Matti per il calcio, la XVI Rassegna nazionale dei Centri di salute mentale tornerà in campo a Riccione dal 26 al 28 settembre. Lo stadio comunale ospiterà 16 squadre miste, con giocatori e giocatrici, che arriveranno dalle Asl di tutta Italia, composte da persone con disagio mentale, medici, infermieri, operatori sportivi e familiari.
Si svolgeranno complessivamente circa 30 partite di calcio a 7, una dietro l’altra, nell’arco di tre giorni.
Le partite inizieranno giovedì 26 settembre alle 16. Venerdì 27 settembre tutte le squadre scenderanno in campo non stop, dalla mattina alla sera. Nella mattinata di sabato 28 settembre si terranno le partite finali e le premiazioni. È in corso di realizzazione del calendario definitivo degli incontri.
“La manifestazione ha un forte radicamento territoriale – dice Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp – ed è frutto della collaborazione tra Asl, personale medico e operatori sportivi. Quest’anno c’è una dedica speciale da riservare allo psichiatra Franco Basaglia, nel centenario della nascita, il primo a capire che le malattie mentali non hanno soltanto bisogno di cure ma anche del rapporto umano e sociale che si crea con il contesto circostante, a cominciare dalle strutture e dai medici. Il calcio si è dimostrato un ottimo terreno per costruire sul campo relazioni in grado di superare disagio mentale e solitudine”.
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Le iniziative territoriali nell’ambito del progetto Matti per il calcio si sono cominciate a radicare dal 1995, grazie ad alcune esperienze pilota che l’Uisp, in collaborazione con varie Asl, ha promosso a Torino, Roma, Parma, Genova e altre città. Dal 2006 queste iniziative locali sono diventate un evento nazionale completamente gratuito per i partecipanti: Matti per il calcio è una Rassegna nazionale di promozione sportiva e sociale che interviene sul terreno dei modelli culturali.
La rassegna Uisp è stata presentata nella rubrica Ad alta velocità del Giornale Radio Sociale, con l'intervento del presidente nazionale Uisp, Tiziano Pesce. ASCOLTA L'AUDIO
Matti per il calcio è, infatti, una sfida culturale prima che sportiva, che rappresenta un modo semplice per mettere insieme problema e cura: lo sport, il gioco del calcio in particolare, come terapia individuale e di gruppo per superare forme più o meno acute di disturbo mentale ma anche per riavvicinare alla socialità, al rispetto delle regole e all’assunzione di responsabilità, costruendo occasioni di inclusione sociale.
Foto: Antonio Marcello
Matti per il calcio, la rassegna nazionale dei Centri di salute mentale