Nazionale

Perchè soltanto i signori devono sciare? L'addio a Diodati

Camera ardente nella sede nazionale Arci. Le bandiere Uisp e Anpi. Ciao "Franco", poi Bella ciao. Parlano L.Senatori e F.Martello

Quando se ne va un partigiano, ti senti di chiedergli: che cosa pensi di noi? Franco, che cosa pensi di questo nostro paese? Oggi abbiamo dato l’ultimo saluto ad Arrigo Diodati, detto Franco, uno che a vent’anni entrava a Genova con gli altri partigiani, molti giovani come lui, che liberavano la città, mentre l’esercito nazista era costretto ad abbandonarla, sconfitto e umiliato. E poi dava vita all’esperienza dei Pionieri, giovani di tutto il mondo finalmente liberato che promuovevano incontri internazionali. In uno di questi campeggi, a Cogoleto, nella riviera ligure di ponente, presero i germi di un’idea che nel 1950 confluì nell’Uisp: turismo e sport sociale e popolare. Perché soltanto i “signori” possono permettersi di andare al mare o a sciare in montagna? Da questa riflessione semplice è partito il ricordo che oggi gli ha dedicato Luciano Senatori, intervenuto per l’ultimo saluto a Diodati, nella camera ardente allestita a Roma, nella sede nazionale dell’Arci (guarda il video su profilo Uisp di Facebook, di I.M.). Insieme a lui tanti altri dirigenti storici dell’Uisp, da Giuliano Prasca ad Ettore Saccani, da Ugo Ristori e Cesare Elisei. “Eravamo una comunità – ha detto Luciano Senatori -  il gruppo dirigente nazionale dell’Uisp si era trasferito a Roma negli anni ’60 e allora conobbi Diodati che tutti chiamavamo Franco, col suo nome partigiano. Alla domenica, insieme alle famiglie, si andava a passeggiare a Villa Ada, dove si continuava a discutere di Uisp. E di Arci, visto che all’inizio degli anni ’70 ci fu la fusione in un’unica associazione. Diodati fu tra i più strenui sostenitori di quest’idea. Che poi, per qualche ragione, si interruppe all’inizio degli anni ‘80”. Da lì il racconto è stato ripreso da Franco Grillini e Osvaldo Veneziano, il primo fondatore di Arci Gay, il secondo presidente di Arci Caccia. All’epoca, il presidente dell’associazione venatoria dell’Arci era il senatore Carlo Fermariello e Arrigo Diodati, nella sede nazionale unitaria di via Carrara, a due passi da piazzale Flaminio, occupava proprio la stanza di Fermariello, in quanto amministratore nazionale dell’Arci. “In quegli anni l’Arci stava operando una specie di rivoluzione nella sinistra e nella società – ha ricordato Grillini – si apriva la stagione dei diritti e quella delle libertà e l’Arci la interpretava con la nascita di Legambiente, Sloow Food e appunto Arci Gay. Identità che si intrecciavano, entravano le une nelle altre”. Diodati fu un protagonista mite e “gentile” di quella stagione, una specie di “lord inglese” è stato ricordato. Sulla sua bara tre bandiere: quella dell’Arci, quella dell’Uisp – associazione della quale fu socio fondatore – e quella del Pds, la quercia con le radici nella falce e martello del pci. E poi un simbolo importante: il fazzoletto dell’ANPI che il segretario laziale dell’associazione dei partigiani d’Italia, Ernesto Nassi, ha deposto lui stesso sul legno chiaro. E ha detto: “E’ importante prolungare la memoria di ciò che hanno fatto i partigiani, farla vivere nel tempo visto che oggi a Roma ce ne sono soltanto una dozzina, viventi. E in Italia sono circa 170. Spetta ad ognuno di noi portare sulle spalle i valori dell’antifascismo”. Il concetto è stato ripreso da Paolo Beni, presidente nazionale Arci e parlamentare pd, che ha chiuso gli interventi parlando del “seme dell’insegnamento”. La cerimonia si è chiusa festosamente, per espressa volontà della famiglia e della sorella Soledad: le note di Bella cia e un brindisi…bollicine di speranza, per un nuovo anno che sta per aprirsi. Le stesse che si respiravano, oltre sessant’anni fa, nel campeggio di Cogoleto. Sentite cosa hanno scritto gli amici dell’Ospedale di via Poerio a Roma, nel quale Diodati era ricoverato da circa un anno e mezzo, in una piccola pubblicazione dedicata a lui: “Il campeggio di Cogoleto ebbe successo e andò avanti per molti anni. Ci fu un’estate dove furono ospitati i giovani Pionieri, una specie di articolazione di sinistra in risposta ai boy scout. Attorno al fuoco, la sera, ci si sedeva ad ascoltare sbalorditile prime favole-non favole di un giovanissimo Gianni Rodari”. E già: perché soltanto i signori devono sciare? Sembra l’inizio di una sua favola. (di Ivano Maiorella)

Riportiamo il ricordo scritto da Franco Martello, storico dirigente Uisp e fondatore dell’associazione a Genova (fonte: sito internet Uisp Genova):

La lotta partigiana perde uno dei suoi protagonisti. Ieri, lunedì 24 dicembre, si è spento a Roma, all'età di 87 anni, Arrigo Diodati, tra i fondatori dell'Uisp e presidente onorario dell'Arci. Figlio di antifascisti, Diodati con i genitori riparò in Francia nel 1937. Rientrato in Italia nel 1943, iniziò giovanissimo la lotta partigiana a La Spezia, dove era nato e in seguito a Genova, diventando vice commissario politico delle SAP. Arrestato negli ultimi mesi del '44, il 23 marzo 1945 fu prelevato dal carcere di Marassi per essere fucilato con altri compagni antifascisti, ma sopravvisse fortunosamente all'eccidio di Cravasco. Si ricongiunse con le Brigate Partigiane e fu uno dei protagonisti della Liberazione di Genova. Nel 1948 partecipò attivamente alla costituzione dell’Uisp, Unione Italiana Sport Popolare.

«Cessata la guerra, conquistate la libertà e la democrazia, il nostro Paese registrò una crescita del desiderio di rinnovamento, di nuove forme di vita associativa e questo processo interessò anche il mondo sportivo, almeno la parte più giovane di questo movimento. E' in questo clima positivo che nasce e si sviluppa l'Uisp, grazie soprattutto alla spinta propulsiva del Fronte della Gioventù, nata nel grande movimento della Resistenza culminata nella Liberazione. Il “FdG”, organizzazione giovanile unitaria, cominciò a porsi il problema della costituzione di una grande associazione popolare impegnata nel settore sportivo. Già nel 1947 si cominciò a parlare di questo progetto, poi l'anno successivo si passò alla fase costitutiva che interessò tutta la penisola e ovviamente anche il territorio di Genova e della sua provincia. Il percorso culminò nel settembre del ‘48 quando si svolse una grande assemblea costitutiva in un salone del ”Giardino d'Italia”, nei pressi dell'Acquasola. Il maggior promotore dell'avvenimento fu Arrigo Diodati, il partigiano “Franco” scampato alla fucilazione di Cravasco. Diodati, che già nel ‘47, grazie ad un grande impegno di volontari, aveva costruito un campeggio giovanile ai Piani della Madonnetta di Cogoleto, che diventò negli anni successivi il Campeggio Internazionale della Gioventù dell’Uisp. La vicinanza della Francia favorì una serie di scambi internazionali con la Fsgt (Fédération sportive et gymnique du travail). Diodati, poi, fondò l'Acet (Associazione campeggiatori escursionisti e turisti) e questo rese più rilevante e strategico il ruolo del campeggio di Cogoleto, di cui fu amministratore Ennio Odino, per alcuni anni gregario di Fausto Coppi. Odino, già partigiano durante la Resistenza, scampò all’eccidio della Benedicta e alla prigionia nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen» (alcuni frammenti del ricordo di Franco Martello, classe 1928, fondatore dell’Uisp a Genova, già presidente regionale Uisp Liguria)