“E tutti subito, a Latina, pensano ogni volta a quello di Sezze – ripeto Sezze: 320 metri sul livello del mare, un tiro di schioppo da Latina, famosa per i carciofi, e lui si chiama Daniele Nardi, che ogni tanto parte da Sezze e va a scalare un ottomila in giro per il mondo. K2, Everest, Perù, Nanga Parbat: «Li debbo scalare tutti». «Ma stattene a Sezze – dicono a Latina –. Che ce vai a fa' sull'Himalaya? Mica ci stanno i carciofi» (Antonio Pennacchi, L'eroe di tutti i cercaguai, in Il Sole 24 Ore, 5 gennaio 2014).
E’ trascorso un anno da quando, dopo giorni di apprensione, il 9 marzo 2019 è stata ufficializzata la morte di Daniele Nardi e Tom Ballard, i due alpinisti che stavano cercando di scalare il Nanga Parbat percorrendo la via dello Sperone Mummery, a 5900 metri. Daniele Nardi era iscritto all'Uisp e la sua ASD "Mountain & Freedom" è affiliata all'Uisp Latina. “Abbiamo ritrovato il suo nome su un vecchio file dell’Albo istruttori della Lega montagna: la nomina a tecnico/istruttore di alpinismo nel giugno 2003”, è Giovanni Cugnetto, responsabile montagna Uisp, a ricordare la figura dell’alpinista laziale. Daniele, nato a Sezze il 24 giugno 1976, è il primo alpinista nato al di sotto del Po ad aver scalato l’Everest ed il K2, le due vette più alte al mondo. Dal 2002, anno in cui ha toccato per la prima volta la quota degli 8.000 sul Cho Oyu (sesta montagna più alta del mondo posta tra la Cina ed il Nepal), non si è più fermato e la “via perfetta”, lo sperone Mummery sul Nanga Parbat, è diventato il suo sogno.
Perché andate a scalare montagne, quando ci sono tanti rischi e un ambiente ostile? E’ la solita domanda rivolta agli alpinisti e la risposta che molti di loro hanno dato è di una logica disarmante: “Perché sono là”. “L’alpinismo di Daniele era soprattutto una ricerca interiore – prosegue Cugnetto - voleva essere un grande alpinista e non più l’alpinista nato al di sotto del Po, ma non dimenticava mai l’impegno sociale, e in ogni spedizione portava con sé e faceva sventolare sulla vetta l’Alta bandiera dei diritti umani firmata da oltre 20.000 studenti incontrati nelle scuole del Lazio, con il progetto La scuola sulle alte vette con i diritti umani”.
Questo triste anniversario arriva in una fase delicata per l’arrampicata sportiva, infatti, è in discussione una modifica alla legge regionale della Lombardia che porterebbe la figura degli istruttori di arrampicata sotto il controllo delle guide alpine. In pericolo sarebbero anche le associazioni e le società sportive dilettantistiche, perché gli istruttori sarebbero obbligati a usare la partita Iva, e per questo le palestre in cui si pratica l'arrampicata non potrebbero più usare il contratto sportivo, facendo così lievitare i costi anche per gli appassionati di questo sport.
“L’Uisp è contro le caste, in ogni ambito. Proprio in questi giorni in cui ricordiamo Daniele ci pare importante far sentire la nostra voce per questa battaglia di libertà – dice Cugnetto - L’arrampicata è una pratica sportiva che si basa sulla libertà e la sicurezza, che sono i due capisaldi della nostra visione di questo sport, ottimamente rappresentati dall’approccio di Nardi. Non condividiamo le proposte di modifica alla legge avanzate dalla Regione Lombardia e auspichiamo di poter essere parte del tavolo di confronto che sta per aprirsi, per portare la nostra esperienza e la nostra interpretazione dell’arrampicata: uno sport per tutti, accessibile e sostenibile”.
Lo sport, che debutta in prova all'Olimpiade di Tokyo, è in grande espansione, ed anche la FASI-Federazione Arrampicata Sportiva Italiana, ha lanciato l’allarme relativamente a questa modifica della legge. Nei giorni scorsi il presidente Davide Battistella ha incontrato l'assessora regionale allo sport Martina Cambiaghi in previsione dell’apertura di un tavolo comune in cui mettere insieme tutti i professionisti legati al mondo della montagna. Lo scopo del tavolo sarà quello di elaborare un documento condiviso di revisione dell’attuale Legge nazionale delle Guide Alpine Italiane, così da operare a favore di un rilancio del settore montano e di rendere le montagne italiane le migliori al mondo, anche in vista dei Giochi Olimpici Invernali 2026. L’arrampicata è anche la protagonista della tessera Uisp 2019/2020: “Bambini che si avvicinano a questa pratica, in palestra e poi in ambiente naturale: è per questo che lavoriamo tutti i giorni sul territorio - conclude Giovanni Cugnetto - ed è questo che vogliamo continuare a fare, con la stessa passione e attenzione”. (A cura di Elena Fiorani)