E’ questo quanto emerge da una piccola inchiesta che abbiamo svolto coinvolgendo alcuni dei più importanti rappresentanti del mondo motociclistico bergamasco targato Uisp. Ne è emerso un dato impietoso: in provincia di Bergamo è praticamente impossibile sia allenarsi che organizzare gare e raduni, alla faccia dei tantissimi appassionati orobici e della tradizione sulle due ruote, tra i motivi di vanto della nostra zona.
Stefano Biella è il presidente di Speed Racing Team (www.speedracingteam.it), una società motociclistica affiliata alla Uisp di Bergamo fondata appena due anni fa ma che può già contare nel suo palmares un primo posto nel Campionato Interregionale Uisp ed un sesto posto nella Coppa Italia Supermotard Uisp:
“Siamo una piccola realtà, che vorrebbe crescere e possibilmente muoversi con un impianto fisso di motocross per allenarci, ma questo a Bergamo purtroppo è proprio impossibile – ci spiega - Per dare un po’ di gas alla nostra moto siamo costretti, ad esempio, a trasferirci a Chignolo Po, o in provincia di Pavia e di Voghera, dove ci sono strutture adeguate per il motard, mentre per il motocross andiamo a Brescia. Per quanto riguarda le gare, invece, non ne parliamo proprio: l’anno scorso siamo riuscitia a organizzare una gara a Calcinate, ma abbiamo dovuto scontrarci con mille problematiche sollevate dalle istituzioni, al punto che quest’anno sicuramente l’esperienza non verrà ripetuta. A Brescia per esempio è già diverso, semplicemente basta mandare una richiesta ed in 15 giorni è tutto fatto: a breve si terrà infatti, tanto per fare un esempio, una gara Uisp a Roccafranca”.
Chiediamo a Stefano Biella quali possano essere le prospettive per gli amanti di motocross qui a Bergamo: “E’ difficile, perché proprio non esistono aree adeguate, basta pensare che sono due anni che sto cercando un’area adeguata per creare un impianto fisso, ma tutte le nostre richieste cadono regolarmente a vuoto. Se trovo ad esempio il terreno adatto, arriva subito un reclamo legato magari all’inquinamento acustico di una cascina attigua alla pista e si chiude tutto in un attimo. Noi però corriamo sempre di giorno, siamo rispettosi delle esigenze altrui, vorremmo solamente avere uno spazio per esprimerci. A Brescia, Milano, Lodi ci sono tanti impianti fissi, ma a Bergamo le poche piste che c’erano anni fa sono state chiuse, e per crearne una nuova ti mettono i bastoni tra le ruote…”.
Chiediamo un parere sull’argomento anche a Roberto Costa, pilota di successo negli anni ’90 che, nel 1994, fonda il Team Villongo (www.teamvillongo.it) con lo scopo di far crescere il motocross orobico, con particolare attenzione allo sviluppo agonistico dei motociclisti più piccoli. Lo scorso anno, chi scrive aveva assistito ad una gara interregionale organizzata dal Team Villongo a Credaro, una splendida giornata con tanti sportivi riuniti insieme per gareggiare e soprattutto stare insieme:
“Quella manifestazione era andata benissimo – ci conferma Roberto – ma quest’anno non la proporremo più. Troppi infatti gli intoppi burocratici, i titolari dei terreni erano ben disposti a cederceli per realizzare una pista permanente ma il Comune, nonostante sia stato sottoposto un progetto serio ed un programma interessante, ha tergiversato ed alla fine il padrone del terreno… ha piantato dei filari di vite. Bisogna dire le cose come stanno: c’è molta gente ben disposta ad investire in questo sport, ma i Comuni se ne fregano, questo non è uno sport riconosciuto dalle istituzioni, c’è poco interesse essendo una disciplina troppo di nicchia”.
Tutte queste problematiche cosa comportano, in termini pratici? “Il problema è che poi i meccanici non lavorano, non vendono le moto, ci sarebbero molti appassionati che vorrebbero correre ma la situazione è sportivamente tragica, le piste sono infatti lontanissime: devi guidare per due ore per trovarne una, il motocross diventa così uno sport elitario che non riesce a coinvolgere nuovi piloti. Da noi vengono tanti ragazzini che vorrebbero iniziare, ma cosa vuoi dirgli, che devono mettersi su un furgone e spostarsi di tanti chilometri per fare solo una prova? E invece ci sarebbero tanti posti a Bergamo, penso ad esempio a discariche in disuso, che potrebbero essere ideali per una pista: non appena parli di moto, però, nessuno ci sente. C’era un progetto interessante a Brembate, anche con persone pronte ad investire economicamente, ma non si è poi fatto più nulla: purtroppo è impossibile dare continuità alle nostre manifestazioni, bloccando di fatto lo sviluppo della comunità su due ruote orobica”.
Fabio Spaterna