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Ascoltare i bisogni e mettere al centro le comunità: il contest Tran-Sport

Le tre idee innovative vincitrici del contest mostrano in modo netto quanto lo sport sociale possa diventare una leva di innovazione nei territori

 

I tre progetti arrivati sul podio del Contest Tran-Sport mostrano in modo netto quanto lo sport sociale possa diventare una leva di innovazione nei territori. Agiscono su fronti diversi: contrasto allo spopolamentoaccessibilitàtecnologie inclusiveeducazione ambientale e attività outdoor. Ma condividono un metodo comune: ascoltare i bisogni, mettere al centro le comunità, costruire strumenti che parlano a tutte le generazioni. La loro forza non è solo nelle soluzioni proposte, ma nella capacità di leggere i cambiamenti in corso e trasformarli in opportunità di crescita sociale ed economica.

Il progetto vincitore, Territori in movimento, nasce nell’area interna di Laino Borgo, in provincia di Cosenza. È un territorio ricco di risorse naturali, segnato da fiumi e sentieri, dove negli ultimi anni è cresciuto un indotto legato agli sport outdoor. Uno sviluppo che però non procede con un adeguato ricambio professionale. Come spiega Andrea D’Onofrio, “l’outdoor ha creato un indotto importante, ma i territori rischiano di non avere più personale formato”. Da qui l’idea di un percorso che sostiene lo sviluppo locale formando nuove figure e valorizzando competenze già presenti.

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Tra gli elementi più rilevanti c’è l’integrazione degli operatori stranieri che già operano nel settore outdoor. “In paese si parla quasi spagnolo, perché arrivano dei ragazzi, degli amici sudamericani. È già un segno di inclusività. Vogliamo valorizzarlo”. Territori in movimento lavora così su due livelli: mantenere viva l’economia legata al turismo outdoor e rafforzare i legami sociali della comunità. D’Onofrio racconta anche la dimensione personale del traguardo raggiunto: “La prima persona a cui ho mandato il messaggio è stata mia moglie… è nato mio figlio da poco e volevo dedicarle questo riconoscimento”. Il progetto prevede ora la creazione di una piattaforma digitale per connettere risorse, operatori e realtà locali: “Il sogno è mettere in campo la prima linea al primo anno: creare una piattaforma digitale che connette le risorse e permette di ospitare gli operatori senza problemi”.

Il secondo posto è stato assegnato a PlayLIS – Lo sport che parla con le mani, nato a Ravenna per rendere l’attività sportiva più accessibile a bambine, bambini e adolescenti sordi. Il progetto si basa su un’app che utilizza intelligenza artificialerealtà aumentata e gamification per tradurre comandi vocali in Lingua dei Segni Italiana (LIS), facilitando l’interazione tra atleti, allenatori e arbitri. Carla Ciotti, che ha presentato l’idea, racconta lo stupore del risultato: “Siamo emozionate: è la prima volta che presentiamo il progetto ed è stata una bellissima esperienza. Non ci aspettavamo il secondo posto”.

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Ma PlayLIS non si esaurisce nell’innovazione tecnologica. Prevede percorsi formativi, attività educative e momenti di sensibilizzazione rivolti a scuole, associazioni e realtà sportive. L’obiettivo è cambiare il modo in cui si costruiscono le relazioni nello sport: “Le persone sorde sono come tutti gli altri. L’unica parte che manca è l’udito”. Ciotti sottolinea anche l’urgenza di superare divisioni storiche fra pratiche per sordi e per udenti: “In Italia non ci devono essere un’associazione per sordi e una per udenti: si deve lavorare insieme”.

Il terzo classificato, Partenio Adventure, nasce nel territorio del Parco del Partenio, in provincia di Avellino, e viene presentato da Filomena Masi con due collaboratori. L’idea è trasformare il Parco in un ecosistema di esperienze outdoor e digitali rivolte a pubblici diversi: anziani, famiglie, giovani, persone con disabilità e gruppi organizzati. L’app interattiva invita a esplorare il territorio, mentre i trekking esperienziali favoriscono socialità, benessere psicofisico e conoscenza dei luoghi.

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Masi racconta che il momento della presentazione è stato determinante: “Tanta soddisfazione… una cosa è scrivere un progetto, un’altra è esporlo davanti a una platea così vasta. È stata una grande emozione”. All’interno del team si occupa della progettazione, della ricerca fondi e delle partnership, e guarda con chiarezza alla fase che si apre ora: “Io sono quella che si occupa della progettazione, della ricerca dei fondi e delle partnership: per me si apre davvero uno scenario di tanto lavoro. Coinvolgere il territorio sarà la parte più importante”. Lancia anche un messaggio a chi vuole iniziare: “Dare voce anche a una piccola idea: scriverla rende tutto più concreto. E poi lanciarsi, senza paura”.

Pur lavorando su ambiti molto diversi, i tre progetti indicano una direzione comune: uno sport che si radica nelle comunità, crea nuove competenze, rafforza i territori e allarga le possibilità di accesso e partecipazione. È la visione che guida anche il percorso del Contest Tran-Sport, azione centrale del progetto nazionale Tran-Sport, promosso dalla Uisp insieme a Simurg Ricerche e sostenuto dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il Pitching Day, ospitato alle Industrie Fluviali venerdì 14 novembre, è stato il momento conclusivo di un lavoro iniziato con una call for ideas che ha raccolto oltre novanta proposte da tutta Italia. Da quella raccolta sono emerse le dieci idee più promettenti, poi accompagnate in un percorso di formazione e sviluppo progettuale. L’evento ha permesso di dare valore ai team finalisti e di condividere una visione più ampia di transizione sportiva, intesa come capacità dello sport di generare innovazione socialeopportunità di lavoro e coesione. Un processo che continuerà anche oltre il contest, attraverso i territori e le realtà che ogni giorno sperimentano nuovi modi di fare sport. (A cura di Lorenzo Boffa)