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Carceri e sport sociale Uisp: la seconda parte dello speciale Rai

Il servizio di Rai Sport trasmesso su Rai Due il 13 agosto. Le telecamere sono entrate nelle carceri di Bologna e Messina. L’intervento di T. Pesce

 

Sport per strappare un sorriso e un po' di speranza a chi vive in carcere. Sono le "Chiavi dello sport" quelle che Rai Sport ha raccontato nel servizio dedicato alle attività di sport sociale che l'Uisp organizza in quattro carceri italiane.

La seconda parte del lungo servizio è andata in onda domenica 13 agosto, con le telecamere Rai che sono entrate nelle carceri di Bologna e di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina)

GUARDA LA SECONDA PARTE DEL SERVIZIO DI RAISPORT ANDATO IN ONDA SU RAI2

Dopo la prima parte (GUARDA QUI) del servizio del 22 luglio sugli istituti penitenziari di Ferrara e Roma (link al nostro articolo qui), domenica 13 agosto è andata in onda la seconda parte dell’approfondimento realizzato da RaiSport a cura di Monica Matano da un'idea di Arianna Secondini, che racconta il frutto di un lungo lavoro nelle carceri e sul territorio da parte dell’Uisp. Infatti, grazie alla lunga esperienza maturata nel corso degli anni, l'Uisp ha costruito relazioni e buone pratiche attraverso cui ogni giorno propone attività fisica e motoria in decine di istituti penitenziari in tutta Italia.

La seconda puntata de “Le chiavi dello sport” è stata dedicata alle attività nel carcere di Bologna e a Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia dove in entrambe le strutture si è riusciti a creare un ponte tra il fuori e il dentro del carcere.

 

Il servizio è partito dall’Istituto penale per minorenni di Bologna “Pietro Siciliani”. Situato in pieno centro, ospita 44 detenuti al di sotto dei 25 anni di cui l’80% è straniero. Sono in molti ad avere alle spalle un vissuto di sofferenza senza una famiglia o un qualcuno che potesse fornire loro supporto. 

Il presidente dell’Uisp nazionale, Tiziano Pesce interviene ai microfoni di ai Sport evidenziando la portata positiva delle attività: “Portiamo una speranza all’interno di un percorso che, oltre ad essere un percorso di attività sportiva e promozione della salute, per i detenuti è un’occasione di incontro con persone esterne alla struttura per potersi un giorno rivedere al di fuori. Abbiamo delle esperienze importantissime di ritorno al lavoro grazie allo sport”.

L’attività preferita è il calcio ma c’è chi si appassiona al basket o chiede di giocare a pallavolo. Ma non solo. Ad esempio, un detenuto mostra la propria passione per le arti marziali “perché una volta finito il match si conclude tutto e non c’è bisogno di mostrare ulteriormente la propria forza”.

Alfonso Paggiarino, Direttore Istituto Penale per minorenni di Bologna, mette in luce il valore benefico del fare sport. “Può capitare che ci sia un detenuto che ha appena ricevuto una condanna che però vuole giocare lo stesso e, anche se è un po’ giù, dopo qualche minuto di attività si riprende e dimentica la tristezza”.

A questo proposito un ospite della struttura dichiara nel servizio quanto sia importante e alternativo alla solita routine “perché si riesce a sfogare le emozioni che hai dentro durante il percorso carcerario; inoltre c’è la bellezza nel trascorrere del tempo con i volontari e coloro che sono al di fuori”.

Cristina Angioni, Uisp Bologna ed Emilia-Romagna, mette in risalto la funzione pedagogica “del prendere un impegno e di vestirsi in modo adeguato alla pratica sportiva; tutto ciò è molto positivo”.

Ci sono poi progetti che non riguardano lo sport ma il reinserimento nel mondo lavorativo come la “Brigata del Pratello”, un’osteria formativa aperta per alcuni giorni al mese agli esterni con piatti cucinati dai detenuti sotto l’attenta guida di chef rinomati pronti a dare il proprio contributo per una buona causa. “Tutto ciò - ricorda Paggiarino – al fine di inserire i ragazzi in un percorso lavorativo. Alcuni, grazie al diploma e all’esame di Stato, lavorano in trattorie e pizzerie e, qualcuno, anche in dei ristoranti celebri e rinomati”.

Nel servizio vengono fatti vedere alcune clip del docufilm “La prima volta” - girato interamente nel carcere bolognese - del regista Roberto Cannavò e prodotto dall’Uisp Emilia-Romagna. Un detenuto sottolinea proprio le possibilità formative all’interno dell’istituto “Mi insegnano ristorazione e tante altre cose. Ti fanno vedere cosa potresti fare un domani fuori invece di commettere reati”.

Tornando allo sport, esso è metafora di vita, ed è necessario fare in modo che questo percorso di rinunce e privazioni possa portare al cambiamento e a una nuova prospettiva di vita. Come sottolineato nel servizio la recidività è altissima ed è il dato che preoccupa di più.

Ma l’auspicio ad evitare tutto ciò viene proprio da un ragazzo che non vede l’ora di poter uscire: “abbracciare mia madre fuori di qua sarebbe la cosa più bella per dirle che sono tornato e che ce l’ho fatta”.

Le telecamere di Rai Sport si spostano in Sicilia, nella Casa circondariale “Vittorio Madia” di Barcellona Pozzo di Gotto (Me). “Giocare per diritto” è un progetto promosso da Uisp Sicilia e sostenuto dall’impresa sociale Con i bambini, attraverso il bando pubblico “Un passo avanti” (ecco le notizie del progetto). Circa quaranta partner, tra comitati Uisp e associazioni del terzo settore, stanno portando avanti il progetto in otto istituti penitenziari dell’isola. L’iniziativa punta a rafforzare il legame tra detenuti e figli, comunità e territorio attraverso un’area di gioco inaugurata qualche mese fa. Altre iniziative del tutto simili sono state effettuate nelle carceri di Agrigento, Enna, Messina, Trapani, Catania, Palermo e Giarre.

Tra i 230 detenuti all’interno, sono molti i padri che non possono vedere giocare i propri figli. “Normalmente - sostiene un detenuto - con i colloqui i bambini devono stare fermi mentre grazie a questo parco possono correre e divertirsi liberamente”. Le attività sportive e ludiche possono riavvicinare ai detenuti le loro famiglie andando oltre gli errori e gli ostacoli.

È la Direttrice della Casa circondariale Barcellona Pozzo di Gotto Romina Taiani a sottolineare come questo possa essere “un momento costruttivo, pedagogico e formativo per i papà e per i bambini che possono restare insieme a loro attutendo l’impatto con il carcere”.

Ma non sono solo i bimbi e i loro papà. In questa situazione sono le mogli e madri a vivere con altrettanta difficoltà la situazione cercando di – come ricorda la consorte di un detenuto - “proteggere i figli che sono i più fragili nonostante le difficoltà di molte mamme nel dire loro la verità e tranquillizzarli”. Dello stesso avviso un’altra moglie e madre: “la forza per andare avanti me la danno i bambini che sono anime innocenti”.

Santino Cannavò, responsabile cabina di regia “Giocare per diritto” e presidente Uisp Messina riflette sulla presa di coscienza da parte degli ospiti della struttura di un’altra dimensione del corpo per attenuare le tensioni della privazione di libertà. “I corpi hanno bisogno di continuare a parlarsi anche in una condizione difficile e lo si può fare anche nella fisicità. Lo sport - prosegue Cannavò - è un linguaggio del corpo dove attraverso il movimento si superano tutte le barriere”.

Dunque una giornata per superare l’ostacolo della detenzione "per - ricorda il figlio di un detenuto - dare anche a chi ha commesso errori nella propria vita una seconda occasione. Una giornata come questa mi permette di riprendermi un po’ del tempo perduto e giocare con mio padre”.                                                                  

Per alcuni attimi sembrano svanire le preoccupazioni negli occhi dei più piccoli cresciuti troppo in fretta e così riscoprire la spensieratezza dei loro anni.

“La voglia di replicare queste giornate da parte loro è tanta - conferma Paola La Piatta educatrice sportiva dell’Uisp Messina – e questo per me da educatrice è già una vittoria”.

Anche Vincenzo Bonasera, presidente Uisp Sicilia, in rappresentanza dell’impegno nel progetto “Giocare per diritto” dice che “l’obiettivo è portare a vivere queste giornate giocando e disegnando con i propri figli. Questo è l’auspicio e la scommessa che cerchiamo di portare avanti come Uisp”.

Nelle magliette stampate per l’occasione c’è la fotografia di una giornata di spensieratezza. Il disegno delle t-shirt è quello dell’illustratore Mauro Biani, uno tra i più conosciuti in Italia. Con il suo talento ha disegnato una finestra aperta, una farfalla e una bimba sulle spalle del padre sinonimo di speranza nell’avvenire. (Edoardo Arturo Scali)