Nazionale

Referendum per l'acqua bene comune: raccolte 250.000 firme in 9 giorni

Dopo 9 giorni di raccolta firme, iniziata il 24 aprile scorso, il Comitato Promotore per i 3 Referendum per l'acqua pubblica, comunica di aver superato le 250mila firme raccolte per ciascuno dei tre quesiti proposti.
"Siamo a metà delle firme necessarie, a un terzo dell'obbiettivo che il Comitato si era dato per la fine della raccolta".

La velocità di raccolta firme è straordinaria e da tutti i territori,  anche dai più periferici, arrivano dati eccezionali. Tra le regioni in largo anticipo sulla tabella di marcia ci sono il Lazio (32mila firme), la Puglia (oltre 30mila firme), la Calabria (10mila). In Abruzzo sono  state raccolte più di settemila firme, quattromila solo negli ultimi due giorni.

Il fine settimana del primo maggio ha replicato il successo del precedente. File nei banchetti in tutta Italia, alle celebrazioni della Festa dei Lavoratori, nelle piazze e per la strade. La raccolta prosegue fino alla prima settimana di luglio, la mappa dei banchetti di raccolta
firme è su www.acquabenecomune.org.

"Il comitato promotore esprime tutta la sua soddisfazione per il successo delle iniziative. Siamo di fronte ad un vero e proprio risveglio civile, un risveglio che parte da associazioni e da cittadini liberi, un risveglio che parte dall'acqua".

(Fonte: ufficiostampa@acquabenecomune.org)

 

L'UISP PER LA TUTELA DEI BENI COMUNI


"La raccolta firme comincia il 24 e il 25 aprile, una data simbolo, perché vogliamo ‘liberare’ l’acqua dalla logica di mercato - dice Santino Cannavò, responsabile Ambiente Uisp - Al di là della valutazione etica, il Forum ha dimostrato che la privatizzazione ha prodotto un aumento medio delle tariffe del 68%, a fronte di un aumento dell’inflazione del 22%. Gli investimenti per la riqualificazione delle reti idriche sono calati da 2 miliardi di euro a 700 milioni, generando un aumento degli sprechi del 20%. Per non parlare di un meno 30% nell’occupazione del settore. Di fatto la realtà smentisce la vulgata che vede nella privatizzazione l’unica via possibile per migliorare il servizio e ottimizzare le risorse".

La campagna è sostenuta da una coalizione vastissima. E’ un movimento molto sentito nella società, come hanno dimostrato le 200 mila persone che hanno partecipato alla manifestazione del 20 marzo: “il referendum rimette in moto la mobilitazione come forma di democrazia partecipata. La gestione pubblica e locale dell’acqua può rilanciare la partecipazione e riavvicinare le persone alla politica”. Contro l’indifferenza, la cosiddetta antipolitica e l’astensionismo.

"L’Uisp non fa altro che riaffermare una volontà che sta mettendo in pratica ormai da tempo – conclude Cannavò – Per un consumo critico nelle risorse, anche nello sport. Per la salvaguardia dei diritti dei cittadini, come il diritto all’acqua, e il diritto alla partecipazione nella gestione dei beni comuni".


Dal 24 aprile l'Uisp è in prima linea nella raccolta firme per i referendum che chiedono la ripubblicizzazione del servizio idrico. I 3 quesiti prevedono l’abrogazione: dell’obbligo di affidare la gestione del servizio idrico a società miste con capitale privato di almeno il 40%; dell’obbligo di affidare la gestione a una società per azioni tramite gara; dell’obbligo di una tariffazione "adeguata alla remunerazione del capitale investito" che si traduce in un più 7% fisso sull’ammontare della tariffa per l’utente finale.

Il settore nazionale Ambiente Uisp inviti tutti i comitati territoriali a segnalare da subito, all’indirizzo ambiente@uisp.it, il nominativo del referente che si interesserà alla organizzazione locale della raccolta delle firme.

Il comitato promotore sta definendo i coordinamenti regionali, provinciali e locali. Servono 500.000 firme entro il 21 Luglio 2010. Il referendum si svolgerà nella primavera 2011. Il settore Ambiente Uisp comunicherà le sedi e i nominativi, in modo da poter mettere in condizione i referenti locali Uisp di reperire il materiale necessario alla pubblicizzazione, manifesti, depliant, locandine, e i moduli vidimati dagli uffici competenti, oltre agli elenchi dei soggetti abilitati e disponibili alla autenticazione delle firme come notai, giudici di pace, sindaci, assessori provinciali e comunali, consiglieri provinciali e comunali.