“Mai come in questo congresso ci sono state tante richieste di interventi che si traducono - e si sono tradotte - in voglia di partecipazione, testimonianza di esperienze, senso di appartenenza, sofferenze ed entusiasmo. Da molti di questi interventi è emersa la necessità di maggiore interazione tra i vari livelli dell'associazione e tra questi e i settori di attività. Dal mio osservatorio - forse privilegiato? - di presidente regionale (lo dico perché siamo in 19 in Italia, quindi tutto sommato pochi), mi sento di sottoscrivere queste istanze di maggiore interazione e scambio.
Nei quattro anni passati ho vissuto positivamente l'esperienza delle giunte nazionali allargate ai presidenti regionali. Credo che questa esperienza vada intensificata e allargata maggiormente - in parte è già stato fatto - all'interazione tra presidenti regionali, settori di attività, presidenti regionali e politiche, perché comunque il ruolo che rivestiamo è quello di snodo tra il livello nazionale e i territori. Capisco che dico delle banalità, ma è sempre importante ribadire certi concetti e ricordarceli.
Credo, tuttavia, che il gruppo dei presidenti regionali debba maggiormente interagire anche con i settori di attività per verificare in tempo reale le necessità – e molti interventi ne hanno parlato - di riempire caselle, ma non per mettere dei bollini, per andare a integrare delle attività che sono deficitarie in quel territorio. Ricordo l'intervento di Giorgetti: si può parlare di tante discipline, ma che la pallavolo, una delle discipline più praticate in Italia, non sia presente in determinate regioni vuol dire che c'è qualcosa che non va e bisogna discuterne.
Credo, oltretutto, che l'obiettivo organizzativo del prossimo mandato debba essere il consolidamento delle attività, dei settori di attività, perché le attività sono l'ossatura sulla quale noi quotidianamente andiamo a innestare progetti, politiche e quant'altro ci caratterizza. Se l'ossatura è fragile, difficilmente potremmo intervenire in maniera coerente e positiva. Dico questo e vorrei che nessuno pensasse che io voglia fare classifica di merito tra regioni, perché non è così. L'Italia non è tutta uguale: sappiamo perfettamente che non è la stessa cosa fare associazione nel Nord, nel Centro, nel Sud. Don Ciotti ce lo ha detto, ma anche i tanti interventi degli amici e delle amiche che dirigono i nostri comitati del Meridione. Secondo me dovrebbe crescere anche una sorta di vicinanza tra i comitati che magari hanno più possibilità ed esperienze e i comitati che invece hanno bisogno di supporto nelle diverse maniere, anche solidarmente. Per finire, il lavoro è tanto complesso, spesso complicato, ma è indubbiamente stimolante.
La buona notizia è che in sala ci sono tantissimi come non mai ragazzi e ragazze e direi che è il primo aspetto positivo che chiunque di noi ha notato presentandosi a questo Congresso. A questi ragazzi e ragazze rivolgo un appello accorato: appena potete rottamateci, ma fatelo con garbo perché credo che ce lo meritiamo”