230 ragazzi sul palco, circa 800 persone in sala: «Per favore, non chiamatelo saggio di fine anno» dicono scherzando, ma non troppo, i dirigenti della All Dance Academy, realtà targata Uisp Varese del mondo della danza. E non hanno torto: “The Greatest Showman”, andato in scena al Teatro di Varese lo scorso 16 giugno, è stato un “vero” spettacolo, che una regia ben definita, una storia impegnativa e che dava la possibilità di realizzare grandi idee sceniche: quella tratta dal musical del 2017 in cui Hugh Jackman veste i panni di Phineas Taylor Barnum, il primo ad intuire che i “freaks” potevano essere artisti, prima che emarginati.
Una storia scelta anche perché in linea con lo spirito dello “sportpertutti”: «Porta alla ribalta gli esclusi dalla "normale" società, che attraverso lo spettacolo riescono a divenire protagonisti – dicono ancora i dirigenti della All Dance – per questo sulle magliette indossate dai nostri insegnanti durante lo spettacolo c’era la frase “l'arte più nobile è quella di rendere gli altri felici”, attribuita proprio a Barnum: rende il senso del nostro lavoro, culminato per questa stagione con questo spettacolo». Un lavoro che ha coinvolto molte persone anche dietri le quinte: gli autori Claudia Pintus, Fabrizio e Massimiliano Isufi, i coreografi Sara Bergamini, Carlos Ceballos, Ylenia e Michela Cremona, che ha curato anche la regia.
Sul palco, 230 ballerini dai 6 ai 25 anni hanno dato il meglio di sé, emozionando il pubblico con evoluzioni entusiasmanti. Oltre trecento i costumi confezionati appositamente per lo spettacolo, che hanno costituito un ulteriore impegno per i giovani ballerini. Scritto nel mese di gennaio e realizzato durante i fine settimana di tutta la primavera, “The Greatest Showman” è stato una prova di maturità per la All Dance Academy, che ha voluto creare un’esibizione in piena regola, non limitandosi a mostrare i progressi dei singoli gruppi di allievi con brevi balletti slegati tra loro, ma alzando il tiro verso il Balletto, dando un’idea di quello che succede nei teatri di tutto il mondo, dove coreografie, scenografie, musiche e storie si intrecciano per creare emozioni e diventare arte.
«La cosa che ci ha gratificato maggiormente – dicono ancora gli organizzatori – è stato vedere una partecipazione del pubblico così spontanea ed il sorriso e la soddisfazione dipinta sul volto dei nostri piccoli ballerini». Questa è la danza che diventa sportpertutti.
Chiara Frangi – redazione Uisp Varese