Comitato Territoriale

V. Gli anni Sessanta: le Olimpiadi di Roma aiutano anche lo "sport popolare" a rilanciare strategie di rinnovamento.

Quadro politico-sociale del decennio: il Boom economico e la Dolce vita, l'Italia in piazza che manifesta contro Tambroni e guarda a sinistra, la morte di Togliatti, il Sifar di De Lorenzo, Piazza Fontana, le lotte per il Vietnam, la contestazione globale e i terremoti generazionali.
Per lo sport italiano sono anni di successi: Coppe dei Campioni a ripetizione, l'industria entra massicciamente nello sport, Umberto Agnelli presidente della Federcalcio, e almeno due Olimpiadi indimenticabili (Roma '60 con Bikila, Berruti e Rudolph) e Mexico '68 (strage di Piazza delle Tre culture, i pugni chiusi di Smith e Carlos). 

All'inizio degli anni Sessanta la Uisp registra una flessione. Non arrivano gli attesi contributi del Coni. I costi delle attività aumentano. Gli enti locali sono ancora incapaci di scelte in favore dello sviluppo dello sport. E' fallito il tentativo di aprire una dialettica utile con Coni e Federazioni, da cui l'uscita dei rappresentanti della Uisp da quegli organismi. La crisi è tale che si ipotizza persino di fare entrare la Uisp nelle strutture della Cgil. Anche il periodico Il Discobolo sospende le pubblicazioni.
Dalla crisi la Uisp uscirà quando realizzerà che il suo ruolo reale non è quello di replicare lo sport già organizzato dal Coni (ruolo che sta rischiando di fare della Uisp una piccola federazione sportiva troppo preoccupata del valore intrinseco di competizione, selezione, spettacolo) ma è quello di intercettare le nuove necessità motorie che lo sviluppo del paese sta facendo emergere, per una più corretta evoluzione psico-fisica della persona. Che occorre elaborare un modello sportivo alternativo a quello tradizionale, basato sull'educazione motoria, il gioco, lo sport rivolto soprattutto ai ragazzi, che in questo paese sono senza strutture scolastiche, senza pedagogia avanzata, senza spazi verdi e strutture sportive a causa della forte urbanizzazione in atto, e sono portatori del 60% di paramorfismi. Che occorre intensificare il lavoro di "conquista delle amministrazioni locali". Sta per scoccare l'ora dei Centri di formazione.
Per la Uisp gli anni Sessanta saranno il decennio del superamento della crisi e del rinforzo dell'identità; della critica della commercializzazione, del campionismo, dello sport d'élite, dello sport spettacolo, dell'ipercompetitività; della rivendicazione del diritto allo sport, ma nel rifiuto del modello di società presente e dei valori che lo producono.

Dell'evento Olimpiadi a Roma la Uisp sa cogliere la grande opportunità strategica per la popolarizzazione dello sport in Italia. Aderisce alle iniziative del Coni, pur denunciando sprechi, speculazioni e la sottovalutazione dei governi nei confronti dello sport di base. Collabora attivamente all'organizzazione dei Giochi attraverso l'impegno dei suoi dirigenti. Parallelamente organizza decine di manifestazioni popolari: le Giornate olimpiche. All'indomani dei Giochi organizza a Roma il Meeting dell'amicizia, manifestazione internazionale di atletica leggera (che continuerà per venti edizioni) con l'obiettivo di avvicinare i campioni alla gente (cogliendo tra l'altro con la sovietica Tamara Press l'occasione fortunata del record mondiale nel lancio del disco).
Qui la Uisp coglie un doppio successo: esce dalle Olimpiadi non più sola, perché altri soggetti si porranno il problema della riforma dello sport; stabilisce rapporti internazionali solidi sia con le istituzioni sportive dell'Est europeo, sia con le associazioni sportive dei lavoratori dei paesi occidentali, riunite attorno al Csit. 
Nell'aprile del 1960 si tiene a Roma il IV Congresso nazionale Uisp. Presidente viene confermato Arrigo Morandi, vicepresidente Aldo Monaco, segretario generale Giorgio Mingardi.

Con l'esperienza dei Centri di formazione fisico-sportiva la Uisp entra nella seconda fase della sua storia: dalla promozione al servizio sociale. L'intuizione/proposta dei Centri di formazione fisico-sportiva sarà l'asse dell'azione politico-culturale, organizzativa ed educativa dell' Unione per almeno un quindicennio, e segnerà in modo determinante il futuro della Uisp e dello sport italiano.
I Centri nascono nel '62: a Milano conferenza di lancio della campagna, a Roma un seminario nazionale. Le prime esperienze si aprono a Prato, Livorno, Settimo Torinese, Foggia, Bologna. Si inizia negli impianti pubblici, nelle case del popolo, anche in locali di fortuna. Poi l'attività si dilata nel giro di qualche anno e diventa l'elemento più caratterizzante dell'impegno promozionale della Uisp. 
Nasce un nuovo modello di attività che incomincia dai giovanissimi in età scolare e si estenderà negli anni a tutte le età della vita. E' fondato sui contenuti formativi dell'educazione motoria e sportiva, non sulla specializzazione disciplinare ma sull'avvicinamento dei ragazzi alla pratica. Per la prima volta si compie la saldatura fra denuncia/rivendicazione, attività organizzata, partecipazione, sensibilizzazione sul diritto allo sport. Nasce un serio rapporto tra intellettuali dello sport, scuola e scienza medica. Giovani insegnanti e studenti di educazione fisica si avvicinano in massa alla Uisp, contribuiscono alla qualificazione del suo intervento educativo, trovano nella pratica concreta di centro la verifica delle loro motivazioni e ipotesi teoriche, i centri diventano un laboratorio diffuso di sperimentazione e di formazione. Un po' meno coinvolti saranno i tecnici sportivi.
Nell'aprile del 1964 a Firenze si tiene il V Congresso nazionale. Arrigo Morandi verrà confermato presidente, Ugo Ristori presidente nazionale aggiunto, Giorgio Mingardi segretario generale.
Il grande effetto politico è la conquista dell'ente locale. Agli enti locali la Uisp chiede che si rettifichino le spese sbagliate verso lo sport, come ad esempio quelle a sostegno alle squadre di calcio professionistiche con impianti monumentali. Inoltre l'Uisp chiede che si costituiscano assessorati e consulte sportive che tematizzino la politica di sviluppo dello sport da parte delle aministrazioni locali. Si stabilisce un patto di collaborazione ("L'ente locale promuove, la Uisp organizza"). L'esperienza favorisce anche il recupero di centinaia di società sportive, la ripresa dell'attività agonistica autonoma della Uisp, la nascita di nuovi comitati provinciali e zonali , soprattutto al Sud e nelle Isole. E produce ripercussioni/rincorsa da parte del Coni e del resto dell'associazionismo sportivo: nel '64 il Coni vara i Centri di formazione giovanile, nel '65 li trasforma in Centri di avviamento federali, nel '66/'67 apre i Centri Olimpia in collaborazione con Uisp e altre associazioni di promozione sportiva.