L'Uisp accompagna da sempre la lunga marcia dei diritti delle donne nello sport: Tiziano Pesce ha sintetizzato così l'impegno dell'Uisp durante il suo intervento al convegno nazionale, valido come corso formativo per i giornalisti, che si è tenuto a Roma venerdì 7 novembre presso la sede nazionale dell'Ordine dei giornalisti.
Nel corso dell'incontro sono intervenuti: Anna Laura Bussa, OdG Lazio; Antonella Bellutti; Andrea Soncin, commissario tecnico della Nazionale Femminile di calcio; Mara Cinquepalmi, giornalista; Tiziano Pesce, presidente Uisp; Mimma Caligaris, vicepresidente vicaria Ussi; Vittorio di Trapani, presidente Fnsi. Ha moderato la giornalista Alessandra Mancuso.
ECCO IL VIDEO CON TUTTI GLI INTERVENTI
Ecco l'intervento integrale di Tiziano Pesce.
"Impegnarsi sulla promozione di diritti e sul tema della parità, per l’Uisp, rappresenta sin dal 1948, anno della sua costituzione, parte fondamentale della propria identità costitutiva. Quella P di Uisp, prima Unione Italiana Sport ‘Popolare’ e poi ‘Per tutti’, non è mai stata una formula neutra: significa riconoscere che lo sport non deve, non può essere un privilegio, ma bensì un diritto di cittadinanza. E come tutti i diritti, va difeso, promosso, ampliato, soprattutto nei confronti di chi, nella nostra società, continua a incontrare barriere culturali, economiche pregiudizi, stereotipi, quindi discriminazioni".
"Ogni persona, a prescindere da genere, età, provenienza o identità, deve poter vivere l’attività sportiva come spazio di libertà e dignità, come progetto di vita. E questa visione ci porta ad affermare che la parità non è un tema “di settore”, ma un indice di democrazia. Quando nello sport una donna fatica ad allenarsi, a dirigere, a lavorare o a essere rappresentata nei media, quella non è solo una questione sportiva: è una questione di diritti".
Lo sport costituzionalmente tutelato: "Oggi, possiamo tra l’altro parlare, se non di un vero e proprio diritto, quantomeno di un accesso allo sport costituzionalmente tutelato. Una educazione civica e alla cittadinanza attiva attraverso lo sport che la Carta costituzionale valorizza in quel “riconosce”, lasciando trasparire la visione dell’attività sportiva (in tutte le sue forme) come realtà “preesistente”, che la Repubblica si impegna a tutelare e promuovere. Il contenuto della realtà sportiva si può sintetizzare quindi in 3 ambiti molto complessi e strategici: valore educativo, sociale e di beneficio per la salute psicofisica".
Il "Salto Triplo". Crescono allora le sfide, l’Uisp, ad esempio, le ha volute riassumere in uno slogan ambizioso, che accompagnerà affiliate, associati e associate per tutta la stagione 2025/2026: Salto Triplo, con al centro l’impegno nel rendere il riconoscimento costituzionale alla portata di tutti e di tutte, proprio “in tutte le sue forme”. Un “Salto Triplo” capace di includere, rigenerare, innovare. Tre parole chiave, poi, che guardano all’ambito sportivo e a quello sociale. INCLUDERE, nell’impegno affinché nessuna persona sia esclusa, discriminata o emarginata, ma anche nel rivendicare tutte quelle forme di attività sportiva che il sistema continua a faticare nel riconoscerle RIGENERARE, per il bisogno di vedere un sistema sportivo italiano complessivamente rigenerato: nella rappresentanza, nelle pari opportunità, nelle definizioni degli ambiti di attività tra Organismi (FSN,DSA, EPS), nell’ordinamento complessivo e in un rapporto che diventi armonico con la legislazione e le opportunità del terzo settore, sostenendo associazioni e società sportive. INNOVARE, un messaggio alla politica, alle istituzioni, alla cultura sportiva complessivamente intesa, al terzo settore, per chiedere, anche all’interno dell’associazione, di assumere una postura che guardi con responsabilità al futuro.
Lo sport come spazio di libertà e di rappresentazione. Lo sport è spesso raccontato prevalentemente come un’arena di eccellenza, di record, di vittorie. Ma noi sappiamo che è anche, e soprattutto, uno spazio di libertà, di relazione e di riconoscimento, di progetto di vita. Eppure, anche lo sport di base, lo sport sociale subisce la pressione di un linguaggio e di modelli che vengono “dall’alto”: dai media, dalle narrazioni dominanti. Per questo è importante che giornalisti e operatori sportivi lavorino insieme, perché la coerenza tra ciò che accade nei territori e ciò che viene raccontato pubblicamente è la chiave per il cambiamento culturale".
"Ed è in questo spazio che si giocano alcune delle sfide più importanti per i diritti: quelle delle donne, delle persone LGBTQIA+, delle persone con disabilità, delle persone migranti, delle persone private della libertà personale, dei corpi non conformi".
Sport e società: un rapporto che cambia. Lo sport non è più solo spettacolo, competizione o business. Lo sport non è più neppure mera attività ricreativa, occupazione del temo libero. Lo sport è diventato anche una lente per leggere le dinamiche sociali: il modo in cui le persone vivono il proprio corpo, lo spazio pubblico, la salute, le relazioni, l’ambiente. La promozione sportiva sociale e il giornalismo, quello sportivo in particolare, possono condividere allora la stessa missione: promuovere e raccontare la vita delle persone attraverso lo sport. Raccontare lo sport, oggi, non è mai solo sport o cronaca, significa non stare relegati all’interno di un genere ma raccontare trasversalmente la società. Significa leggere le sue trasformazioni, le sue contraddizioni, i suoi limiti ma anche opportunità e speranze, la bellezza delle differenze. Pensiamo poi alle nuove forme di sport informale e destrutturato, ai parchi con runner e gruppi di cammino, al parkour, al ritorno delle bici nelle città, alle attività inclusive per persone con fragilità. Tutto questo racconta una domanda di sport diverso: più accessibile, più sostenibile, più sostenibile, più umano".
Lo sport come spazio di libertà e di rappresentazione. Parlare oggi di parità nello sport significa anche affrontare temi più ampi: la violenza di genere (fisica e non, anche nei luoghi dove si pratica), l’impiantistica spesso non accogliente (servizi igienici, spogliatoi, accessi per accompagnatori e pubblico), il linguaggio utilizzato sui social, l’insufficiente presenza delle donne nelle governance sportive a tutti i livelli, etc... L’Uisp non vuole essere spettatrice di questi cambiamenti, ma protagonista, consapevole dei propri limiti, all’interno di una “palestra” di cittadinanza, dove lo sport serve a costruire rispetto, consapevolezza , autonomia, dove gli organismi sportivi devono agire la propria responsabilità, senza infingimenti.
L’associazionismo di promozione sociale sportiva. L’Uisp lo vuole e lo deve fare, non solo per essere un Ente di promozione sportiva , Organismo sportivo nazionale riconosciuto dal Coni e dall’Autorità di Governo in materia di sport (oltre alle FSN e alle DSA) ma anche e soprattutto per essere Associazione di Promozione sociale Rete associativa riconosciuta dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali: un ETS - Ente di Terzo Settore costituito “per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di una o più attività di interesse generale” (D.Lgs. 117/2017).
N.B. su 13,2 milioni di persone fisiche tesserate come atleti e praticanti ad organismi sportivi, quasi 9 milioni e mezzo sono quelle tesserate agli enti di promozione sportiva
Donne e sport: i numeri non bastano. "Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una crescita significativa della presenza e della visibilità delle donne nello sport italiano. Pensiamo ai successi delle nostre atlete olimpiche, alle squadre femminili che si sono conquistate spazi nei media e nel professionismo, alle Federazioni che stanno cominciando — finalmente —a introdurre regole di parità. Nel tempo, il graduale aumento della pratica sportiva in Italia ha riguardato di più le donne, al punto che il divario di genere tra i praticanti si riduce da circa 17 punti percentuali nel 1995 a 11,6 punti percentuali nel 2024 (dati ISTAT). Eppure, ancora troppo spesso, basta accendere il televisore o scorrere un giornale per accorgersi che la narrazione non è cambiata abbastanza. Le donne nello sport continuano a essere raccontate troppo spesso con linguaggi maschilisti, sessisti, con semplificazioni, per il loro aspetto fisico, per la loro emotività, per la loro “eccezionalità”, come se il successo e l’impegno sportivo femminile fossero un’anomalia, un’eccezione appunto. E sovente le donne scompaiono del tutto: basti pensare che solo una piccola percentuale delle notizie sportive riguarda eventi femminili, e che nei talk o nei panel sportivi la voce delle donne è ancora marginale".
Il ruolo fondamentale del giornalismo. "Le parole, le immagini, le scelte editoriali non sono neutre: costruiscono immaginari, legittimano o addirittura cancellano esperienze. Quando un media dedica spazio solo, o quasi esclusivamente, ai risultati maschili, o quando un commentatore riduce un’atleta al suo aspetto estetico o alla sua situazione familiare, contribuisce, consapevolmente o meno, a perpetuare un sistema di disuguaglianze. Per questo riteniamo fondamentali occasioni come quella di oggi: perché la parità di genere nello sport non si conquista solo nei campi, nelle palestre, nelle piscine, ma anche nelle redazioni, nei microfoni e nelle immagini. I media devono essere, insieme agli operatori dello sport, parte attiva di un processo di cambiamento culturale. Dobbiamo esserlo insieme. Se un gesto atletico femminile non è raccontato con lo stesso linguaggio, la stessa dignità e la stessa attenzione di uno maschile, il messaggio implicito è chiaro: non vale allo stesso modo. L’Uisp vuole essere alleata del mondo dell’informazione nel cambiare questo paradigma. Con Giulia Giornaliste, con l’Ordine dei Giornalisti, nei suoi livelli nazionale e regionali, con la FNSI, con le loro Cpo, con l’USSI, con tante giornaliste e tanti giornalisti sensibili che lavorano sul territorio, con università, abbiamo già sperimentato laboratori di formazione su linguaggio e rappresentazione nello sport. È un terreno su cui possiamo, dobbiamo, ancora crescere molto insieme".
Il manifesto Media, Donne e Sport. Il ruolo fondamentale del giornalismo: tra informazione e responsabilità sociale. "Il giornalista oggi non può più limitarsi a raccontare il risultato, la classifica o la prestazione, dovrebbe saper sempre di più interpretare il senso sociale dello sport, dare voce alle tante storie che vivono lontano dai riflettori, nei quartieri, nelle società di base, negli impianti di periferia, nei playground o nelle palestre popolari. L’associazionismo di promozione sociale sportiva lavora da anni su questa visione: lo sport come diritto di cittadinanza. E per questo spesso chiediamo ai media di ampliare sempre di più lo sguardo, di passare dal “chi vince” al “chi partecipa”, dal “record” al “valore”.
Alcune azioni Uisp per la parità e i diritti. Da molti anni, l’Uisp porta avanti una serie di attività, progettualità, iniziative concrete per mettere in pratica questa visione di sport, per la parità e i diritti .
Al centro, l’esperienza della Carta europea dei diritti delle donne nello sport. Il progetto promosso dall'Uisp Differenze 2.0 intende mettere a frutto e sviluppare ulteriormente la buona pratica del progetto nazionale Differenze finanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ex art.72 D.Lgs.117/20217 e realizzato da Uisp nell’annualità 2021 - 2022 in partenariato con la rete dei centri antiviolenza DiRe – Donne contro la violenza. Alla base del progetto vi è la constatazione che il fenomeno della violenza ai danni delle donne è ancora drammaticamente presente. Nella nostra società, infatti, persistono ancora, profondamente radicati, elementi di una cultura che definisce le caratteristiche del maschile e del femminile e dei relativi ruoli nella società sulla base di pregiudizi e stereotipi di genere, dalla forte portata discriminatoria nei confronti delle donne. Il progetto Differenze 2.0, intende pertanto proporre percorsi educativi nelle scuole medie superiori e promuovere una campagna di informazione e sensibilizzazione volta alla prevenzione primaria della violenza maschile sulle donne attraverso un lavoro di emersione degli stereotipi di genere e la promozione di una cultura del rispetto tra uomo e donna.
Il progetto SIC! Sport, Integrazione, Coesione mira a valorizzare il ruolo sociale dello sport quale strumento di inclusione e coesione sociale, sostenendo la creazione di network e promuovendo lo sviluppo di buone pratiche al fine di favorire la coesione delle comunità locali prevedendo l’istituzione di 17 presidi territoriali, nelle città sedi di squadre di Serie A, volti a promuovere la pratica sportiva e fisica, attività di sensibilizzazione e diffusione della cultura e dei valori dello sport. Per raggiungere tali obiettivi il progetto realizza campagne di comunicazione / sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza, alle famiglia, ai giovani e al mondo dello sport (società sportive, dirigenti, tecnici, giudici sportivi) per sensibilizzare e informare sul tema delle discriminazioni nel mondo dello sport. Inoltre, offre strumenti accessibili a tutti (pagina web) per riconoscere il fenomeno (come vittima o testimone) e orientare sulle possibili strade da intraprendere per denunciare e/o ricevere supporto. Ed ancora istituisce 17 presidi territoriali volti a promuovere la pratica sportiva e fisica inclusiva e integrata e allo stesso tempo rappresentare punti di riferimento per vittime e testimoni di discriminazioni e fornire informazioni sugli strumenti di tutela. Infine il progetto SIC! forma i dirigenti, tecnici e giudici sportivi della Uisp e delle società sportive affiliate, sul fenomeno discriminatorio nel mondo dello sport e sugli strumenti di tutela e salvaguardia delle vittime".
"Rendere le strutture territoriali (Comitati, associazioni e società sportive - sedi e impianti sportivi) più accoglienti, sperimentando progettualità per coinvolgere più donne nei ruoli dirigenziali, creando occasioni che concilino la partecipazione alle attività, sia sportive che di vita associativa, con la cura familiare; Educare alle differenze, attraverso percorsi di formazione rivolti ai tecnici, agli educatori e ai dirigenti sulle politiche di genere, incentivando la valorizzazione delle diverse attitudini tra pratica maschile e femminile e avviando un percorso di accoglienza e attenzione rivolto anche alle persone LGBTQI+".
Promuovere progetti replicabili, con esperienza di attività mista, percorsi genitori e figli, piscine ed impianti accoglienti per le donne, coinvolgendo le società sportive in una sperimentazione aperta e continua;
L’Uisp verso l’aggiornamento del Codice Etico. L’Uisp sta avviando il percorso di aggiornamento del proprio Codice Etico, sulla base delle Linee guida per il codice di qualità e di autocontrollo degli ETS, approntate dal Forum Nazionale del Terzo Settore. Verranno con puntualità definiti innanzitutto l’insieme dei valori riconosciuti, i prinicipi etici, nonché i diritti, doveri e responsabilità rispetto i soggetti con cui la Rete associativa Uisp entra in relazione per il conseguimento delle proprie finalità, come definite nel proprio oggetto sociale e Statuto. Su questa base verranno definiti i criteri di qualità che caratterizzano il funzionamento di Uisp, anche al fine di fornire i punti di riferimento essenziali per il sistema di autocontrollo dell’associazione. Il Codice dell’associazione è quindi predisposto anche per indicare i principi ispiratori del comportamento di tutti i destinatari, al fine di definire con chiarezza e trasparenza i valori ai quali Uisp si ispira nello svolgimento delle proprie attività. Il Codice costituirà parte integrante del Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs. 231/2001 già da tempo adottato dall’Uisp Nazionale.
La presenza delle donne nell'Uisp: alcuni dati. 1.030.275 associati/associate Uisp al 31 agosto 2025 (chiusura stagione 2024/2025) (N.B. codici fiscali univoci, senza “tessere giornaliere” etc..) 528.816 donne (51,33%) 501.459 uomini (48,67%) - Consiglio nazionale: 80 componenti, 38 donne e 42 uomini - Giunta nazionale: 12 componenti, 5 donne e 7 uomini vicepresidente nazionale vicaria (unica): Enrica Francini, responsabile Dipartimento nazionale Sostenibilità e alcune altre responsabilità a trazione femminile nella governance nazionale Uisp: Dipartimento Formazione e sviluppo: responsabile Loredana Barra; Bilancio sociale: responsabile Sara Vito; Politiche di Genere e Diritti: responsabile Manuela Claysset; Politiche per l’Interculturalità e la Cooperazione: responsabile Daniela Conti (eletta il 4 novembre 2025 vicepresidente di ISCA, il più grande network internazionale di sport e cultura, presente in 54 Paesi nel mondo).
Alcuni numeri dell’Uisp. I Congressi Territoriali (2024/2025), a cui hanno partecipato ben 5.306 persone, hanno eletto complessivamente 1.235 consiglieri/e (dei quali il 41% donne e il 59% uomini) e 757 delegati/e ai Congressi Regionali (43% donne e il 57% uomini). Molti i giovani. Su 116 Comitati Territoriali, 45 sono le presidenti donne (39%). Tra i/le presidenti eletti/e, 61 sono al primo mandato, il 57%, mentre i restanti sono al secondo e ultimo mandato.
L’UispP continuerà a stare “in campo per i diritti e la parità”, insieme alle reti sociali che contribuisce ad animare, a chi informa, a chi forma, a chi educa e a chi ogni giorno tiene viva la passione per uno sport davvero per tutte e per tutti, anzi per tuttə!