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Ginnastiche

P.L.K._Experience Tour: Intervista a Giulia Staccioli

P.L.K._Experience Tour: Intervista a Giulia Staccioli

Ad un certo punto di questo nuovo percorso, ci siamo voluti fermare un attimo a riflettere sulla strada che stiamo percorrendo, per chiarire e chiarirci alcuni dubbi; stiamo lavorando nella giusta direzione? Come possiamo aiutare le società che vorrebbero partecipare? Come e cosa possiamo migliorare?

Abbiamo così pensato di porre qualche domanda a Giulia Staccioli, fondatrice dell’Accademia Kataklò.

 

D: Partiamo dall’inizio. Qual è il livello tecnico minimo richiesto per partecipare al concorso?

R: Non esiste un livello tecnico minimo per partecipare. Il concorso parte con un principio diverso rispetto ai codici abituali. L’obiettivo è quello di realizzare un momento coreografico valorizzando al massimo i gesti che i componenti del gruppo hanno. Il lavoro principale richiesto è sull’idea e sulla cura del dettaglio e della presentazione. Continuità nel lavoro e armonia d’insieme devono guidare e collegare gli elementi tecnici che già le allieve conoscono per valorizzarli. Piuttosto che “troppe cose” fatte male è preferibile impegnarsi sulla composizione di sequenze semplici ma che permettano alle ginnaste di mostrare il meglio del loro bagaglio motorio.

D: Quante ore settimanali di allenamento bisogna fare per prepararsi? Quante ore di allenamento bisogna togliere alla preparazione agonistica?

R: E’ difficile dire quante ore di allenamento servono. Alcune azioni e collegamenti possono essere lavorati, ripetuti e studiati abbinandoli ad elementi tecnici che già vengono fatti nelle normali routine di allenamento. Ad esempio se inserisco una verticale o una rovesciata in fase di allenamento posso farla ripetere con la sequenza che poi utilizzerò durante la coreografia. Una volta anche le ginnaste acquisiscono le sequenze separatamente è poi più semplice comporle e lavorare globalmente sulla coreografia. Io credo che 2 o 3 ore a settimana per un paio di mesi siano sufficienti per il lavoro specifico.

D: Ma se un una società ha un gruppo di ginnaste troppo piccole per poterle impegnare in un lavoro di coreografia, come può fare?

R: Bisogna declinare il lavoro creativo ed espressivo in modo adeguato alla loro età. I bambini sono molto più creative di noi e coinvolgerli fin da piccoli in un lavoro espressivo è un primo passo verso una crescita anche motoria. Non è mai troppo presto!

D: E dall’altro canto, se si ha un gruppo di ginnaste molto brave, e che rientrano nell’età minima per la partecipazione al concorso, ma che non si riesce a convincere a prendere parte al progetto, quale tecnica si può adottare per dissuaderle?

R: Si potrebbe assecondarle nelle loro proposte e parallelamente guidarle verso strade nuove. La “danza” tante volte spaventa i ginnasti che credono sia sinonimo di noia e romanticismo. Siamo nel 2014 e il mondo corografico oggi a livello internazionale usa il corpo in modo estremamente atletico – acrobatico, con forza ed energia.

D: Ulteriore difficoltà che i gruppi coreografici possono incontrare, visto il momento che stiamo vivendo, è quello di chiedere alla propria società di investire per materiale e attrezzature per preparare un esercizio per la partecipazione al progetto. Se la società non dovesse supportare, o essere restia nel farlo, come ci si può muovere?

R: Per realizzare un lavoro coreografico non sono necessari investimenti né per costume né per attrezzature. E’ chiaro che con qualche economia a disposizione abbiamo più possibilità creative, ma il vero strumento del lavoro coreografico è il corpo e il migliore attrezzo il pavimento! A volte si pensa che un bel costume e mille attrezzi rendano la coreografica più interessante. Niente di più falso!!! Il pubblico si aggancia con l’energia e con il gesto!

D: Per quanto riguarda quindi la composizione della coreografia, bisogna concentrarsi su alcune linee guida come idea, azione, movimento, spazio e musica, che sono spiegati nel regolamento del P.L.K._Experience. Ma se si è poveri di idee? Se non si hanno sufficienti competenze musicali che possono sostenerci in una scelta appropriata del brano musicale? Come ci si può muovere?

R: Ogni cosa può essere uno stimolo creative. Credo che inizialmente per ispirarsi sia utile osservare, cercare, guardare cose che non si sono mai viste prima anche se pensiamo siano lontane dai nostri gusti. Il web può essere una fucina inesauribile di idee, l’importante è non limitarsi a guardare sempre e solo le stesse cose (saggi di ginnastica, musical, circo, etc…). Talvolta una compagnia di danza sconosciuta, piuttosto che un grande coreografo del ‘900 possono sorprenderci con un gesto, un costume, un attrezzo che poi può diventare per noi un’idea sulla quale basare la nostra composizione coreografica. A volte anche solo cominciare a “copiare” cose nuove può aiutarci ad ampliare il nostro repertorio di idee.

Per quanto riguarda la musica, come dicevo riguardo alle idee, non soffermiamoci su ciò che è conosciuto, popolare e di moda. Certo anche tra i brani di “moda” ci sono brani musicali stupendi, ma coreograficamente parlando talvolta un brano musicale un po’ alternative e ricercato, adeguatamente utilizzato, è più a sostegno di una coreografia rispetto a qualcosa di molto scontato che inevitabilmente riporta alla mente già mille cose viste banalizzando anche le scelte coreografiche.

D: Insomma, dare libero sfogo al pensiero, spaziare in ogni direzione. Ma se si è un gruppo di amiche che trova ancora soddisfazione a fare insieme ginnastica, ma non si ha un’istruttrice che ci guidi dall’esterno in questa esperienza, come si può fare?

R: Collaborate! Condividete le idee, datevi dei ruoli, dei compiti in base alle vostre conoscenza e competenze. Le collaborazioni possono essere organizzate in modo diverso, ma considerate che un buon gruppo di lavoro dove: coreografo, costumista, musicisti, sono anche interpreti può avere un valore aggiunto!!!

D: Ammesso che si riesca a mettere in pratica tutto quanto scritto nel regolamento e chiarito qui sopra, rimane il fatto che la compagnia Kataklò ha un livello che molti pensano irraggiungibile, e si chiedono come la loro piccola società di ginnastica possa pensare di partecipare ad un concorso così prestigioso. Giulia, cosa puoi dirci a questo proposito?

R: Prima di tutto la compagnia Kataklò vuole essere un esempio di come il gesto ginnico adeguatamente valorizzato può diventare un fenomeno internazionale. Ciò non vuol dire che chi partecipa al concorso debba essere già ad un alto livello professionale. Anche i ragazzi dell’accademia Kataklò stanno ancora studiando per diventare un giorno dei professionisti ma al momento sono ancora degli allievi. L’obiettivo che si deve porre chi partecipa è quello di scoprire e imparare a valorizzare ciò che già ha (il gesto tecnico - ginnico) aumentando le competenze in ciò che ancora conosce poco (gesto artistico - coreografico).

Il concorso è un momento di confronto per aumentare e migliorare il proprio vocabolario motorio. Scoprire nuovi gesti utili a valorizzare quelli già conosciuti. Scoprire quanta potenzialità artistico - creativa hanno ginnasti con competenze tecniche non elevatissime. Sono proprio quei ginnasti che non hanno avuto la possibilità di seguire un percorso agonistico o che hanno dovuto lasciarlo che attraverso questo percorso possono ritrovare motivazione entusiasmo e passione valorizzando ciò che hanno e esprimendosi diversamente da ciò che erano obbligati a fare per seguire un codice restrittivo.

 

Ringraziamo Giulia Staccioli per il tempo che ci ha messo a disposizione e per i consigli costruttivi che ci ha fornito.

Speriamo quindi che vi farete trasportare dalle coreografie in questo viaggio itinerante per l’Italia, per essere contaminati da questo nuovo modo di concepire le tecniche e il movimento attraverso la spettacolarizzazione di tutte LeGinnastiche. Vi rinnoviamo l’invito, per chi ancora non sia riuscito a partecipare, al prossimo incontro che si terrà Domenica 23 Febbraio 2014 in Trentino Alto Adige.

 

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