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Lo Sportpertutti in cammino. La Uisp riflette sulla camminabilità

“Il camminare presuppone che ad ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi”. Questa celebre affermazione di Italo Calvino è già di per sé sufficiente a desiderare di camminare, di scuotersi dalla catalessi quotidiana che ci colpisce in misura crescente con il passare del tempo, quello sociale e quello individuale.
Alla Uisp se ne parla e si sperimenta da tempo e l’Assemblea nazionale di Rimini Fiera è stata l’occasione per una riflessione collettiva nel workshop Cammina, cammina… Sportpertutti in cammino. Scenari e progetti.
Il workshop è stato introdotto da Manuela Claysset, del settore nazionale Ambiente della Uisp, che ha presentato lo stato dell’arte dell’associazione intorno al tema del cammino e della camminabilità. Individuando una sorta di filo rosso, una continuità tra le proposte ormai storiche (a partire da Vivicittà) e quanto si sta ora realizzando (Pedibus, gruppi di cammino).

Federica Rossi, della Direzione nazionale Uisp, ha illustrato le iniziative “I pilastri della solidarietà” e del Pedibus di a Trieste, che ha visto la realizzazione di azioni modello: la tessitura di una rete di attori, la ricerca del consenso, lo studio progettuale, l’intervento sul territorio: una vera e propria esperienza pilota.

Romeo Farinella, docente dell’Università di Ferrara, ha fatto il punto dalla prospettiva dell’urbanista: “Bisogna operare mediante la rappresentazione dei bisogni dei cittadini: la partecipazione prima di tutto. E la comunicabilità della città si conquista tenendo conto delle tante modificazioni strutturali delle nostre città, così come si deve tener ben presente che non esiste il cittadino tipo, ma esistono tante minoranze portatrici di esigenze e bisogni particolari”.

Giulio Bizzaglia, coordinatore del gruppo di lavoro Camminabilità Uisp, dopo avere citato il pensiero di Calvino, ha presentato i punti salienti di un’indagine Delphi che identifica lo scenario delle nostre città, in ordine alla loro camminabilità, così come potrà essere nel 2020. “Uno scenario positivo, possibile, più che auspicabile. – sostiene Bizzaglia – E’ però necessaro di fare chiarezza concettuale, identificando chiaramente che cosa significa camminare, camminabilità, percorso protetto, isola pedonale”.

Secondo Andrea Imeroni, responsabile del settore Stili di vita e Salute della Uisp, “Quando si parla di città camminabile non si deve indulgere a scorciatoie, a soluzioni parziali. Aprire la città a chi cammina significa chiuderla alle auto, non altro. Una soluzione forte, drastica, che un orizzonte utopico, ma in realtà avanzate già possibile”.

Claudia Rutka, della Direzione nazionale Uisp, ha ampliato il panorama delle città (possibilmente) camminabili, identificando diverse cause che contrastano con il desiderio di muoversi a piedi. Ha riportato quindi l’esperienza di gruppi di cammino di Rovigo: “Una storia di successo organizzativo cresciuta negli anni fino a radicarsi nell’esperienza quotidiana di tanti partecipanti. Il successo dell’esperienza risiede nella preparazione, nell’interrelazione tra i diversi attori istituzionali e la Uisp”.
In conclusione Giulio Bizzaglia ha riaffermato “la funzione civile che il camminare può avere, una funzione di crescita della persona che si realizza sviluppando per intero il percorso che parte dalle emozioni (che mediano gli istinti), dai sentimenti, dall’affettività. Sì, perché camminare è, prima di ogni altra cosa, offrirsi alla relazione”.