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Sport, possibilità di essere diversi ma uguali

Il GrsWeek, approfondimento settimanale del Giornale Radio Sociale, ha messo al centro lo sport come strumento di inclusione

 

“I matti siamo noi quando nessuno ci capisce”: solitudine, isolamento, reclusione. La vedi nei versi di Simone Cristicchi e la incontri, a Matti per il calcio. L'approfondimento settimanale del Giornale Radio Sociale di venerdì 26 settembre, curato da Elena Fiorani, si è concentrato su sport e inclusione, partendo dai due eventi che l'Uisp ha realizzato a San Benedetto del Tronto: la tavola rotonda del progetto SIC! e la XVII edizione di Matti per il calcio.

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Lo sport sociale scende in campo per promuovere diritti. Lo fa con l’Uisp che da giovedì 25 settembre è a San Benedetto del Tronto con due iniziative che mettono al centro la persona, con le sue specificità e diversità, con l’aspirazione condivisa ad una vita dignitosa e soddisfacente. Cosa vuol dire disabilità? Lo abbiamo chiesto all’atleta paralimpica Valeria Locritani che è intervenuta alla tavola rotonda “Pregiudizi in fuorigioco: sport e integrazione contro le discriminazioni”, organizzata dall’Uisp nell’ambio del progetto SIC-Sport, integrazione, coesione. "L'idea di disabilità più comune è quella di una persona che non sa fare qualcosa o che per farla ha bisogno di aiuto: in realtà la persona con disabilità ha solo imparato a vivere in un modo diverso. Io ho un obiettivo e il mio modo di raggiungerlo è diverso da quello di un altro: ma chi è che ha lo stesso identico modo di un’altra persona per arrivare a un determinato obiettivo? Ognuno ha le sue modalità, le sue diverse abilità e il suo sistema per fare le cose, se la vediamo così la concezione di disabile praticamente non esiste più, siamo tutti uguali nella nostra diversità. Ognuno fa le cose a modo suo, come meglio riesce, ed è su questo che bisogna porre l’accento, così si valorizzano le differenze, che esistono e sono belle, arricchiscono il mondo e ci rendono tutti uguali”.

Il progetto realizzato in collaborazione con Unar e Lega Serie A è intervenuto in 17 città italiane con una campagna di sensibilizzazione tesa al contrasto di tutte le forme di discriminazione, dal razzismo al sessismo, dall’abilismo all’omolesbobitransfobia. Un percorso iniziato con l’Osservatorio contro le discriminazioni nello sport, come spiega il direttore dell’Unar, Mattia Peradotto: "Sono assolutamente convinto della necessità di dare continuità a questo tipo di intervento, noi siamo in dirittura d'arrivo con un rafforzamento di questo tipo di progettualità sperimentale, perchè vogliamo consolidarla e allargarla ad un orizzonte temporale più ampio, dando una effettiva stabilità alle attività e al lavoro dell'Osservatorio. Ecco perché a breve usciremo con una progettualità molto importante che prevede un percorso di 3 anni, per poter effettivamente raccogliere, analizzare, ragionare sulle segnalazioni e sulle discriminazioni che si vivono nel mondo sportivo e poter costruire politiche preventive, informative o di ingaggio mirate. Questo impegno conferma quello che pensiamo da sempre: lo sport è uno dei veicoli perfetti per moltiplicare la cultura di integrazione. Lo sport è semplicemente uno specchio delle nostre comunità, del mondo in cui viviamo e della realtà sociale in cui siamo immersi, ma può fungere da grande moltiplicatore di costruzione di cultura condivisa".

La riflessione ha fatto da apripista alla XVII edizione di Matti per il calcio, rassegna nazionale rivolta ai Dipartimenti di salute mentale che porta in campo squadre composte da persone con disagio, medici infermieri e familiari. Un approccio nuovo alla terapia psichiatrica che si ispira alla visione di Franco Basaglia. Che rimane del suo insegnamento? Parla la psichiatra Marilù Moalli. "Quella proposta da Franco Basaglia è stata una grande rivoluzione che ha impattato sull’aspetto burocratico ma c’è ancora molto da lavorare sulla sensibilità, la libertà, la possibilità di sentirsi uguali agli altri. Gli ospedali psichiatrici sono stati chiusi ma al loro posto sono state aperte molte comunità in spazi periferici e i pazienti si trovano sempre chiusi in altre strutture. Invece, un'esperienza come questa permette ai pazienti di sperimentarsi attraverso lo sport, insieme ad altre persone con e senza disagio, si crea unione e un senso di uguaglianza e di libertà. “La caratteristica fondamentale dello sport è la possibilità di mantenere l'individualità della persona: all'interno della squadra ognuno ha il suo ruolo, le sue caratteristiche e la sua personalità, ma tutto avviene in funzione della squadra. Quindi otteniamo il mantenimento dell'individualità collegato ad un gruppo di appartenenza.

Matti per il calcio significa sport come terapia, socialità, uscire dall’isolamento. Il tema della salute mentale è invece più ampio e presuppone un ruolo dell’attività sportiva anche in chiave preventiva. Come afferma Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp: "Dobbiamo sgombrare il campo da equivoci: il tema della salute mentale riguarda tutti e non c'entra con la malattia mentale, anche se nella accezione comune nostra potrebbe crearsi un po' d'ambiguità.  La salute mentale  è un termine utilizzato dall'OMS-Organizzazione Mondiale della Salute nel 1946, anno della sua nascita, per descrivere il  benessere emotivo, psicologico e sociale . La salute mentale è parte integrante della salute e del benessere ed è importante in ogni fase della vita , dall'infanzia all'adolescenza fino all'età adulta e anzana. E' parte integrante della salute generale, anche in assenza di malattie psichiatriche. L'OMS definisce la salute mentale come uno stato di benessere in cui ogni individuo può realizzare il suo potenziale, affrontare il normale stress della vita. In questa accezione puó essere molto utile il ruolo che gioca l’associazionismo di sport sociale e per tutti. Per questo noi dell’Uisp, in collaborazione con il Ministero della salute e l’Istituto superiore di sanità organizzeremo a Roma lunedi 29 settembre il workshop nazionale “Salute mentale è salute pubblica ”. Lì presenteremo il progetto internazionale “ABC per la salute mentale”, sostenuto dall'Unione Europea e promosso da Isca e da altre 5 associazioni europee. Uisp è capofila in Italia".