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Toscana

N.16 - Campioni di seconda generazione esclusi: il Coni li considera stranieri

MILANO - Eusebio Haliti, classe 1991, è campione italiano nella categoria "juniores" sui 400 metri indoor e su pista. Ha tutte le carte in regola per indossare la maglia azzurra e partecipare alle Olimpiadi di Londra del 2012. Tutte meno una: quella che attesta la cittadinanza italiana. Per lo stesso motivo Hakim Chebakia, giovane boxeur bolognese nato in Marocco nel 1988, vorrebbe partecipare ai campionati italiani di pugilato ma il regolamento lo vieta. Per il Coni, infatti, i ragazzi di seconda generazione sono stranieri a tutti gli effetti, e la loro presenza deve essere limitata "per tutelare i vivai nostrani". Nel numero di gennaio di Terre di mezzo - street magazine, l'inchiesta "Atleti all'angolo" racconta le difficoltà che i G2 incontrano nel nostro Paese anche quando fanno sport: sia che ambiscano a gareggiare ai massimi livelli, sia che vogliano semplicemente divertirsi.
 
Giovani che devono combattere contro una vera e propria babele di regolamenti federali, norme internazionali e direttive del Coni. "Il problema è che anche nello sport non ci si vuole rendere conto che l'Italia è diventata un Paese d'immigrazione", commenta Mauro Valeri, sociologo e responsabile dell'Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio. Ubong Abrham Bernard, 21enne piemontese di origine nigeriana, gioca nella "Nicese calcio", società dilettantistica di Nizza Monferrato (Asti) che milita in promozione. Ha dovuto saltare le prime sette partite di campionato per colpa delle lungaggini burocratiche. 
 
Il nuovo numero di Terre di mezzo - street magazine presenta una nuova rubrica dedicata ai reportage d'autore sulle vie multietniche delle nostre città a cura dello scrittore Giorgio Fontana: primo appuntamento in via Piave, a Mestre (Venezia). Mentre la sezione dedicata ai fotoreportage ospita il lavoro di Melania Messina dedicato alla "Mafia dimenticata": racconti, volti, ricordi e testimonianze della lotta tra contadini e clan che attraversarono la regione nel dopoguerra. Tra il 1946 e il 1948 furono uccisi 39 sindacalisti tra cui il corleonese Placido Rizzotto (da www.redattoresociale.it).

 

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