È partita nel 1983 e da allora non si è più fermata. La “corsa più grande del mondo” continua ad essere la grande protagonista dello sport per tutti, abbracciando in un’unica, originale formula, atleti professionisti e sportivi della domenica con la competitiva di 21,097 e 12 km oltre alla passeggiata ludico motoria in tante città italiane ed estere, partenza per tutti allo stesso orario, unica classifica in base ai tempi compensati. E ogni anno, un tema per cui battersi: la pace, i diritti umani, il rispetto ambientale, l’uguaglianza sociale, la solidarietà tra i popoli. Perché la libertà (di correre) non sia un privilegio di pochi.
Ripercorriamo allora insieme alcune delle tappe più significative della nostra storia:
1984 (1 aprile): “Italia, pronti, via!”: dopo il prologo di Perugia del 1983, parte l’avventura di Vivicittà. 30 mila persone corrono simultaneamente in venti città italiane per difendere i centri storici. Nella prova di Roma si impongono i vincitori generali, entrambi russi: Vladimir Kotov e la 26enne Palina Gregorenko.
1986 (6 aprile): Vivicittà sbarca a New York lanciando un messaggio di amicizia e solidarietà tra i popoli. Crescono i partecipanti, che arrivano a 60.000. Il percorso è ridotto a 12 km per uniformare i tracciati e rendere più veritiere le classifiche compensate. I vincitori assoluti sono in gara a Roma: l’inglese Tim Hutchings e l’italiana Anna Villani.
1989 (2 aprile): Vivicittà corre con la mascherina. A Roma si sperimenta un sistema per rilevare il tasso di inquinamento durante l’attività fisica facendo correre alcuni atleti con una speciale mascherina. In occasione dell’anno europeo della lotta contro il cancro, si distribuisce a tutti i partecipanti un vademecum di regole per la prevenzione. 80 mila atleti corrono nelle 33 sedi italiane e nelle 7 estere. Su tutti si impone Salvatore Antibo, vincitore per la seconda volta consecutiva a Palermo.
1990 (1 aprile): dopo la caduta del muro, la manifestazione corre nella Berlino riunificata. Record delle città iscritte: 34 in Italia e 7 all’Estero: oltre Berlino, Siviglia, Barcellona, New York, Budapest, Lisbona, Bruxelles. Il vincitore corre a Siena ed è il ruandese Ntawulikura mentre la capitale tedesca regala la vincitrice femminile, Uta Pipping.
1993 (2 maggio): “Vivicittà Porte Aperte”. La manifestazione compie 10 anni varcando le porte del carcere di Rebibbia. Sul piano podistico, si impone la vittoria di Vincenzo Modica a Milano e quella di Maria Guida a Roma.
1994 (10 aprile): Vivicittà corre a fianco di Amnesty International in difesa dei diritti civili e contro la violazione dei diritti umani. Ricky Tognazzi, Carlo Delle Piane, Stefania Sandrelli, Margherita Buy diventano testimonial della campagna. Si gareggia in 34 città italiane e 9 estere. Il keniano Shem Kororia vince la classifica compensata maschile. La vittoria femminile va a Silvia Sommaggio.
1996 (14 aprile): “La città corre libera” è lo slogan che accompagna quest’edizione di Vivicittà, organizzata dalla Uisp in collaborazione con Libera, l’associazione contro tutte le mafie. Si gareggia nella Sarajevo finalmente liberata dalla guerra e avviata verso una difficile ricostruzione. La classifica compensata vede Stefano Baldini vincitore tra gli uomini e la keniana Florance Barsosio prima tra le donne.
1998 (5 aprile): si corre in Algeria per l’infanzia violata e contro l’integralismo. Le sedi di Vivicittà diventano 58 e gli atleti keniani risultano i vincitori assoluti tra gli uomini e le donne, con Mark Bett e Margaret Okayo.
1999 (11 e 18 aprile): Vivicittà arriva in Albania nei campi profughi di Tirana e Valona che ospitano i cittadini kosovari. Nella classifica generale, il keniano Paul Kosgei stabilisce a Catania il miglior tempo assoluto.
2000 (9 aprile): “Con le ragioni di ciascuno per i diritti di tutti” è il messaggio che accompagna Vivicittà nel suo debutto a Baghdad. Il maratoneta romano Giuseppe Papaluca percorre a piedi i 1000 km da Amman a Baghdad per portare un messaggio di pace. Catania ripropone i vincitori della classifica compensata con il keniano Robert Kipchumba e l’italiana Agata Balsamo.
2001 (1 e 8 aprile): Vivicittà supera ancora i suoi confini e sbarca in Africa, nella baraccopoli di Nairobi, con Paul Tergat come starter d’eccezione. Si corre di nuovo a Baghdad, nelle carceri e negli istituti minorili. Sempre i keniani dominano la classifica compensata con Elija Nyabuti e Ines Chepkesis.
2007 (15 aprile): “Al primo posto l’ambiente”. Continua la sperimentazione sull’analisi ambientale durante Vivicittà con l’uso di materiali riciclabili, la raccolta differenziata, l’uso del trasporto pubblico. La manifestazione si sposta anche a Beirut con la presenza di migliaia di persone: militari dell’Onu, giovani di ogni età ed etnia, tutti accomunati dallo stesso messaggio di sport nel nome della pace.
2008 (6 aprile): altre due città simbolo accomunate dal messaggio di Vivicittà. Si corre a Beirut e a Bucarest nel nome della tolleranza e dell’integrazione. 70 mila gli atleti partecipanti nelle 40 città italiane. La vittoria va al keniano Philemon Kipketer Serem e all’italiana Renate Rungger.
2009 (19 aprile): “Il cuore di Vivicittà batte in Abruzzo”. Pochi giorni dopo il sisma, i trentamila partecipanti devolvono i costi dell’iscrizione per la ricostruzione delle strutture sportive de L’Aquila. Si corre anche a Belem, in Brasile, per la salvaguardia dei diritti delle popolazioni indigene dell’Amazzonia.
2011 (3 aprile): si corre nel nome dei 150 anni dell’Unità d’Italia. 100 mila i podisti al via nelle 38 città italiane e 16 nel mondo. Vivicittà coinvolge anche 17 istituti penitenziari e minorili e i campi palestinesi del Libano, come evento conclusivo delle Palestiniadi. Tra i vincitori, primato assoluto agli africani con i marocchini Khalid Ghallab tra gli uomini e Hafida Izem tra le donne.
2012 (15 aprile): neanche il maltempo è riuscito a fermare i 45.000 partecipanti alla 29^ edizione di Vivicittà. Palermo risulta la città con il più alto numero di iscritti: oltre 3.000 tra le due prove. Un minuto di silenzio ha preceduto il via in diretta da Radio 1 Rai per ricordare Piermario Morosini, calciatore del Livorno, deceduto sul campo da gioco il giorno prima della manifestazione. Il più veloce nella classifica compensata è il keniano Paul Tiongik tra gli uomini e la marocchina Soumya Labani tra le donne.
2014 (6 aprile): in occasione di Vivicittà, l’Uisp ha rilanciato l’attenzione sui problemi delle carceri italiane attraverso il valore sociale dell’attività sportiva, che al loro interno l’associazione svolge da trent’anni. Domenica 6 aprile il via alla manifestazione è stato lanciato in diretta su Radio 1 Rai dal carcere di Rebibbia, a Roma, dove la corsa si è svolta con le stesse modalità delle altre corse nelle varie città italiane ed estere: percorso di 12 km e presenza dei partecipanti nella classifica unica compensata a livello nazionale. Così è avvenuto anche nel carcere di Opera a Milano e, seppure con modalità diverse, anche in altri due istituti di pena, a Bari e a Catanzaro. Nel 2014 Vivicittà nelle carceri si è svolta in un totale di 24 istituti di pena.
2015 (12 aprile): 75.000 persone hanno partecipato all'edizione 2015, con il via ufficiale dato dal carcere di Rebibbia. La manifestazione, inserita nella campagna Uisp #corroper un'altra idea di sport, si è svolta in 45 città in Italia e 9 all'estero.
2016 (3 aprile): #Liberidimuoversi, il tema di Vivicittà 2016 era legato all'accoglienza e al valore sociale dello sport, che riesce a superare le frontiere geografiche e sociali. Il luogo simbolo di questa edizione - che ha visto 60.000 partecipanti in 43 città italiane e 11 nel mondo - è stato Lampedusa.
2017 (9 aprile): #luoghinazione, questo il tema dell'edizione 2017, all'insegna dello sport e dei valori di integrazione, solidarietà e pacifica convivenza. Il via è stato dato da Pozzallo e simultaneamente sono scattati in 65.000 in 42 città italiane e 11 nel mondo.
Per altri dettagli sulle passate edizioni della manifestazione: La-storia.pdf