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Varese

Le “Staffette resistenti” per ricordare le donne nella Resistenza a Varese

È stata la quarta volta a Varese per "Staffette resistenti", l'iniziativa promossa da Anpi, Uisp, FiabCiclocittà con la collaborazione di Legambiente, Donneinnero, Circolo Arci "l'Albero di Antonia e Spi-Cgil per ricordare il ruolo delle donne staffette partigiane durante la Resistenza.

Alle 16 una ventina di ciclisti, uomini e donne di ogni età, sono partiti da piazza De Salvo, dando vita ad un serpentone che ha toccato i luoghi simbolici della Resistenza a Varese. In viale Belforte, al cippo dedicato a Renè Vanetti, il gruppo è stato accolto da Gianni Faravelli (Anpi Varese) che ha raccontato la storia del leader della 148a brigata Giustizia e Libertà "Giacomo Matteotti", ucciso di fronte all'incrocio con via Lazzaretto.

Tappa successiva l'Ippodromo, in largo Martiri della Libertà, dove Margherita Giromini (Anpi Varese) ha ricordato i tre giovani partigiani uccisi in quel punto, Luigi Ghiringhelli, Elvio Copelli ed Evaristo Trentini. Il gruppo si è poi fermato alla targa dedicata a Carletto Ferrari in via Morandi, e poi in viale Monte Rosa, davanti all'Itpa dedicato alla staffetta partigiana Nuccia Casula, dove Ierina Dabalà (Anpi Varese) e la preside dell'Istituto Renata Ballerio hanno raccontato la vita della Casula, studentessa del Cairoli diventata Staffetta Partigiana: il testimone che le staffettiste alla guida del gruppo si sono scambiate è dedicato proprio a lei, morta giovanissima per aiutare il padre e il fratello nella Resistenza.

L'ultima tappa è stata in largo Resistenza, dove Angelo Zappoli di Anpi Varese ha accolto i ciclisti. La manifestazione si è chiusa alle 18.30 alla Coopuf di via de Cristoforis, dove la musica della "Fanfara Popolare Orto Sociale" ha accolto le staffette per l'aperitivo.

«Con questa iniziativa abbiamo voluto trasmettere, soprattutto alle nuove generazioni, la memoria del ruolo delle donne nella Resistenza - spiega Alessandra Pessina, rappresentante di Uisp e Anpi Varese - e sperimentare nuove forme per ricordare il 25 aprile, lontane dai ritualismi».

La Resistenza non sarebbe stata possibile senza le donne: i primi corrieri e informatori partigiani furono proprio loro. Mentre portavano i viveri e gli indumenti, riferivano le notizie da casa e le informazioni sui movimenti del nemico. Questo lavoro spontaneo divenne ben presto organizzato, ed ogni distaccamento creò le proprie staffette. Fu anche il punto di partenza per l'ottenimento dei diritti delle donne, a cominciare dal voto.