno. Morì perché gay, fu processato per omosessualità, allora considerata malattia mentale. Morì a 42 anni, dopo una durissima cura ormonale punitiva, si suicidò addentando una mela piena di cianuro.

Un film incredibile, che mette in primo piano l’unicità del genio, una corsa contro il tempo, raccontata con stile e fluidità. Degno della candidatura a ben otto premi oscar.

Clicca qui per vedere il trailer del film "The imitation game"