Nazionale

L'Uisp e le attività in favore dei migranti: il Report annuale

Presentiamo la rassegna delle attività svolte dall'Uisp, inserite nel Report annuale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. A cura di D.Conti

 

L'Uisp dal 2010 è iscritta al Registro delle Associazioni che svolgono attività in favore dei migranti promosso e gestito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed ogni anno è chiamata a presentare una Relazione sulle attività svolte in Italia a livello nazionale e territoriale. Grazie all’impegno di tutti i Comitati territoriali Uisp e delle Politiche nazionali Uisp per l’Interculturalità e la Cooperazione, i resoconti sono utili per fotografare l’impegno dell'associazione nel favorire l’inclusione di persone migranti/richiedenti asilo/rifugiate/straniere e nel combattere ogni forma di discriminazione nello sport.


Anche quest’anno il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali  ha presentato un report riassuntivo delle attività svolte nel 2023 dalle 832 associazioni iscritte alla sezione 1. Grazie alla comparazione che è possibile fare, l'Uisp è la seconda per ramificazioni territoriali con 136 organizzazioni locali autonome (prima di noi solo ARCI con 184 organizzazioni associate). Inoltre facciamo parte del 20% di associazioni fondate prima del 1980.

La relazione è meramente statistica e probabilmente non riesce a rispecchiare pienamente quanto realmente accade in Italia. Dal report si evince come nel 2023 il 50% delle attività siano stati in favore dei profughi ucraini (secondo i
dati Eurostat al 31 marzo 2024 in Italia sono presenti 164.070 ucraini fuggiti dalla guerra). Come già rilevato dall'Uisp e dalla partecipazione attiva al Forum del Terzo Settore, proprio le associazioni appartenenti al Forum hanno avuto un ruolo rilevante nelle politiche di accoglienza, soprattutto nella fase più acuta del 2022 e inizio 2023, andando a sopperire bisogni e necessità emergenziali. Le attività principali sono state finalizzate al supporto di interpretariato e mediazione, di inserimento scolastico e supporto legale.


La maggior parte dei finanziamenti da sempre per l’Italia deriva da fondi pubblici: nazionali (quasi il 50%), europei (37%), regionali/locali (13%). Al contrario di quanto accade in altri paesi europei dove il ricorso ad aziende private, fondazioni, campagne di donazioni è prevalente, in Italia solo il 2% dei progetti deriva da privati o autofinanziamento. Dati che forse dovrebbero spingerci a interrogarci di più su come differenziare maggiormente le nostre entrate su progetti sociali, che dipendendo in maniera così preponderante dalle rimesse pubbliche e che rischiano ogni anno di subire dei tagli dovute a scelte politiche e finanziarie. I beneficiari principali degli interventi sono stati i minori con il 21% (di cui un terzo minori stranieri non accompagnati) e le donne 37%. L’87% del target totale proviene da paesi extra UE.


Dall’analisi dei dati del report emerge come dato fondamentale l’importanza della messe in rete delle competenze, promuovendo coordinamenti tematici o territoriali, partenariati interassociativi e che coinvolgono enti pubblici (56%). Questo conferma quanto emerge ogni anno dai progetti nazionali ed europei portati avanti dall'Uisp non solo nell’ambito dell’interculturalità: per giungere a reali risultati in termini di inclusione e di lotta contro ogni forma di pregiudizio è necessario cooperare con associazioni ed enti differenti dal nostro, mettendo al centro le competenze differenti e trasversali, operando non solo a livello di promozione di attività, ma anche di advocacy nei confronti degli enti locali per inserire nelle agende politiche il tema del diritto allo sport per tutte e tutti (per approfondimenti in merito si possono
leggere i documenti prodotti in questo ambito dal progetto Sentry.

Altro aspetto fondamentale emerso dal report è quello della durata temporale dei progetti: il 72% degli stessi è iniziato negli anni prevedenti e ha un carattere continuativo (88.4%), sottolineando come per ottenere dei reali risultati nel campo dell’inclusione occorre una reale programmazione a medio-lungo termine. Infatti, per giungere ad una società non discriminatoria è fondamentale lavorare per abolire stereotipi e pregiudizi, incidendo profondamente nella cultura del nostro paese, attraverso attività di lungo periodo e programmi di diffusione e comunicazione.

L'Uisp in questo senso ha promosso e sta portando avanti importanti progetti come: L’osservatorio contro le discriminazioni nello sport - Mauro Valeri;  il progetto Monitora e il nuovo progetto SIC!  Analizzando a fondo il report ministeriale, emerge come l’attività di assistenza e protezione sia ovviamente quella prevalente con il 72%, ma la macroarea “cultura, sport e ricreazione” raggiunge un buon 25%, purtroppo il report non ci fornisce dati disaggregati che ci permettano di valutare che incidenza abbia il solo mondo sportivo.


La forma giuridica più diffusa fra gli iscritti è la cooperativa sociale (47%), seguita dalle Associazioni (41%); il 79% delle associazioni è già iscritta al RUNTS e solo il 22% è iscritta come anche l'Uisp al Registro Unar delle associazioni ed enti che svolgono attività nel campo della lotta alle discriminazioni. Interessante, è il paragrafo dedicato alle criticità segnalate dagli enti nello svolgere il proprio lavoro, dove al primo posto spicca la gestione dei rapporti con le istituzioni pubbliche (38%) e il coinvolgimento dei volontari (26.4%), seguito da finanziamento attività (14%).

Questi trend sono in linea da quanto sottolineato da molti dirigenti ed educatori sportivi nella realizzazione dei molti progetti nazionali ed europei (sia promossi da Uisp nazionale, sia direttamente dai Comitati territoriali) in questo ambito specifico, soprattutto nella grande difficoltà nel reperire volontari giovani, che quindi rendono difficile anche un probabile ricambio generazionale nei nostri direttivi e l’incremento di persone con background culturale differente sia a livello di educatori sportivi che dirigenti. Dato questo corroborato anche dal report ministeriale dove l’8,7% dei legali rappresentanti hanno una origine straniera e solo 5.2% degli operatori dei progetti sono non comunitari. Quest’ultimo aspetto verrà esplorato grazie al progetto SPIN Youth che a partire da questo autunno coinvolgerà circa 50
giovani di 8 paesi europei proprio per promuovere azioni positive per una maggiore diversità nei ruoli di leadership.


Molti progetti Uisp degli ultimi anni si sono incentrati sulla necessità di denunciare gli episodi di discriminazione nello sport perché come ci ha sempre ricordato Mauro Valeri la conoscenza reale del fenomeno aiuta nella progettazione attenta ed efficace dell’intervento, ci consente di comprendere il fenomeno e non sottovalutarne i diversi aspetti. Inoltre, come sottolineato con forza anche all’interno del “Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazioni sui tesserati regolamento safeguarding”, conoscere ci permette anche di sanzionare e correggere comportamenti abusanti. (di Daniela Conti – Responsabile Politiche per l’Interculturalità e la Cooperazione)