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Vivicittà-Porte aperte: lo sport sociale abbatte i muri

Le corse nelle carceri partono dai comitati siciliani, grazie ad una lunga tradizione di collaborazione con gli istituti penitenziari. Parla V. Bonasera

 

Come accade da quasi quarant'anni, anche quest'anno Vivicittà trasmette il suo messaggio di inclusione con “Porte Aperte”, il progetto che porta la corsa Uisp nelle carceri di tutta Italia, per sostenere la riabilitazione e l’inclusione dei detenuti nella società civile. E' stata proprio una corsa nel carcere ad aprire l’edizione 2022 di Vivicittà: infatti sabato 2 aprile i primi a scattare sono stati i detenuti della della Casa circondariale Luigi Bodenza di Enna, seguiti dai podisti dell'Istituto Penitenziario Minorile di Bicocca a Catania lunedì 4 aprile, e da quelli di Ragusa mercoledì 6. Sabato 9 aprile sarà la volta dell’istituto penale minorile di Quartucciu a Cagliari e del carcere di Voghera. Chiude il mese di aprile il penitenziario di Civitavecchia che correrà il 30, mentre a Giarre e ad Augusta Vivicittà si terrà il 7 maggio e a Milano il 9.

L'edizione 2022 di Vivicittà-Porte Aperte vede un grande coinvolgimento del Comitato regionale siciliano, con cinque carceri coinvolte, da Enna ad Augusta. "Abbiamo una lunga tradizione di lavoro nelle carceri - racconta Vincenzo Bonasera, presidente Uisp Sicilia - in particolare i Comitati Uisp di Enna, Iblei e Palermo hanno sempre lavorato con la popolazione detenuta. Questo impegno si è rafforzato negli ultimi mesi grazie al progetto "Giocare per diritto", che coinvolge 8 penitenziari siciliani, e che sta dando nuovi stimoli anche a comitati che non avevano ancora rapporti con le carceri delle proprie città. Quindi una tradizione che continua e che cresce, grazie a questa nuova iniziativa che permette a noi di entrare nelle carceri e a loro di conoscere la nostra realtà. Devo dire che siamo stati accolti con grande interesse e spirito collaborativo". 

Ad oggi si sono già svolte tre corse in Sicilia: ad Enna il 2 aprile con la partecipazione di 20 detenuti e 10 atleti di società sportive Uisp; nell'istituto minorile Bicocca di Catania il 4 hanno corso circa venti detenuti e una classe del liceo scientifico Majorana; a Ragusa mercoledì 6 aprile hanno partecipato a Vivicittà 40 persone, tra detenuti, atleti esterni e operatori Uisp (GUARDA IL VIDEO): "Abbiamo sempre organizzato e proposto tante altre attività, oltre a Vivicittà, dalla tombolata di Natale al torneo di calcio femminile, riuscendo a costruire ottimi rapporti. Per strutturare le collaborazioni c'è bisogno di un grande lavoro da parte dei nostri operatori e dei volontari: lo sport in carcere può essere un grande motore di inclusione sociale, come Vivicittà all'esterno lo è stato per la ripartenza". Sabato 9 aprile Vivicittà proseguirà con lo svolgimento della manifestazione podistica all’interno della Casa circondariale di Voghera. In questa versione della corsa, al fianco dei detenuti, correranno atleti esterni, sulla distanza di circa 2.000 metri, con tanto di premiazione finale. 

 

Vivicittà negli istituti penitenziari é parte della proposta culturale che l’Uisp fa ai propri soci intorno al tema dello sportpertutti. Per tutti, quindi anche negli istituti penali per minorenni e per adulti, laddove le condizioni operative lo consentono. Infatti, negli anni l’Uisp ha costruito un rapporto molto proficuo con l’amministrazione della giustizia e realizza da decenni attività sportive all’interno degli istituti del nostro paese. Le difficoltà eventuali sono prevalentemente di natura tecnica: da una parte riguardano le criticità strutturali degli istituti, dall’altra i problemi di gestione e sicurezza di un evento sportivo dentro e fuori le mura di un istituto. Dall’esperienza di Vivicittà nelle carceri nascono storie straordinarie di amicizia, collaborazione fra gli operatori, sensibilizzazione e partecipazione da parte delle comunità dove sono insediati gli istituti di pena. La qualità della vita in carcere è un tema che passa anche attraverso la possibilità di praticare sport e da queste esperienze talvolta nascono progetti ponte tra dentro e fuori, che possono sostenere la riabilitazione e l’inclusione dei detenuti nella società civile. Magari passando per una palestra, una piscina, un campo da calcio.

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