Alla fine degli anni Settanta l'Italia entra in una fase particolarmente travagliata: dal punto di vista politico, assassinio di Moro e offensiva terroristica di destra e di sinistra; dal punto di vista sociale, l'ottimismo della stagione del welfare si smorza. La domanda sociale di sport continua a crescere e si indirizza verso lo sport per tutti, ma non le corrisponde nulla della politica sportiva nazionale: non una riforma, non una modernizzazione, non un'apertura vera.
Lo stato marca la sua assenza sul terreno di politiche pubbliche orientate allo sport e delega tutto ad un Coni centrato sul culto del risultato tecnico. Ministri in carica e parlamentari diventano presidenti di Federazione o di Lega professionistica. L'autonomia del sistema sportivo è soltanto uno slogan che si regge sui fantastici successi delTotocalcio e sulla montagna di risorse che genera, una parte delle quali il Coni può permettersi di devolvere alle casse dello stato. E' il privato ad assorbire quote di domanda sportiva, ma in piena deregulation.
Si profila un pericolo: l'arresto dello sviluppo associativo, il regresso dell'idea stessa di sport da diritto a problema individuale di consumo, quindi a privilegio di chi può. Aumenta il peso dello sport-spettacolo, della centralità del record e della vittoria. La nazionale di calcio nell'82 ha vinto i Mondiali: sarà euforia per un decennio.
In realtà il modello italiano degli anni Ottanta non prevede la diffusione dello sport per tutti, anche se tutti si appropriano di questo slogan (come la Conferenza nazionale dello sport del 1982, che non sposterà una virgola). La Uisp pronuncia sport per tutti e intende sport per ciascuno. Gli altri pronunciano sport per tutti ma è retorica, perché in realtà pensano sport uguale per tutti, fare tutti la stessa cosa, tutti e tutto per questo sport, questo sport per tutti.
Proprio nel 1982 l'Uisp terrà a Roma il suo IX Congresso nazionale (presidente nazionale venne eletto Vincenzo Brunello, segretario generale Gianmario Missaglia). Una rottura netta con il passato: l'obiettivo dell'Uisp è caratterizzarsi come associazione che intercetta, esprime, qualifica tutto quello che si muove nello sport in direzione del cambiamento e a livello di massa, coscienza e pratica. Quindi: acquisizione dei nuovi valori e di una nuova cultura del corpo e della motricità; il corpo e la motricità da leggere come strumento non tanto di lavoro, fatica, abilità da conquistare, quanto di piacere, libertà, scoperta, espressività, sfida con sé stessi, con la natura, con l'ambiente. Due forti slogan: "Cultura del corpo è cultura delle differenze" e "Lo sport a tua misura è lo sport del nostro tempo" Questo implica: fine del confronto sull'alternativismo; fine del confronto su agonismo sì-agonismo no; fine della centralità dei Centri di Formazione fisico-sportiva; ricomposizione a livello teorico della separatezza fra l'attività formativa, agonistica, ricreativa.
La Uisp alla metà degli anni Ottanta si trova in una stretta inquietante: esaurimento della spinta dello sport sociale - e delle risorse pubbliche - e sistema sportivo bloccato. Ne uscirà trovando un'altra strada, puntando a questi obiettivi: recuperare l'autonomia associativa; superare il collateralismo partitico; individuare i contenuti dello sport sociale (diritti, ambiente, solidarietà); creare grandi eventi sportivi moderni, culturalmente complessi, capaci di comunicare socialmente la Uisp, di coinvolgere cittadini e opinione pubblica, di connetterla con il moderno sistema dei media e con nuove aree sociali; promuovere attività non come generalizzazione di pratiche standardizzate ma come flessibilità tecnica al servizio del soggetto.
E' su questa base che si va al congresso del 1986, il X Congresso nazionale che si terrà a Rimini alla presenza di 346 delegati in rappresentanza di 512 mila tesserati. Gianmario Missaglia verrà eletto presidente nazionale e Lorenzo Bani vicepresidente nazionale.
Rivendicazione centrale: la riforma dello sport e il suo strumento, la legge quadro. Rivendicazione non nuova nei congressi Uisp, ma che qui va oltre: è fondata sul concetto di sport come fatto culturale e fattore diretto di sviluppo e cambiamento. Le scelte degli ultimi anni non hanno determinato ancora lo sviluppo associativo previsto, e allora si indirizza l'attività in quattro direzioni prioritarie: donne, anziani (e costituzione della Lega Terza età Uisp), disabili, aree giovanili a rischio. Le grandi manifestazioni Uisp fanno registrare sia un successo di partecipazione che un ritorno d'immagine in tv: Vivicittà è la prima, con un prologo notturno a Perugia nel 1983 e la prima edizione nel 1984. Numerosi sono i partner organizzativi, ma uno va ricordato in maniera particolare: si tratta dell'Ellesse, azienda italiana di abbigliamento sportivo, un parner commerciale, vera novità per l'Uisp, almeno su grande scala. La sponsorizzazioni sono ormai una leva irrinunciabile di sviluppo dell'organizzazione sportiva, quindi bisogna consolidare la strategia d'immagine di qualità attraverso strutture di lavoro professionali, qualificazione dei dirigenti, revisione delle politiche editoriali. Anche l'Uisp cerca di mettersi al passo istituendo un Ufficio iniziative nazionali, avviando una propria politica di marketing e di comunicazione.
Quanto ai problemi dell'unificazione con l'Arci, dall'87 il tesseramento Uisp torna ad essere autonomo.
Dal 1981 al 1987 si svilupperà un arco ricchissimo di iniziative di scala nazionale e territoriale: 1981 Progetto Tuttisport; 1983 celebrazioni del 35° anniversario della nascita dell'Uisp con Uisport '83 e restyling grafico dei logo Uisp, quello nazionale e quelli delle Leghe, secondo un progetto coordinato curato dal grafico Ettore Vitale (...l'inventore della stilizzazione del garofano socialista, siamo in piena era Craxi). Il 1984 è la volta della Carta dei diritti delle donne nello sport, di Vivicittà, diNeveuisp; Nel 1985 parte Marzodonna e si replica a Riccione/RiminiUisport; Nel 1986 è la volta di Sportiva e nel 1987 di Bicincittà.
Molte di queste iniziative nazionali Uisp, inaugurate in quegli anni, hanno mantenuto una continuità annuale e coinvolgono tuttora decine di città e Comitati Uisp: Vivicittà, Neveuisp, Bicincittà, alle quali si sono aggiunte, negli anni '90, Giocagin e Sport in piazza (dal 2007 Diamoci una mossa).
Nel 1988 l'Uisp ha celebrato il 40ennale e la manifestazione celebrativa più significativa si tiene a Taormina in ottobre: Convegno internazionale "Lo sport dei cittadini" e tavola rotonda "I linguaggi dello sport". Con l'aiuto di giornalisti e opinionisti l'Uisp cerca di aggiornare il suo lessico e il suo modo di comunicare a tutti i cittadini, praticanti e non: con la fine degli anni Ottanta anche il termine "sport popolare" sta arrivando all'esaurimento del suo significato originario.
Nello stesso anno si organizza a Imola il convegno nazionale "L'attività motoria in età scolare", proposta educativa rivolta a Coni e scuola, con presentazione del video "Il bambino motorio".