Nazionale

Il samba di Thawan, il bambino di 8 anni che conquista il Maracanà

La cerimonia d'apertura è lo spettacolo più visto delle Olimpiadi. I biglietti costano più di quelli dei 100 metri di Bolt o di una delle gare di Phelps, e persino della finale del torneo di calcio, che in Brasile è una vera religione. Stesso discorso vale per la tv: tutto il mondo la guarda, anche perché tutto il mondo ne è in qualche modo coinvolto. 206 Paesi hanno preso parte alle Olimpiadi di Rio. La cerimonia è stata bella, intensa, emozionante, peraltro si è speso pure meno di altre volte. "Affascinante ma senza lusso", hanno detto i brasiliani presentandola. E così abbiamo visto uno spettacolo con la loro storia, la loro musica, le loro scoperte, il tutto però con uno sguardo verso il mondo, perché i brasiliani sono figli del mondo, in particolare di quell'Africa dove nacquero gli antenati dei cariocas, il soprannome dei cittadini di Rio de Janeiro, di oggi.

Fra stelle dello sport e dello spettacolo, ecco che compare un ragazzino. Ha centomila occhi addosso da vicino e un paio di miliardi che lo vedono dalla tv. È vestito tutto di bianco, ha un sorriso che conquista, più tardi sapremo che ha soltanto 8 anni. Comincia a ballare un samba strepitoso duettando con un signore che potrebbe esserci nonno o bisnonno, il famoso Wilson dal Neves. Lui, invece, si chiama Thawan Lucas e dopo una lunga selezione, è stato scelto per riempire il palcoscenico con un'energia che mette addosso una straordinaria voglia di vivere. Le gare non sono ancora cominciate, ma è come se Thawan vincesse la prima medaglia d'oro dei Giochi di Rio. La gente è incollata al suo volteggiare. Ballare è la sua vita. Ma sua nonna, che nelle ore successive diventa la biografa del nipote, racconta che va benissimo pure a scuola. Per lui l'emozione non esiste. Dopo lo spettacolo gli chiedono: "ma com'è andata quando hai chiesto l'autografo alla bellissima modella Gisele Bundchen?". "Benissimo, ma è stata lei a chiedermelo..."

Thawan viene da un posto difficile, la favela di Vila Kenedy, che il giorno dopo farà festa per lui. Come nonna Solimar. Che però piange, piange per quel sul nipote che alla fine si stanca e le dice: "basta nonna, sono io che dovrei emozionarmi, non voi". E poi: "va bene, tranquilli, calma, sono vivo, sto bene". Dopo lo spettacolo, Thawan è tornato a casa, s'è bevuto un bicchiere di latte e fatto una doccia, chissà quando, come e se lo ritroveremo su qualche copertina. Per ora il suo sogno è ballare per il carnevale di Rio. In bocca al lupo.