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Sport e omofobia: più rumorosi i silenzi che le frasi di Cassano

I silenzi o le parole di circostanza fanno più rumore delle battute grossolane e scomposte di Cassano: questo in sintesi il pensiero di Gianluca Di Girolami, commissario dell'Uisp Roma e presidente della Liberi Nantes Asd, che è intervenuto nel dibattito suscitato dalle parole del giocatore azzuro, per ribadire l'impegno suo e di tutto lo sportpertutti, affinché tanto nello sport come nella società, spariscano i pregiudizi sull’orientamento sessuale. 

“Le frasi di Cassano – scrive il commissario dell'Uisp Roma Gianluca Di Girolami - nella loro rozza schiettezza, hanno avuto un indubbio merito: quello di aver tolto dal cono d'ombra del buonismo sportivo, la triste realtà di un'omofobia ormai tracimante”.

“Esiste una sessualità 'ufficiale', per così dire, accettata e anche ostentata, che poi è quella che alimenta immagine e immaginario di tanta parte dello sport spettacolo. Immancabilmente eterosessuale. Di esempi se ne trovano a decine, da anni. Esiste poi la sessualità che, come d'incanto, diventa affare privato, perché ognuno 'a casa propria fa ciò che vuole'. La sessualità da nascondere, da non dichiarare, perché 'cosa c'entrano le scelte sessuali dei singoli con lo sport?'

“Richiami alla sacralità di una privacy, ignota quando in ballo ci sono centravanti e veline, che diventa un valore se quella che si richiede è la libertà di potersi dire omosessuali. La libertà, non l'obbligo. Il diritto, non il dovere. C'entrano eccome, pertanto, le scelte sessuali del singolo, l'istante in cui esprimerle può diventare un ostacolo alla propria attività, alla propria carriera, alla tutela della propria dignità o addirittura della propria incolumità.

“Non era Di Natale, quello che ora dovrebbe addirittura sostituire il reprobo Cassano, ad aver dichiarato poco più di un mese fa di 'non condividere la scelta di rendere pubblica, almeno nel mondo del calcio,
una situazione privata così importante'?

Cassano, in realtà, rappresenta solo la spia, per certi versi preziosa, di un male radicato e diffuso, che trova in certo sport e nel calcio in particolare, un brodo di coltura dove si alimentano da sempre tendenze che da grevi e denigratorie, possono arrivare a tramutarsi in violente e discriminatorie. Cori, striscioni, leggi non scritte dello spogliatoio, autocensura dei media, sono solo alcune delle modalità con cui prende forma l'impossibilità di esprimere se stessi, il proprio orientamento sessuale”.

“Il punto infatti non è quello di andare a sbandierare ai quattro venti il proprio privato, i propri amori, i propri sentimenti, perché ognuno sceglie se farlo o meno, omosessuale o eterosessuale che sia. Il problema, gravissimo per noi, è quello di non poterlo fare, di non poter scegliere, pena l'isolamento e l'esclusione da un mondo che si ricorda del valore sociale dello sport solo a corrente alternata e che sul tema dell'omofobia ha ancora tanta, troppa strada da fare”.

“Che questa 'cassanata' - conclude Gianluca Di Girolami - possa servire a stanare chi ancora oggi fa finta di non capire che non può, non deve esistere un solo ambito della società dove esprimere il proprio orientamento sessuale possa divenire causa di discriminazione e dolore. Lo sport istituzionale, che spesso aspira a farsi portatore di valori universali, di fronte al fenomeno vergognoso dell’omofobia, vive ancora oggi di silenzi e omissioni, ma sono questi silenzi a non poter essere più tollerati, perché chi non si oppone alle discriminazioni, in ogni loro forma, con forza e convinzione, ne diventa di fatto complice”.